Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE
Atto a cui si riferisce:
S.3/02223 DALLA ZUANNA, DI BIAGIO - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:
l'atto di sindacato ispettivo 3-02196 degli interroganti...
Atto Senato
Interrogazione a risposta orale 3-02223 presentata da GIANPIERO DALLA ZUANNA
martedì 29 settembre 2015, seduta n.512
DALLA ZUANNA, DI BIAGIO - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:
l'atto di sindacato ispettivo 3-02196 degli interroganti sottopone, tra gli altri destinatari al Ministro in indirizzo, alcuni quesiti relativi ad un progetto della società Accord Phoenix relativo alla realizzazione di uno stabilimento nell'ex polo elettronico de L'Aquila operante nel comparto del trattamento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), che prevede un investimento complessivo di 35,8 milioni di euro, di cui 10,7 autorizzati da Invitalia nel luglio 2015 a seguito di un'istruttoria;
la penuria di informazioni correlate al profilo societario dell'azienda proponente del progetto ha indotto gli interroganti ad un approfondimento che ha comportato l'emersione di alcuni profili di criticità meritevoli degli opportuni approfondimenti da parte del Ministero, in ragione del notevole coinvolgimento di Invitalia nelle dinamiche di sviluppo del progetto medesimo;
risulta che l'azienda straniera, l'Accord Phoenix, sia soltanto l'anello terminale di una catena ben più lunga e complessa, a cui farebbe capo uno studio commerciale con sede a Milano da cui sarebbe poi stata attivata una struttura societaria frammentata in molteplici "scatole cinesi" al fine di disperderne l'identificazione e poter giungere al progetto finanziabile di cui si tratta;
nelle intenzioni dello studio commerciale milanese, originario step del percorso di progettualità industriale era quello di creare un'occasione di business che potesse contare sulla legittimazione di risorse di derivazione statale, strutturando, intorno a questa originaria mission, un progetto che, solo sulla carta, avrebbe dovuto contare su un cospicuo investimento in un'area, tra le altre cose, destinataria di specifiche misure volte alla ripresa delle attività produttive;
a supporto dell'orientamento di costituzione di una società ad hoc al fine di proporre un progetto di così ampio respiro vi sarebbe stata, stando a quanto risulta agli interroganti, una preventiva conoscenza da parte della stessa Invitalia, agenzia del Ministero dell'economia e delle finanze, del progetto medesimo prima dell'elaborazione e presentazione dello stesso nelle varie sedi competenti;
a tal proposito, si sottolinea che il riconoscimento al progetto dell'Accord Phoenix dei fondi che afferiscono al plafond previsto dalla delibera Cipe n. 135, per la ripresa delle attività produttive nella zona del cratere, all'indomani del sisma abruzzese del 2009, avrebbe dovuto fondarsi sulla sussistenza di determinati prerequisiti che al momento della presentazione del progetto dell'impianto, come è evidenziato anche dalla stampa, non sussistevano: per fare un semplice esempio, la società nel 2013 deteneva come capitale netto il solo capitale sociale pari a 10.000 euro; pertanto, si farebbe non poca fatica a comprendere su quali basi sia stata valutata e successivamente accertata la sostenibilità economico-finanziaria della società destinataria di un finanziamento così cospicuo;
malgrado la sussistenza di un progetto riconosciuto e finanziato in capo alla società, questa dovrebbe versare una sorta di "buonuscita" alla società occupante l'area di destinazione del nuovo impianto, quasi a voler confermare l'esistenza di un malcelato sistema di interessi multilivello;
alla luce di tali aspetti, sorge il dubbio, a giudizio degli interroganti assolutamente legittimo, che la nascente società costituitasi per accedere a fondi statali, avrebbe inteso sovrafatturare l'ammontare degli investimenti dichiarati, al fine di rendere, per certi aspetti, proporzionato l'ammontare delle risorse previste dal contratto di sviluppo firmato a luglio 2015 con Invitalia;
la mancanza di chiarezza circa la proprietà reale dell'azienda promotrice del progetto, che continua a sussistere, in assenza di una puntuale dichiarazione da parte della società protagonista delle dinamiche industriali citate, nonché delle istituzioni che hanno provveduto a supportare l'attuazione del progetto, ed il proliferare di interventi della stampa secondo cui i "reali proprietari della Accord" sono "schermati da un trust a Cipro e a Londra" amplificano i dubbi che sussistono intorno al progetto stesso e rendono maggiormente urgente che il Ministro riferisca circa lo stato attuale della questione,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo ritenga opportuno riferire sui fatti, in particolare per quanto concerne le dinamiche, la correttezza e l'accertamento della sostenibilità economico-finanziaria che hanno condotto alla stipula del contratto di sviluppo tra Invitalia e la società Accord Phoenix;
se ritenga che vi siano le condizioni per avviare, nei limiti delle proprie competenza, un'indagine conoscitiva tesa all'accertamento delle presunte criticità afferenti alla configurazione societaria dell'azienda destinataria dei fondi del contratto di sviluppo.
(3-02223)