• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
C.3/01695 è noto che la cosiddetta riforma Fornero dell'anno 2011 ha modificato i presupposti per accedere al trattamento pensionistico, non consentendo di godere del diritto alla pensione a migliaia di...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01695presentato daCIPRINI Tizianatesto diMartedì 15 settembre 2015, seduta n. 482

CIPRINI, CHIMIENTI, COMINARDI, DALL'OSSO, LOMBARDI, TRIPIEDI, CASO e GALLINELLA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
è noto che la cosiddetta riforma Fornero dell'anno 2011 ha modificato i presupposti per accedere al trattamento pensionistico, non consentendo di godere del diritto alla pensione a migliaia di persone che avevano provveduto al versamento dei contributi previdenziali;
tale riforma ha, pertanto, determinato una serie di categorie di persone da salvaguardare con ulteriori interventi correttivi della «riforma Fornero», tra le quali, quella dei cosiddetti lavoratori esodati, ossia coloro che sono stati espulsi dalle aziende in forza di accordi tra le parti sociali in base alla normativa previgente la riforma e che ha impedito agli stessi di andare in pensione, sebbene prossimi al conseguimento dei requisiti pensionistici di vecchiaia o anzianità;
per riparare a tale grave situazione, di notevole contenuto sociale, nel tempo l'Esecutivo ha adottato provvedimenti di «salvaguardia» per consentire ad alcune categorie di persone di accedere al trattamento previdenziale in base alla normativa previgente la «riforma Fornero»;
sono stati adottati sei interventi di salvaguardia; l'ultimo si è concretizzato con la legge n. 147 del 2014, a tutela di una serie di lavoratori: da quelli in mobilità a quelli che hanno versato contributi volontari;
tuttavia, ad oggi, sono rimaste ignorate, quindi non tutelate, ulteriori categorie di persone; si tratta di soggetti rimasti privi di qualsiasi sostegno economico, poiché all'entrata in vigore della riforma delle pensioni già non avevano un posto di lavoro o lo hanno perso in questi anni e, se non fosse stata attuata la «riforma Fornero», avrebbero avuto il diritto di accedere al trattamento pensionistico dal 2012/2013 entro l'intero anno 2016;
il 9 settembre 2015, nel corso dell'incontro con i vertici Inps e i tecnici dei Ministeri del lavoro e delle politiche sociali e dell'economia e delle finanze svoltosi in Commissione XI lavoro pubblico e privato della Camera dei deputati, per trovare una soluzione per i lavoratori esclusi dai precedenti provvedimenti, i tecnici del Ministero dell'economia e delle finanze hanno spiegato che non esistono risorse per garantire una settima salvaguardia di lavoratori esodati, ovvero rimasti senza impiego o ammortizzatori sociali utili per «traguardare» i nuovi requisiti di pensionamento introdotti dalla riforma del 2011;
secondo il Ministero dell'economia e delle finanze le maggiori spese non effettuate in base alle previsioni sulle prime sei operazioni di salvaguardia non si traducono in risorse disponibili per effettuarne una nuova: la settima appunto;
i tecnici Ministero dell'economia e delle finanze avrebbero in particolare escluso «risparmi» disponibili per 500 milioni di euro sugli anni 2013 e 2014, mentre l'Inps avrebbe indicato «risparmi» per 3,3 miliardi di euro fino al 2023 sulle dotazioni stanziate, pari a quasi 12 miliardi di euro;
eppure, a parere degli interroganti, il «fondo esodati» – previsto dalla legge n. 228 del 2012 – attraverso la logica dei risparmi e delle compensazioni avrebbe potuto essere utilizzato per garantire nuove tutele aggiuntive in presenza di minori spese; infatti l'articolo 1, comma 235, della legge n. 228 del 2012 ha previsto che le eventuali economie accertate a consuntivo siano destinate ad alimentare le finalità del suddetto fondo e avrebbe potuto consentire al Ministero dell'economia e delle finanze, con l'adozione di un semplice decreto ad hoc, di utilizzare le risorse risparmiate per la tutela dei lavoratori esodati e per dare copertura finanziaria alla tanto attesa settima operazione di salvaguardia;
ciò nonostante il Ministero dell'economia e delle finanze – a parere degli interroganti – con una posizione incomprensibile e inaccettabile ha ritenuto di non utilizzare le risorse risparmiate e stanziate nelle precedenti salvaguardie (una specie di «tesoretto») per finanziare le finalità del «fondo esodati» bensì di «inglobare» i risparmi frutto delle precedenti sei operazioni di salvaguardia nell'ambito della contabilità nazionale per coprire – forse – eventuali altre future esigenze di spesa;
evidentemente il Ministero dell'economia e delle finanze non ha ritenuto meritevole salvaguardare quella platea di lavoratori esodati (25-26 mila potenziali candidati), senza lavoro e che non sono riusciti a maturare i requisiti pensionistici per effetto della «riforma Fornero», esclusi dalle sei salvaguardie finora approvate, tanto che il sindacato ha parlato di «un vero e proprio scippo agli esodati»;
a parere degli interroganti è assurdo che il Governo, a quattro anni dalla riforma che l'attuale maggioranza ha condiviso ed approvato, tenga ancora centinaia di persone nel limbo, adducendo ragioni di copertura finanziaria ed indisponibilità di risorse –:
quali siano le reali intenzioni del Governo in materia e se il Ministro interrogato intenda adottare urgentemente ovvero nel disegno di legge di stabilità per il 2016 iniziative normative che prevedano una settima e conclusiva salvaguardia per tutti i soggetti esclusi dalle precedenti sei salvaguardie, reperendo idonee risorse ovvero utilizzando a copertura degli oneri anche le risorse disponibili nel fondo di cui all'articolo 1, comma 235, della legge n. 228 del 2012, come derivanti dall'avanzo di amministrazione delle entrate già accertate e vincolate. (3-01695)