• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
C.3/00316 in Argentina, vivono 700.000 nostri connazionali, di cui circa 30.000 sono titolari di una pensione italiana; le politiche monetarie governative di questo Paese fanno sì che le banche...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00316presentato daBORGHESE Mariotesto diMartedì 17 settembre 2013, seduta n. 78

BORGHESE. — Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che:
in Argentina, vivono 700.000 nostri connazionali, di cui circa 30.000 sono titolari di una pensione italiana;
le politiche monetarie governative di questo Paese fanno sì che le banche convertano in valuta locale le pensioni italiane a un cambio molto sfavorevole, che comporta in termini reali il 50 per cento in meno di quello che l'Italia invia ai nostri pensionati in Argentina;
oggi in Argentina è vietato acquistare euro, situazione assurda e ingiusta, che vede l'autorità monetaria argentina, di fatto, appropriarsi degli euro inviati dall'Italia ai connazionali pensionati;
il cambio ufficiale obbligatorio stabilito da questo Governo risulta molto diverso da quello a cui vengono realmente scambiate le valute estere e, nello specifico, gli euro;
è necessario ricordare che una parte dei nostri connazionali usa, o sarebbe meglio dire usava, accantonare la propria pensione (in euro) per pagare – per sé o anche per i propri figli e nipoti – il viaggio di ritorno in Italia per ritrovare la propria famiglia;
adesso, che ricevono le pensioni svalutate e subiscono anche l'addebito del costo delle commissioni di cambio obbligatorio, i pensionati italiani vengono a perdere metà del valore iniziale delle stesse;
se questi pensionati volessero, poi, riacquistare gli euro corrispondenti all'importo originario della propria pensione, essi sarebbero obbligati a rivolgersi ad un mercato nero, a costi elevatissimi e con un'ulteriore perdita;
alla fine, il danno economico – tra tasso di cambio sfavorevole e commissioni per il cambio obbligatorio – si aggira intorno al 60 per cento del valore iniziale della pensione;
questa situazione innesca un grave disagio sociale – lede i diritti acquisiti e comporta una reale limitazione della libertà di movimento dei nostri connazionali, diritto sancito dalle convenzioni internazionali sui diritti umani (Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, articolo 13);
visto che il Governo Argentino, sollecitato in diverse occasioni non ha mostrato aperture e ha comunicato che non intende cambiare nè fare eccezione alla propria politica dei cambi, per evitare che i nostri anziani, residenti in Argentina, che percepiscono una pensione media di circa 250 euro, perdano ancora una consistente parte del loro potere d'acquisto –:
quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di evitare che i nostri connazionali residenti in Argentina subiscano indebitamente una perdita economica così rilevante e se non ritenga di dover adottare misure atte a garantire un equo trattamento rispetto ai connazionali residenti in Italia e a predisporre una procedura – applicabile eventualmente solo ai richiedenti – che consenta la riscossione in euro delle pensioni presso la nostra rete consolare presente in Argentina. (3-00316)