• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/06497 la coltivazione della canapa da fibra sta riscuotendo, nel nostro Paese, grande interesse dovuto alla elevata versatilità propria di questa coltura; dalla canapa infatti, come noto, si...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-06497presentato daTERROSI Alessandratesto diVenerdì 25 settembre 2015, seduta n. 490

TERROSI, ALBANELLA, ALBINI, ARLOTTI, BONOMO, CAPOZZOLO, LAVAGNO, CARRA, NARDUOLO, OLIVERIO, PALMA, PRINA, ROMANINI, VENITTELLI e INCERTI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
la coltivazione della canapa da fibra sta riscuotendo, nel nostro Paese, grande interesse dovuto alla elevata versatilità propria di questa coltura;
dalla canapa infatti, come noto, si ricava la fibra impiegata nella filiera del tessile oltre a materiale che trova impiego come coibentante in edilizia. Dalla canapa, inserita nelle rotazioni colturali come coltura da rinnovo, in grado di rinettare il terreno migliorando le sue caratteristiche generali di fertilità, si ritraggono alimenti (dai semi, all'olio, alle farine) e prodotti impiegati in cosmetica;
in particolare, il settore alimentare appare particolarmente interessante per gli sviluppi che potrebbe avere tenendo conto della composizione nutrizionale della canapa: ad elevati contenuti in proteine e glucidi infatti è associata assenza di glutine, elevato contenuto in omega 3, omega 6 e vitamina E. La canapa inoltre può utilmente essere impiegata per la bonifica di terreni inquinati, data la capacità delle sue radici di adsorbire metalli pesanti e inquinanti;
negli ultimi anni gli ettari coltivati a canapa industriale sono progressivamente aumentati a testimonianza di un accresciuto interesse da parte delle aziende agricole e di sempre nuovi territori che ne sperimentano la reintroduzione, seppure sussistano ancora problematiche relative alla esecuzione degli itinerari tecnici, in particolare in ordine alla meccanizzazione di varie fasi della coltivazione e alla ricerca per la ricostituzione del patrimonio genetico;
da notizie apparse sulla stampa si apprende che, durante la campagna agricola dell'anno 2015, sarebbero stati eseguiti diversi sequestri delle coltivazioni di canapa, in diverse regioni italiane. Alcuni dei suddetti contenziosi si sono risolti positivamente una volta eseguito il campionamento ed ottenuto l'esito dello stesso in relazione al contenuto di tetraidrocannabinolo (THC) presente nella coltivazione. In altre occasioni, invece, la coltivazione è stata compromessa e per altre ancora l'esito non risulta ancora definitivo;
in tutti i casi noti, gli agricoltori soci di associazioni specifiche del settore avrebbero regolarmente acquistato semente certificata, iscritta al catalogo europeo delle varietà ammesse alla coltivazione e quindi contenente una percentuale di tetraidrocannabinolo inferiore allo 0,2. Gli agricoltori avrebbero, inoltre, come previsto dalla legislazione vigente, presentato regolare comunicazione di semina alle locali stazioni dei carabinieri;
si sottolinea che, come noto, anche se a seguito del campionamento regolarmente eseguito, risultasse un tenore di THC della coltivazione superiore allo 0,2 per cento, non vengono comminate sanzioni all'agricoltore bensì è chiamato a risponderne amministrativamente il produttore di seme;
sembrerebbe che non in tutti i casi di sequestro e successivo campionamento il procedimento di prelievo adottato sia stato conforme al metodo che deve essere impiegato per accertare il tenore di THC presente in una coltivazione di canapa. Infatti, il metodo di prelievo, conservazione del campione e analisi dello stesso adottato per il rilevamento del tenore di THC, è quello previsto dall'Allegato I del Regolamento (CE) n. 1122/2009 della Commissione;
questo stesso metodo è lo stesso adottato anche dal CRA CIN di Bologna, incaricato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali del controllo amministrativo del tenore di THC delle coltivazioni ai sensi dei regolamenti europei, dai carabinieri e dalla guardia di finanza nel caso in cui questi intervengano su coltivazioni che ritengono sospette, sebbene non esistano in Italia laboratori specificatamente accreditati per la esecuzione di detta analisi, tali da poter essere impiegati in controversie di natura giudiziaria;
sembrerebbe inoltre che non in tutti i casi si sia provveduto a rilasciare una parte del campione prelevato, opportunamente catalogato e sigillato, all'agricoltore per le eventuali controanalisi;
allo stato attuale non sono in possesso dell'interrogante notizie circa la avvenuta o prossima distruzione delle coltivazioni, procedura che, se messa in atto, impedirebbe l'esecuzione di ulteriori campionamenti e che, nel caso venga stabilita la estraneità ai fatti contestati all'agricoltore, costituirebbe un danno economico irrimediabile –:
se le notizie riportate corrispondano al vero;
se i campionamenti eseguiti nel 2015 abbiano rispettato quanto previsto dall'allegato I del Regolamento (CE) 1122/2009 della Commissione;
se non ritengano, nel caso in cui tale procedimento previsto dall'allegato I del Regolamento (CE) 1122/2009 della Commissione non sia stato rispettato in uno o più casi, di dover ripetere, laddove le controversie non siano appianate, ulteriori campionamenti seguendo tale metodo, normalmente impiegato dai laboratori del CRA CIN di Bologna, dai carabinieri e dalla guardia di finanza;
se non ritengano di assumere ogni iniziativa di competenza affinché, laddove e se sia prevista, venga evitata la distruzione della coltivazione, considerando che altrimenti non sarebbe più possibile eseguire eventuali ulteriori controanalisi oltre al grave nocumento che deriverebbe dalla perdita di reddito;
se non ritenga opportuno, per quanto di competenza, promuovere la istituzione di laboratori accreditati e autorizzati alla esecuzione delle analisi per il rilevamento del tenore di THC, opportunamente dislocati in tutto il territorio italiano;
se non ritenga necessario, nei casi in cui sia stato definitivamente accertato che le coltivazioni sequestrate siano di canapa industriale e non di canapa indica, assumere iniziative per darne la più ampia diffusione sugli organi di stampa e sui social network al fine di ristabilire la credibilità degli agricoltori coinvolti e della coltura della canapa industriale. (5-06497)