Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE
Atto a cui si riferisce:
S.3/00358 NUGNES, MORONESE, CASTALDI, MORRA, BUCCARELLA, MARTELLI, BIGNAMI, VACCIANO, CATALFO, SERRA, DE PIETRO, LEZZI, ORELLANA, PEPE, MANGILI, PAGLINI, FATTORI, MOLINARI, BOCCHINO, BLUNDO,...
Atto Senato
Interrogazione a risposta orale 3-00358 presentata da PAOLA NUGNES
giovedì 12 settembre 2013, seduta n.101
NUGNES, MORONESE, CASTALDI, MORRA, BUCCARELLA, MARTELLI, BIGNAMI, VACCIANO, CATALFO, SERRA, DE PIETRO, LEZZI, ORELLANA, PEPE, MANGILI, PAGLINI, FATTORI, MOLINARI, BOCCHINO, BLUNDO, MONTEVECCHI, CAPPELLETTI - Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:
nella città di Napoli, nella zona di Chiaia, sono stati effettuati importanti lavori di scavo sotterraneo nell'ambito dei lavori per la realizzazione della linea 6 della metropolitana di Napoli. Tali lavori interessano un tratto della riviera di Chiaia che, come indica lo stesso nome, si presenta attiguo alla zona costiera del lungomare Caracciolo;
il decreto-legge n. 69 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 98 del 2013, ha incluso tra le misure da finanziare con apposita delibera Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica), da emanarsi nei successivi 45 giorni dalla entrata in vigore del decreto, il completamento della linea 1 della metropolitana di Napoli; essa rappresenta l'anello strategico di congiungimento tra tutte le altre linee cittadine tra cui la linea 6, attualmente in fase di completamento;
tuttavia, i lavori della linea 6 sono attualmente fermi ed il cantiere di "Arco Mirelli" è stato posto sotto sequestro dalla Procura, che ha avviato un procedimento per accertare le responsabilità circa i fatti accaduti in data 4 marzo 2013, quando un'ala dello storico palazzo Guevara di Bovino alla riviera di Chiaia è crollata;
l'incidente avrebbe potuto avere conseguenze disastrose se fosse mancato l'intervento di un tecnico del cantiere, che di sua iniziativa ha lanciato l'allarme facendo evacuare il palazzo;
dall'edizione on line de "il Mattino" del 6 giugno 2013 si è appreso che dalle analisi effettuate nelle zone limitrofe al cantiere sotto sequestro dalla società austriaca Texpolr, incaricata dal Comune e dall'Ansaldo per fare il punto della situazione, è emersa l'esistenza di fenomeni di scarsa densità del suolo, indice di dissesto idrogeologico, già in precedenza denunciato da tecnici incaricati dai residenti. Nella relazione presentata dalla società austriaca si legge: "A nostro giudizio, il dilavamento, che ha raggiunto un angolo del palazzo di sinistra, potrebbe creare una situazione di pericolo a causa di tutti i lavori pesanti che sono in corso. Vi chiediamo di considerare questa come una situazione molto grave: di prendere precauzioni immediate sui lavori pesanti e di prendere in considerazione un lavoro di fortificazione del suolo prima di tutto";
il 5 settembre 2013 un altro incidente ha interessato la zona di Chiaia, creando allarme e preoccupazione tra la popolazione della zona che è stata evacuata per motivi di sicurezza dai Vigili del fuoco ed allontanata dalle abitazioni fino alla sera;
dall'articolo pubblicato sul "Corriere del Mezzogiorno" del 5 settembre si apprende che nella zona sarebbe saltata una condotta dell'acqua e che dopo qualche ora dall'intervento dei tecnici sarebbe stato udito un forte boato proveniente dal sottosuolo; la società Napoletanagas ha confermato il rinvenimento di una fuga di gas, negando la correlazione con la rottura della tubatura. Il danno è accaduto a circa 100 metri dal luogo interessato dal crollo dell'ala di palazzo Guevara avvenuto il 4 marzo ed ha causato l'interruzione della fornitura di acqua ed energia elettrica per l'intera giornata;
considerato che:
risulta agli interroganti che a detta dei residenti i numerosi incidenti che si sono susseguiti sembrano tracciare il percorso della falda acquifera sotterranea, spostandosi da Arco Mirelli in direzione via Martucci. La situazione ormai appare insostenibile ed ulteriormente aggravata dalla mancanza di certezze sui controlli e sulla sicurezza della zona;
a parere degli interroganti non possono essere trascurati i segnali d'allarme manifestatisi con i gravi episodi avvenuti negli ultimi mesi, mentre si attende il compimento delle indagini giudiziarie. Non possono inoltre essere trascurate le opinioni dei geologi che da tempo stanno evidenziando la pericolosità della zona essendo il rischio causato da un fenomeno di dissesto idrogeologico generato dalla scarsa densità del suolo;
in particolare, come dichiarato al "Corriere del Mezzogiorno" in data 5 settembre dal geologo dottor Riccardo Caniparoli, occorre che venga effettuato un semplice esame del sottosuolo: la livellazione di precisione. Tale esame, a detta del geologo, sarebbe in grado di individuare fenomeni di subsidenza, cioè di abbassamento del suolo in maniera graduale provocato da un prelievo eccessivo di acqua dal sottosuolo, esattamente quello che è avvenuto per i lavori della metropolitana;
agli interroganti paiono numerosi e critici i vuoti e le carenze relativi all'iter dei lavori: dal progetto all'appalto, dall'associazione temporanea di Imprese ai segnali premonitori del crollo;
nel mese di gennaio 2013 si è verificata una perdita d'acqua tra le paratie 16 e 17 del cantiere della metropolitana, alcuni giorni dopo il pavimento di un locale commerciale sito nei pressi del civico 72 si è abbassato di circa 4 centimetri, causando un allagamento. Le autorità intervenute hanno accertato l'accaduto e l'ingegnere tecnico responsabile dell'Ansaldo avrebbe dichiarato ai presenti che si era trattato di un evento generato da un loro errore rientrante però nei parametri di sicurezza;
i lavori sono stati effettuati dalla società Ansaldo Sts e dall'Associazione temporanea di Imprese subappaltante composta da Paolo De Luca costruzioni Srl (mandataria), Costrade SpA, consorzio Stabile infrastrutture, MN. Metropolitana di Napoli SpA che, a sua volta, ha subappaltato ad altre ditte parte dei lavori, tra cui la "Trevi Sfg Inc Spa per Napoli", facente parte del gruppo Impregilo, gruppo, a parere degli interroganti, tristemente noto in Campania, e non solo;
l'incertezza che attanaglia i residenti della zona circa la corretta realizzazione o meno degli interventi fin qui attuati e di quelli da attuare nel prossimo futuro, in una situazione così delicata ed instabile dal punto di vista idrogeologico e alla luce dei gravi fatti accaduti, che per una fortuita circostanza non hanno causato ben più gravi conseguenze, a parere degli interroganti richiede l'intervento del massimo organo esecutivo, anche in virtù del fatto che le opere in questione sono state finanziate anche dallo stesso Governo,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti;
se intendano intervenire con la massima urgenza per tutelare l'incolumità dei cittadini, effettuando ogni controllo necessario ad accertare l'effettiva condizione del sottosuolo al fine di scongiurare ogni pericolo di rischio idrogeologico ed abbassamento del sottosuolo;
se intendano garantire la pubblicazione dei risultati emersi dai controlli finora effettuati dagli enti intervenuti, così come quelli degli ulteriori controlli che saranno effettuati, al fine di portare a conoscenza della popolazione la reale situazione idrogeologica esistente;
se intendano, alla luce dei fatti esposti e delle criticità evidenziate, attivarsi presso le amministrazioni competenti al fine di verificare, attraverso propri tecnici, il rispetto delle normative in relazione alla fase di predisposizione del progetto e dell'affido dell'appalto, appurando altresì se siano stati assolti correttamente da parte dei soggetti responsabili (ditta appaltatrice, Comune di Napoli e comitato scientifico all'uopo costituito) tutti gli obblighi di controllo e monitoraggio per la sicurezza degli abitanti della zona interessata e se il progetto sia rispondente a tutti i parametri di legge, considerato che il progetto iniziale prevedeva in quel tratto una linea in superficie, progetto successivamente modificato dopo l'affido dell'appalto ad Ansaldo STS con l'avallo del Comune, introducendo l'intervento fortemente invasivo di stazioni sotterranee vicinissime tra loro, mentre un'efficiente linea tranviaria avrebbe potuto essere più consona e di rapida realizzazione.
(3-00358)