• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02221 CASTALDI, GIROTTO, PETROCELLI, BERTOROTTA, CAPPELLETTI, MORONESE, SCIBONA, DONNO, MANGILI, SANTANGELO, MORRA, PAGLINI - Ai Ministri dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dei...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02221 presentata da GIANLUCA CASTALDI
giovedì 24 settembre 2015, seduta n.511

CASTALDI, GIROTTO, PETROCELLI, BERTOROTTA, CAPPELLETTI, MORONESE, SCIBONA, DONNO, MANGILI, SANTANGELO, MORRA, PAGLINI - Ai Ministri dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute - Premesso che:

nella giornata del 23 settembre 2015 Martin Winterkorn ha annunciato le sue dimissioni da CEO (chief executive officer) di Volkswagen, in seguito allo scandalo suscitato dalla vendita di auto "truccate" per risultare in regola con i limiti imposti per le emissioni di gas nocivi;

tali dimissioni sono conseguenza del fatto che da tempo la società Volkswagen è al centro di uno scandalo legato alle sue automobili diesel, che sta portando a serie conseguenze;

come riportato da "Il Post" dello stesso giorno «la casa automobilistica tedesca è accusata negli Stati Uniti di avere venduto auto con sistemi che falsano i risultati dei test di laboratorio sulle emissioni di alcune sostanze inquinanti, in modo da farle apparire entro i limiti di legge anche se poi su strada non lo sono (...) il problema non riguarda solamente il mezzo milione circa di veicoli diesel venduti negli Stati Uniti negli ultimi anni, ma quasi 11 milioni di automobili vendute in giro per il mondo, soprattutto in Europa», riaprendo «il dibattito sull'affidabilità dei test per valutare le emissioni nocive prodotte dai motori delle automobili»;

considerato che:

come è emerso dalle indagini svolte negli Stati Uniti, «a partire dal 2009 Volkswagen ha inserito del codice nelle centraline dei suoi veicoli per rilevare i movimenti di pedali e sterzo solitamente effettuati da chi realizza i test per le emissioni» inducendo il sistema a ridurre le prestazioni del motore e altri parametri quel tanto che basta per fare risultare le stesse emissioni» in linea con i massimi consentiti dalla legge, falsando quindi i risultati rispetto ai livelli effettivi di inquinamento prodotti su strada;

l'inchiesta realizzata dal gruppo indipendente International council on clean transportation (ICCT), che ha svolto una serie di ricerche per capire i motivi per cui i risultati dei test di laboratorio su alcuni veicoli diesel Volkswagen fossero così discrepanti rispetto ad altre prove effettuate su strada, ha individuato un veicolo che emetteva quantità di ossidi di azoto 35 volte superiori ai limiti di legge, molto di più di quanto rilevato in laboratorio;

in seguito a quei risultati, a partire dal maggio 2014, l'Agenzia federale statunitense per la protezione dell'ambiente (EPA) ha chiesto a Volkswagen di indagare e risolvere il problema su modelli molti popolari quali Passat, Golf e Audi A3;

il 18 settembre 2014 l'EPA ha formalizzato le sue accuse nei confronti di Volkswagen, accusando la casa automobilistica di avere montato su Jetta, Beetle, Audi A3, Golf e Passat un sistema in grado di attivarsi autonomamente quando vengono effettuati i controlli sulle emissioni sul veicolo;

secondo l'EPA, in alcuni casi questa soluzione avrebbe permesso di mascherare durante i test la produzione di inquinanti tra le 10 e le 40 volte superiori rispetto ai limiti consentiti;

secondo i calcoli e le analisi condotte dal quotidiano "The Guardian", le auto Volkswagen "truccate" vendute negli Stati Uniti avrebbero emesso tra le 10.000 e le 41.000 tonnellate di ossidi di azoto nell'aria ogni anno; qualora avessero rispettato i limiti imposti dall'EPA, avrebbero emesso circa 1.000 tonnellate ogni anno;

in seguito ai provvedimenti dell'EPA, Volkswagen ha annunciato che richiamerà circa 500.000 automobili negli Stati Uniti;

secondo il giornale tedesco "Die Welt", il Governo della Germania era al corrente della situazione già da tempo. Nel mese di luglio 2015 il Ministro dei trasporti rispose a un'interrogazione parlamentare, presentata dai Verdi, sulla scarsa affidabilità dei test sulle emissioni nel settore dell'auto, e ammise la necessità di rivedere alcune procedure in ambito europeo;

considerato inoltre che:

da un articolo apparso su "la Repubblica" on line in data 22 settembre si apprende che la ricerca di una organizzazione non governativa tedesca ha analizzato «le emissioni di 15 autovetture, tre analizzate in rapporto agli standard americani, 12 rispetto a quelli europei. Di quelli Usa si sa che le due Vw "baravano" e una Bmw rispettava le regole. Sui rimanenti 12 modelli europei il rapporto dice che "alcuni sono rientrati nei limiti", ma facendo una media quei 12 modelli superano le emissioni di NOx di sei, sette volte. Quindi, per un modello virtuoso ce n'è sicuramente un altro che supera i limiti di 15, 20, 40 volte. Ed è impossibile che siano 12 Vw»;

lo studio ICCT utilizzato dall'EPA rileva che quanto «ai 12 modelli misteriosi testati con gli standard europei (per essere precisi Euro 6), il rapporto dice che "alcuni sono rientrati entro le regole", ma facendo una media quei 12 modelli superano le emissioni di NOx di sei, sette volte. Quindi, per un modello virtuoso ce n'è sicuramente un altro che supera i limiti di 15, 20, 40 volte (...). Ma l'Europa, ammesso che non lo abbia ancora fatto, dovrebbe pretendere di conoscere l'identità di quei 12 modelli e indagare su di loro, come hanno fatto gli Usa, alla ricerca di altre o simili pratiche fraudolente. Al momento di questo non trapela nulla ed è difficile credere che si tratti di 12 vetture Volkswagen (...) si può affermare che i costruttori hanno sin qui preferito avvalersi dell'ambiguità delle regole Ue per la certificazione delle emissioni delle auto (controlli di laboratorio a condizioni non rispondenti al lavoro reale dei motori su strada) anziché investire nella tecnologia che permetterebbe di rientrare entro i parametri anche con controlli più stringenti e veritieri. Tecnologia esistente, come proverebbe ancora il BMW X5», come si legge in un articolo de "la Repubblica" del 23 settembre;

l'organizzazione non governativa ambientalista "Transport & Environment" (T&E) ha pubblicato nel 2014 uno studio in cui sostiene che i reali consumi di carburante delle automobili europee, e di conseguenza le loro emissioni di anidride carbonica, sono in media superiori del 23 per cento a quelli dichiarati dalle case produttrici e in alcuni casi anche del 50 per cento e solo 3 modelli su 23 rispettano davvero gli standard Euro6;

da quanto si apprende da un blog di "Lettera 43" del 23 settembre, un altro report, «sempre elaborato dall'International Council on Clean Transportation nel maggio 2013 mostra evidenti discrepanze nei dati resi noti e quelli effettivi: Bmw-Audi pubblicizza valori in media del 30% inferiori al reale, Mercedes del 26%, Fiat del 24%, Peugeot-Citroen del 16%, Toyota del 15%. E negli anni il vizietto si è aggravato: nel 2001 lo scostamento medio era del 10%, nel 2011 è diventato del 25%»;

il giornale on line "Altra economia" precisa che «Le emissioni "su strada" delle auto alimentate a gasolio, evidenzia l'analisi di T&E, sarebbero in media fino a cinque volte superiore ai limiti di legge (...) Il dato peggiore riguarda un modello di Audi -marchio del gruppo Volkswagen- che supererebbe di ben 22 volte il valore massimo ammissibile. Non sarebbero da meno, secondo i dati diffusi la settimana scorsa, BWM, Citroen, Volkswagen, OPEL, Mercedes-Benz»;

a giudizio degli interroganti i controlli europei sono assolutamente inadeguati essendo l'EPA un'agenzia federale indipendente che fa controlli in proprio, mentre in Europa le case automobilistiche pagano per farsi certificare e la maggior parte delle volte le misurazioni avvengono nei propri stabilimenti; inoltre per quantificare consumi ed emissioni si utilizza ancora il vecchio Nedc (new European driving cycle), un sistema nato nel 1970 e aggiornato 25 anni fa;

considerato, altresì, che:

del gruppo Volkswagen fanno parte Ducati e Lamborghini, due storici marchi del made in Italy e, in media, dentro una vettura tedesca l'8 per cento del valore è costituito da componenti made in Italy;

con l'interrogazione 3-01890, a prima firma del senatore Cappelletti, presentata il 29 aprile 2015, veniva chiesto ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute quali iniziative urgenti di competenza intendevano assumere per eliminare le conseguenze negative in materia ambientale derivanti dall'utilizzazione dei filtri FAP (filtri antiparticolato) e scongiurare un grave pregiudizio alla salute dei cittadini stando anche un caso conclamato di illegittimo comportamento dei dirigenti del Ministero che hanno omologato filtri antiparticolato in assenza delle prescritte prove di durabilità del Ministero delle infrastrutture;

inoltre, nella citata interrogazione viene rilevato «che il procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, starebbe indagando, dopo l'incendio di un mezzo, sul funzionamento e l'utilità dei dispositivi FAP. Anche la Procura di Roma indagherebbe sul funzionamento dei filtri antiparticolato e su alcuni presunti illegittimi interventi dei dirigenti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti»,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti;

se non ritengano, per quanto di competenza, di dover aprire attività istruttorie per accertare il rispetto delle norme sulle emissioni sia per le autovetture Volkswagen attualmente in vendita, sia per i modelli già circolanti nel nostro Paese, attraverso un apposito certificato rilasciato dai Ministeri dei trasporti e dello sviluppo economico;

quali iniziative di competenza intendano intraprendere al fine di salvaguardare i profili ambientali e di salute per i cittadini italiani in rapporto alla necessità di definire modalità di controllo delle emissioni, che consentano risultati certi ed attendibili;

se intendano attivarsi al fine di rilanciare nel mercato italiano il settore dell'automobile tramite l'immissione di veicoli elettrici che non producono emissioni anche per evitare il reiterarsi di violazioni delle norme sulle emissioni;

se non ritengano necessario avviare un confronto formale con la Germania e l'Unione europea per definire nuove regole comuni circa la verifica delle emissioni delle auto Euro6 che tendano ad affermare una modalità di accertamento delle emissioni indipendente ed affidabile;

se non ritengano di dover invitare formalmente la Volkswagen al richiamo delle vetture Jetta, Beetle, Audi A3, Golf e Passat diesel commercializzate nel nostro Paese anche al fine di verificare un loro eventuale ritiro.

(3-02221)