• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
S.6/00022 premesso che: - per informare il Parlamento sugli effetti finanziari sui saldi di finanza pubblica conseguenti alle misure finanziarie adottate con il decreto-legge 31...



Atto Senato

Risoluzione in Assemblea 6-00022 presentata da BARBARA LEZZI
mercoledì 11 settembre 2013, seduta n.100

Il Senato,
premesso che:
- per informare il Parlamento sugli effetti finanziari sui saldi di finanza pubblica conseguenti alle misure finanziarie adottate con il decreto-legge 31 agosto 2013, n. 102 "Disposizioni urgenti in materia di IMU, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonché di cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensionistici", in virtù di quanto disposto dall'articolo 10-bis, comma 6, della legge n. 196/2009, legge di contabilità e di finanza pubblica, il Governo ha presentato la Relazione in esame;
- le suddette misure impattano su un quadro economico caratterizzato da una contrazione nel primo trimestre della crescita del Pil nella misura di 0,6 punti percentuali, superiore a quella prevista nel Documento di economia e finanza, pari a -1,3 per cento per il 2013. Nel caso in cui permanesse il trend negativo registrato nel primo trimestre, il tasso di decrescita del Pil nell'anno in corso peggiorerebbe a -1,8 per cento;
- la Relazione informa che, secondo le ultime rilevazioni ISTAT, è migliorato il trend di crescita del Pil, che ha registrato nel secondo semestre una contrazione nella misura ridotta dello 0,2 per cento, sintomo di un processo di progressiva stabilizzazione del ciclo economico, mentre si evidenzia la necessità di adottare misure per il rilancio dell'economia e per contrastare il calo della domanda di beni e servizi, rivelatosi peggiore di quanto previsto, causato dalla rigida politica di consolidamento fiscale adottata nel 2012 dal precedente Governo tecnico;
- le misure introdotte con il decreto-legge n. 102 oltre alla già annunciata cancellazione della prima rata IMU per gli immobili, che avevano beneficiato della sospensione di cui al decreto legge n. 54 del 2013 e ulteriori agevolazioni IMU per alcune categorie di immobili e contribuenti, prevedono:
una nuova emissione di debito pubblico fino ad un massimo di 10 miliardi di euro per l'anno in corso per ampliare le risorse destinate al pagamento dei debiti pregressi della PA alle imprese fornitrici;
un ulteriore stanziamento di 500 milioni di euro per finanziare la cassa integrazione guadagni;
lo stanziamento di fondi per il sostegno dei lavoratori esodati, che hanno optato per il licenziamento individuale;
misure di politiche abitative, mediante lo stanziamento di risorse per incentivare l'acquisto della prima casa, il sostegno agli inquilini incolpevoli in difficoltà per il pagamento degli affitti, il finanziamento agevolato di mutui per l'acquisto della prima casa con l'intervento della Cassa Depositi e Prestiti, autorizzata ad effettuare una iniezione di liquidità a favore degli istituti di credito, che aderiranno all'iniziativa, l'ulteriore riduzione della aliquota della cedolare secca dal 19 al 15 per cento applicata ai contratti a canone concordato;
- secondo l'analisi effettuata dal Governo, l'ammontare aggiuntivo dei pagamenti di debiti da parte della P.A. comporterà un incremento della crescita del Pil pari a 0,1 per cento nel 2013, a 0,2 per cento nel 2014, nonché effetti di maggior crescita dei consumi e degli investimenti rispetto alle previsioni correlate ai pagamenti autorizzati dal decreto-legge n. 35 del 2013;
- le misure adottate comportano oneri finanziari pari a 2.934,4 milioni di euro per il 2013, esclusi gli oneri arrecati dal comma 6 dell'articolo 9, pari a 553,3 milioni di euro per il 2014 e a 617,1 milioni di euro per il 2015;
- si rileva che alla copertura di una quota dell'onere, pari a 1.525 milioni di euro per il 2013, si provvede tramite le maggiori entrate valutate in 600 milioni di euro, conseguenti alla definizione del contenzioso con i concessionari per la gestione della rete telematica del gioco lecito (articolo 14) e in 925 milioni di euro, che dovrebbero introitare dai maggiori versamenti dell'imposta sul valore aggiunto, che si presume le imprese fornitrici delle PA verseranno in seguito ai maggiori pagamenti dei debiti disposti dall'articolo 13;
- a tal proposito si ritiene che le suddette entrate non possano essere considerate coperture attendibili nel quantum, anche in ragione del fatto che lo stesso Governo inserisce al comma 4 dell'articolo 15 la clausola di salvaguardia, prevista dalla legge di contabilità e finanza pubblica n. 196 del 2009, clausola assolutamente non coerente con gli obiettivi di sostegno e crescita dell'economia, in quanto da una parte si emette nuovo debito pubblico per pagare le forniture pregresse e sostenere le imprese in difficoltà a causa della mancanza di liquidit
à, dall'altra, al verificarsi di minori introiti attesi, il Ministro dell'economia e finanze può disporre entro novembre 2013 un ulteriore aumento della misura degli acconti dell'IRES e dell'IRAP a carico delle aziende, rispetto a quanto già disposto di recente con il decreto-legge n. 76 del 2013;
- inoltre, la clausola di salvaguardia prevede anche eventuali aumenti delle accise, che comporterebbero un inevitabile aumento dei prezzi di beni e servizi, e ciò ridurrà gli effetti della riduzione della pressione fiscale correlata alla abolizione dell'IMU per il 2013 sulla prima casa. Medesimo effetto contrario alla riduzione della pressione fiscale operata con l'abolizione a regime dell'IMU sulla prima casa, che il Governo ha annunciato di realizzare dal 2014, sarà l'introduzione della "service tax", che dovrà per evidenti ragioni assicurare ai Comuni il medesimo gettito dell'IMU soppressa;
- si consideri, tra l'altro, che pur condividendo l'abolizione dell'IMU per il 2013 sugli immobili destinati ad abitazione principale, con la sola esclusione degli immobili di grande pregio, una parte dell'onere di tale misura, in un contesto economico finanziario ancora fortemente critico ed imprevedibile, ricadrà sul sistema produttivo, laddove sarà attivata la suddetta clausola di salvaguardia;
- altra copertura finanziaria, pari a 300 milioni di euro per l'anno 2013, è costituita dai tagli lineari dei consumi intermedi e degli investimenti fissi lordi delle Amministrazioni centrali, tipologia di copertura su cui il Governo abitualmente esprime parere contrario durante i lavori delle Commissioni parlamentari, dall'inizio della legislatura, se proposte per coprire emendamenti presentati dalle forze politiche, soprattutto di opposizione;
- per una quota di onere pari a 675,8 milioni di euro per il 2013 la copertura è data dai tagli di autorizzazioni di spesa ripartite fra gli Stati di previsione, anche critici, quali i contributi in conto impianti per la rete ferroviaria nazionale per 200 milioni di euro. Anche in questa circostanza si evidenzia la discrezionalità del Governo di poter tagliare stanziamenti per le autorizzazioni di legge, con un provvedimento di necessità ed urgenza, senza attendere una valutazione e razionalizzazione complessiva delle risorse di bilancio, essendo prossimi i tempi dell'apertura della sessione di bilancio con la presentazione della legge di stabilità per il 2014;
considerato che:
- nel complesso è evidente che i provvedimenti adottati con il decreto-legge in esame, in particolare l'abolizione della prima rata dell'IMU, già sospesa, comportano difficoltà di coperture finanziarie conseguite mettendo a rischio la sostenibilità dei saldi di finanza pubblica;
- è palese che la forzatura operata con le misure adottate è il frutto non di una responsabile politica economico-finanziaria, finalizzata alla ripresa economica, bensì la risposta forzata alle istanze di una parte della maggioranza al Governo per la sopravvivenza del medesimo,
impegna il Governo:
in occasione dell'esame del provvedimento nelle Commissioni riunite di merito, a valutare le coperture proposte, affinché siano appurate nella loro attendibilità, per scongiurare l'attivazione della clausola di salvaguardia, che opererebbe un ulteriore aggravio della pressione fiscale sia a carico dei singoli contribuenti, sia a carico delle imprese;
ad evitare, anche consentendo modifiche del contenuto del decreto-legge n. 102 del 2013, di adottare misure di riduzione della pressione fiscale compensate con l'aumento di imposte diverse da quelle ridotte, annullando, di fatto, la riduzione complessiva del prelievo fiscale;
a rivedere la clausola di salvaguardia, di cui al comma 4 dell'articolo 15, concernente l'eventuale aumento della misura dell'acconto IRES, che, già aumentata dal 100 al 101 per cento dall'articolo 11, comma 20, del decreto-legge n. 76 del 2013, recentemente approvato, si configura come un "forzato prestito" di liquidità allo Stato a carico delle imprese, senza che siano corrisposti interessi;
a valutare con imparzialità le coperture delle proposte emendative delle altre forze politiche, se omogenee e conformi a quelle proposte dal Governo, per consentire che la bocciatura o la approvazione delle medesime siano frutto delle volontà politiche espresse dai membri del Parlamento, senza l'influenza del parere sfavorevole del rappresentante del Governo;
in occasione dell'adozione di ulteriori misure in materia fiscale in sede di sessione di bilancio, a favorire l'adozione di provvedimenti di riduzione di pressione fiscale meno incisivi, ma idoneamente coperti e che non compromettano il rispetto degli obiettivi di risanamento dei conti pubblici, e, inoltre, abbiano come finalità concreti effetti di redistribuzione più equa del carico fiscale tra le fasce dei contribuenti, al fine di rispettare il principio della progressività dell'imposta sancita dalla Costituzione;
ad evitare il ricorso alla decretazione d'urgenza, per introdurre variazioni "straordinarie" di rilievo della normativa fiscale, in considerazione della opportunità di un confronto parlamentare ampio sul nuovo sistema fiscale, ed in particolare, sul riordino della tassazione del patrimonio immobiliare, anche in ragione del contestuale esame nella Commissione finanze della delega fiscale al Governo;
in relazione alla copertura correlata alla definizione agevolata del contenzioso con i concessionari per la gestione della rete telematica del gioco lecito (articolo 14), a rivedere le condizioni da proporre per la definizione, che assicuri un maggior gettito per l'erario, in considerazione dell'ammontare del credito vantato, accertato con sentenza della Corte dei conti, al fine di limitare il più possibile il pregiudizio finanziario per le casse dello Stato.
(6-00022)
LEZZI, BULGARELLI, BERTOROTTA, MANGILI, MOLINARI, VACCIANO, PEPE, BOTTICI