• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/10568 desta preoccupazione, in particolare tra le aziende nazionali del settore, la recente notizia che con la prossima legge di stabilità potrebbero essere tagliati 500 milioni di euro alle spese...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10568presentato daCIRIELLI Edmondotesto diGiovedì 1 ottobre 2015, seduta n. 494

CIRIELLI. — Al Ministro della difesa . — Per sapere – premesso che:
desta preoccupazione, in particolare tra le aziende nazionali del settore, la recente notizia che con la prossima legge di stabilità potrebbero essere tagliati 500 milioni di euro alle spese pubbliche per gli investimenti nella difesa nel 2016;
già lo scorso anno il Governo aveva annunciato la volontà di tagliare 500 milioni di euro salvo un parziale recupero di 200 milioni;
secondo le dichiarazioni rilasciate dal presidente dell'Aiad, Guido Crosetto, al Sole24Ore «Nel 2015 i fondi pubblici complessivi in Italia, tra stanziamenti del ministero della Difesa e dello Sviluppo economico, ammontavano a 4,3 miliardi, contro i 7,5 miliardi della Germania, i 16,7 della Francia, i 19,9 della Gran Bretagna. Per il 2016, prima di eventuali tagli, è prevista una riduzione a 3,9 miliardi per gli investimenti in Italia, rispetto a cifre simili al 2015 negli altri Paesi europei: 7,8 miliardi la Germania, 17 la Francia e 19,9 la Gran Bretagna»;
come ha giustamente fatto notare l'Aiad «La scelta di avere l'industria della difesa è politica. Non esiste un'industria della difesa se non c’è l'investimento pubblico. L'export è una conseguenza, le aziende più brave crescono e riescono a vendere anche all'estero. Ma tutte le aziende fanno ricerca e sviluppo con i soldi del proprio governo, anche negli altri Paesi. C’è una soglia sotto la quale l'industria della difesa non esiste. Non è una questione di essere una lobby delle armi, ma una scelta politica»;
tale ipotesi di tagli «miopi», se confermata, desterebbe particolare preoccupazione soprattutto se si considera che oltre all'industria c’è la questione del mantenimento della funzione difesa, posto che per i consumi intermedi, tutto ciò che non sono investimenti né spese del personale, la Difesa ha 600 milioni di euro all'anno, quando dieci anni fa aveva 6 miliardi;
il disegno di legge di stabilità dell'attuale Governo avrebbe potuto rappresentare un'importante occasione di «espansione» e invece rischia di imporre tagli dolorosi a settori sensibili della spesa pubblica come, appunto, la sicurezza;
in un momento così delicato per l'economia e il lavoro si andrebbe a colpire un asset strategico per capacità tecnologica, produttiva e occupazionale, con gravissime ripercussioni sul settore e sulla nostra stessa sicurezza –:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative ritenga opportuno adottare per scongiurare il taglio di 500 milioni di euro alle spese pubbliche per gli investimenti nella difesa nel 2016 annunciati con il disegno di legge di stabilità. (4-10568)