• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
S.2/00071 ARRIGONI, BITONCI, BELLOT, BISINELLA, CALDEROLI, CANDIANI, CENTINAIO, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, DAVICO, DIVINA, MUNERATO, STEFANI, STUCCHI, VOLPI - Al Ministro dello sviluppo economico -...



Atto Senato

Interpellanza 2-00071 presentata da PAOLO ARRIGONI
martedì 17 settembre 2013, seduta n.103

ARRIGONI, BITONCI, BELLOT, BISINELLA, CALDEROLI, CANDIANI, CENTINAIO, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, DAVICO, DIVINA, MUNERATO, STEFANI, STUCCHI, VOLPI - Al Ministro dello sviluppo economico - Premesso che, a quanto risulta agli interpellanti:

il gruppo Riva, a seguito del sequestro preventivo di beni immobili, disponibilità finanziarie e di quote societarie per una somma di 916 milioni di euro, eseguito dalla Guardia di finanza nell'ambito dell'inchiesta della procura di Taranto sull'Ilva, giovedì 12 settembre 2013 ha annunciato la decisione dell'immediata cessazione delle attività e la conseguente chiusura di 7 stabilimenti e di 2 società di servizi e trasporti facenti capo a Riva-acciaio;

sono circa 1.400 i dipendenti del gruppo che rischiano di perdere il proprio di posto lavoro, da qualche giorno costretti a restare a casa senza stipendio e senza alcun ammortizzatore sociale;

i siti produttivi interessati, che non hanno alcun legame con le vicende giudiziarie dell'Ilva di Taranto, sono tutti ubicati nel Nord del Paese ed in particolare a Verona, Caronno Pertusella (Varese), Lesegno (Cuneo), Malegno, Sellero, Cerveno (Brescia) e Annone di Brianza (Lecco); sono a rischio di chiusura anche le società Riva-energia e Muzzana trasporti;

secondo notizie di stampa, il provvedimento del gip di Taranto impedirebbe al gruppo l'utilizzo degli impianti e dei conti correnti, con il conseguente blocco delle attività bancarie, facendo venir meno i presupposti operativi ed economici per la prosecuzione della normale attività;

la chiusura dei siti industriali, oltre a mettere in stato di forte agitazione e preoccupazione i dipendenti dell'azienda, il cui futuro e quello delle loro famiglie appare molto incerto, rischia di avere conseguenze gravissime sia per le singole realtà territoriali locali, con particolare riferimento all'indotto, sia per l'intero comparto siderurgico italiano e per i settori collegati, specie in questo momento di crisi, economica ed occupazionale, che attanaglia il Paese;

l'azienda, secondo quanto affermato dai lavoratori, ha una produttività in crescita e comunque tale da non giustificare l'improvvisa decisione della chiusura degli stabilimenti che, se rimanesse confermata, rappresenterebbe "il suicidio" della siderurgia italiana ad esclusivo vantaggio dei competitori esteri;

è necessario un intervento del Governo affinché si giunga al più presto ad una soluzione della vicenda che abbia come primo obiettivo quello di garantire l'immediata tutela dei lavoratori, il cui posto di lavoro è a rischio,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda, ed in che modo, adoperarsi per l'adozione di misure immediate ed efficaci che consentano il ripristino delle condizioni operative ed economiche del gruppo Riva al fine di garantire la salvaguardia di migliaia di posti di lavoro e la ripresa della normale attività aziendale relativa ad un settore produttivo strategico per la competitività del nostro Paese.

(2-00071)