• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.5/00998 secondo i dati recentemente diffusi da Federturismo Confindustria, gli introiti dell'estate turistica italiana appena trascorsa sono salvi solo grazie all'affluenza degli stranieri; ...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00998presentato daPRODANI Aristesto diGiovedì 12 settembre 2013, seduta n. 76

PRODANI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:
secondo i dati recentemente diffusi da Federturismo Confindustria, gli introiti dell'estate turistica italiana appena trascorsa sono salvi solo grazie all'affluenza degli stranieri;
infatti il calo delle presenze e la contrazione della spesa pro capite del 7 per cento rispetto all'anno scorso hanno seriamente minacciato la stagione estiva 2013: il 30 per cento degli italiani ha preferito le località marittime della Sicilia, Puglia e Sardegna e all'estero ha scelto Grecia, Croazia e Baleari optando per un soggiorno di una settimana in strutture alberghiere;
questa tendenza è già stata fotografata dalla Banca d'Italia nel rapporto mensile sul turismo internazionale del giugno 2013, in base al quale le spese dei viaggiatori stranieri in Italia, per 3.443 milioni, sono aumentate del 5,5 per cento mentre quelle dei viaggiatori italiani all'estero, per 1.721 milioni, sono cresciute del 6,6 per cento rispetto all'anno precedente;
per la Federazione dell'industria turistica «è evidente che la situazione di crisi generalizzata e la minore capacità di spesa degli italiani richiedono urgenti provvedimenti da parte del governo per migliorare l'attrattività dell'Italia e dei suoi prodotti sui mercati internazionali, individuando quelle risorse indispensabili per sostenere gli attrattori fondamentali come la cultura e il paesaggio»;
l'esecutivo presieduto dal Presidente Letta finora, secondo l'interrogante, non si è interessato seriamente al comparto turistico, volano per la ripresa economica del Paese, avendo esso contribuito nel 2012 al prodotto interno lordo (Pil) con oltre 130 miliardi di euro e con circa 2,2 milioni di persone occupate;
il Governo in carica, infatti, si è limitato a trasferire, con l'articolo 1 della legge n. 71 del 2013 di conversione del decreto «omnibus» sull'emergenza ambientale (n. 43 del 2013), le funzioni del dipartimento del turismo dalla Presidenza del Consiglio dei ministri al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (commi 2-8), congelando di fatto l'operatività amministrativa del dipartimento stesso;
quest'intervento ha causato la paralisi delle attività per le complesse procedure di trasferimento al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo delle risorse umane, strumentali e finanziarie del dipartimento. I tempi del trasferimento, infatti, sono estremamente lunghi perché, dopo l'emanazione del previsto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, tutte le risorse allocate al dipartimento dovranno essere versate al Ministero dell'economia e delle finanze che successivamente dovrà ritrasferirle agli altri dicasteri sui quali ricadranno le azioni pianificate dal dipartimento;
inoltre, dovrà essere creata una struttura apposita presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, circostanza che richiederà ulteriore tempo;
la lentezza burocratica determinata dal provvedimento governativo rischia di bloccare per almeno 6 mesi oltre 100 milioni di euro di trasferimenti alle regioni per progetti di eccellenza, 8 milioni per le reti d'impresa, 10 milioni per i progetti innovativi degli enti locali, circa 5 milioni per gli ultimi 2 anni di contributi ad enti locali e associazioni per la promozione del turismo, quasi 5 milioni per i buoni vacanze, 3 milioni per circa 2000 pratiche di rimborso ai consumatori per il fondo di garanzia, 6 milioni per l'alta formazione professionale e 10 milioni per la programmazione di fondi strutturali;
a rischio anche l'operatività dell'Agenzia per il turismo-Enit, con il «congelamento» delle risorse fondamentali per la realizzazione delle agevolazioni per il rilascio dei visti turistici (circa un milione e 600mila euro) e per la promozione dell'Expo 2015 (circa 3 milioni di euro);
la mancanza di una strategia governativa per il settore turistico è evidente anche dal mancato utilizzo del primo piano strategico per lo sviluppo del turismo in Italia (noto come Turismo Italia 2020), previsto dal decreto «crescita-bis» (n. 179 del 2012) e presentato nel mese di febbraio 2013 dall'allora Ministro del turismo e lo sport del Governo Monti, Piero Gnudi;
il documento presenta un'analisi approfondita e ambiziosa del settore, indicando sette linee guida e proponendo 61 azioni specifiche, da realizzare in un periodo compreso tra i 3 mesi e i 5 anni, per raggiungere l'obiettivo di cinquecentomila nuovi posti di lavoro e l'incremento di 30 miliardi del contributo al prodotto interno lordo del settore turistico (nello specifico da 134 a 164 miliardi);
secondo le stime contenute nel piano, quest'ultimo obiettivo sarebbe raggiungibile con l'incremento dei ricavi relativi al turismo internazionale che passerebbero da 44 a 74 miliardi di euro, mentre si prevede una sostanziale tenuta del turismo nazionale che resterebbe a 90 miliardi di euro;
il piano potrebbe essere operativo immediatamente, mediante l'adozione di quattro diversi tipi di iniziative: provvedimenti legislativi, assegnazione di finanziamenti a favore di strumenti già esistenti, azioni da parte del Ministro competente e azioni complessive dell'Esecutivo –:
quali siano le misure che il Governo intenda promuovere a sostegno e per il rilancio del settore turistico;
se s'intenda evitare che il piano turismo Italia 2020 diventi lettera morta, adottando le iniziative conseguenti;
se l'Enit possa esercitare le sue funzioni correttamente senza ricevere adeguate risorse finanziarie e con il rischio della temporanea sospensione di una parte fondamentale di queste ultime. (5-00998)