• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02255 GIROTTO, CASTALDI, PETROCELLI, DONNO, MONTEVECCHI, SERRA, FUCKSIA, PUGLIA, SANTANGELO, COTTI, PAGLINI, SCIBONA, BERTOROTTA, GIARRUSSO, GAETTI - Ai Ministri dello sviluppo economico e...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02255 presentata da GIANNI PIETRO GIROTTO
martedì 6 ottobre 2015, seduta n.518

GIROTTO, CASTALDI, PETROCELLI, DONNO, MONTEVECCHI, SERRA, FUCKSIA, PUGLIA, SANTANGELO, COTTI, PAGLINI, SCIBONA, BERTOROTTA, GIARRUSSO, GAETTI - Ai Ministri dello sviluppo economico e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:

il decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 45, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 26 marzo 2014, n. 71, ha dato attuazione alla direttiva 2011/70/Euratom (European Atomic Energy Community) del Consiglio del 19 luglio 2011, che istituisce un quadro comune di riferimento a livello europeo per la sicurezza e la sostenibilità della gestione del combustibile esaurito e delle scorie radioattive, al fine di proteggere i cittadini, i lavoratori o l'ambiente dall'effetto nocivo delle radiazioni ionizzanti;

il citato decreto legislativo, all'art. 6, ha disposto l'istituzione dell'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (ISIN), quale autorità di regolamentazione competente in materia. L'istituzione dell'ISIN colma la lacuna creata dall'articolo 21, commi 13-21, del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011 (cosiddetto Decreto salva Italia), con il quale è stata disposta la soppressione di diversi enti ed organismi (indicati dall'Allegato A, cui fa rinvio la medesima disposizione), tra i quali l'Agenzia per la sicurezza nucleare, le cui funzioni, in via transitoria e fino all'adozione di un assetto organizzativo rispettoso delle garanzie di indipendenza previste dalla UE, sono state attribuite (comma 20-bis) all'ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale);

l'ISIN espleta, tra l'altro, le funzioni istruttorie connesse ai processi autorizzativi, le valutazioni tecniche, il controllo e la vigilanza delle installazioni nucleari non più in esercizio e in disattivazione, dei reattori di ricerca, degli impianti e delle attività connesse alla gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito, delle materie nucleari, della protezione fisica passiva delle materie e delle installazioni nucleari, delle attività di impiego delle sorgenti di radiazioni ionizzanti e di trasporto delle materie radioattive. Fornisce inoltre supporto tecnico alle autorità di protezione civile nel campo della pianificazione e della risposta alle emergenze radiologiche e nucleari, svolge le attività di controllo della radioattività ambientale previste dalla normativa vigente e assicura gli adempimenti dello Stato italiano agli obblighi derivanti dagli accordi internazionali sulla salvaguardia. L'ISIN assicura, altresì, la rappresentanza dello Stato italiano nell'ambito delle attività svolte dalle organizzazioni internazionali e dall'Unione europea nelle materie di competenza e la partecipazione ai processi internazionali e comunitari di valutazione della sicurezza nucleare degli impianti nucleari e delle attività di gestione del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi in altri Paesi (articolo 6, comma 2, del decreto legislativo n. 45 del 2014);

considerato che:

sono organi dell'ISIN il direttore e la consulta. Ai sensi del citato articolo 6, il comma 4 prevede che il direttore è nominato con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, da adottarsi su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, acquisiti i pareri favorevoli espressi a maggioranza assoluta dei componenti delle commissioni parlamentari competenti, entro 90 giorni dall'entrata in vigore del decreto. Il provvedimento è entrato in vigore il 10 aprile 2014. In data 26 settembre 2014, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, ha proposto la nomina del consigliere Antonio Agostini, quale direttore dell'ISIN;

le competenti Commissioni del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati hanno espresso parere nel mese di novembre 2014. Il procedimento di nomina è allo stato rimesso al Consiglio dei ministri, anche in ragione delle notizie diffuse dagli organi di stampa e relative ad un'inchiesta penale a carico del medesimo Agostini per abuso d'ufficio e turbativa d'asta legata alla gestione dei fondi comunitari, quando lo stesso era direttore generale del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;

già in sede di espressione di parere parlamentare, forti dubbi erano stati sollevati dai componenti del M5S (Movimento 5 Stelle) relativamente alla compatibilità del profilo del dottor Antonio Agostini rispetto a quanto stabilito dall'articolo 6 del decreto legislativo n. 45 del 2014, che, al comma 5, prevede: "Il Direttore è scelto tra persone di indiscussa moralità e indipendenza, di comprovata e documentata esperienza e professionalità ed elevata qualificazione e competenza nei settori della sicurezza nucleare, della radioprotezione, della tutela dell'ambiente e sulla valutazione di progetti complessi e di difesa contro gli eventi estremi naturali o incidentali";

in merito, richiamando anche il parere sulla questione degli scienziati professor Giorgio Parisi e professor Massimo Scalia, il 12 novembre 2014, i firmatari del presente atto di sindacato ispettivo hanno inviato una lettera al Presidente della Repubblica, sollevando le preoccupazioni e chiedendo di valutare accuratamente e di non firmare il decreto del Presidente della Repubblica di nomina del direttore ISIN, rimandando ad un necessario chiarimento;

considerato inoltre che:

il direttore generale dell'ISPRA, Stefano Laporta, nel corso dell'audizione svolta presso le Commissioni riunite 10ª (Industria, commercio, turismo) e 13ª (Territorio, ambiente, beni ambientali) del Senato, in data 9 gennaio 2014, nell'ambito del recepimento della direttiva 2011/70/Euratom, aveva segnalato sulla questione alcune criticità, evidenziando che, per un efficace svolgimento dei compiti di controllo, in attuazione della direttiva, un obiettivo primario da perseguire è l'adeguatezza delle risorse umane attribuite all'autorità competente, essendo comunque necessaria un'efficace strategia di integrazione del personale tecnico altamente qualificato esistente nel Dipartimento nucleare, rischio tecnologico e industriale dell'ISPRA (peraltro venuto significativamente a ridursi nei tempi recenti per la collocazione a riposo dei funzionari più anziani e l'impossibilità per l'ISPRA stessa di assicurare il necessario turnover nella previsione della nuova Agenzia) con associato uno specifico programma di formazione. Ciò anche in relazione alla prevista accelerazione delle operazioni di disattivazione e della realizzazione del deposito nazionale con la conseguente necessità di assicurare lo svolgimento delle connesse attività di controllo. Per lo svolgimento delle funzioni di autorità di regolamentazione e controllo in campo nucleare si richiedono comunque competenze specifiche nel settore, che si creano con anni di esperienza e che vanno a connotarsi con la cosiddetta "cultura della regolamentazione e del controllo", andando ben al di là delle sole conoscenze sulla tecnologia nucleare;

a parere degli interroganti è importante chiudere quanto prima il processo istitutivo dell'ISIN e dotarlo di idoneo personale, anche per dare maggiore certezza ai cittadini che l'autorità che dovrà vigilare sia indipendente e non sottoposta a vigilanza, mentre l'ISPRA che ad oggi ne fa le veci è invece vigilata dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Avendo un ispettorato autorevole e indipendente che vigilerà, si avrà più fiducia sulla correttezza di tutte le azioni che stanno per essere intraprese;

considerato altresì che:

il 1° aprile 2015, nella seduta n. 7 delle commissioni riunite 2ª (Giustizia) e 3ª (Affari esteri, emigrazione) del Senato, in sede di esame del disegno di legge 1791, recante ratifica degli emendamenti alla Convenzione protezione fisica materiali nucleari, è stato approvato l'ordine del giorno G/1791/1/0203, nel quale si impegna il Governo ad adottare urgentemente, al fine di garantire la sicurezza dei cittadini, ogni opportuna iniziativa volta a rendere pienamente operativo l'ISIN, anche procedendo alla nomina degli organi del medesimo ente sulla base dei requisiti di indiscussa moralità e indipendenza e di documentata esperienza ed elevata competenza nei settori della sicurezza nucleare, della radioprotezione, della tutela dell'ambiente e sulla valutazione di progetti complessi di difesa contro eventi estremi o incidenti, così come previsto dal decreto legislativo n. 45;

attualmente i Ministeri competenti non hanno dato riscontro agli impegni assunti, oltre a non aver fornito le risposte al quesito posto dagli interroganti con il precedente atto di sindacato ispettivo (4/04324), nel quale è stato chiesto se non ritengano opportuno ritirare la nomina di Agostini e rendere pienamente operativo l'ISIN;

considerato per di più che:

oltre agli atti necessari per l'operatività della nuova autorità di regolamentazione, vi è un secondo punto del decreto legislativo n. 45 del 2014, al quale non è stato ancora dato seguito, connesso ad un preciso obbligo posto dalla direttiva 2011/70/Euratom, alla quale il decreto legislativo dà attuazione;

il programma nazionale, ai sensi dell'articolo 8 del decreto legislativo deve comprende tra l'altro: gli obiettivi generali della politica nazionale riguardante la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi; le tappe più significative e chiari limiti temporali per l'attuazione di tali tappe alla luce degli obiettivi primari del programma nazionale; un inventario di tutto il combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi e stime delle quantità future, comprese quelle provenienti da impianti disattivati, in cui si indichi chiaramente l'ubicazione e la quantità dei rifiuti radioattivi e del combustibile esaurito, conformemente alla classificazione dei rifiuti radioattivi; i progetti o piani e soluzioni tecniche per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi dalla generazione fino allo smaltimento, ivi incluso il Deposito nazionale; i progetti e/o piani per la fase post-chiusura della vita di un impianto di smaltimento, compreso il periodo in cui sono mantenuti opportuni controlli e i mezzi da impiegare per conservare la conoscenza riguardo all'impianto nel lungo periodo; una valutazione dei costi del programma nazionale e delle premesse e ipotesi alla base di tale valutazione, che devono includere un profilo temporale; il regime o i regimi di finanziamento in vigore; la politica o procedura in materia di trasparenza di cui all'articolo 58-quater del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230; eventuali accordi conclusi con uno Stato membro o un Paese terzo sulla gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, compreso l'uso di impianti di smaltimento;

la direttiva prevede infatti che ogni Stato membro predisponga e trasmetta alla Commissione europea, entro il 23 agosto 2015, un programma nazionale per la gestione del combustibile nucleare irraggiato e dei rifiuti radioattivi;

tenendo conto della scadenza, il decreto legislativo (art. 7) stabiliva che il programma venisse definito entro il 31 dicembre 2014. È inoltre previsto che il programma sia adottato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentiti il Ministro della salute, la Conferenza unificata e l'autorità di regolamentazione, cioè l'ISIN o l'ISPRA;

il termine del 31 dicembre 2014, ovviamente ordinatorio, è largamente trascorso, così come la scadenza del 23 agosto 2015 per la trasmissione del programma alla Commissione europea. Al riguardo, il Ministro dello sviluppo economico, nell'audizione del 31 marzo 2015, ha informato che il programma era in corso di predisposizione, ma che, considerata la procedura fissata dal decreto legislativo, prima della definitiva adozione dovrà essere sottoposto alla valutazione ambientale strategica che prevede la partecipazione delle parti interessate sui territori;

questa situazione legittima la Commissione europea ad intraprendere un'azione nei confronti dell'Italia per l'apertura di una procedura d'infrazione;

considerato inoltre che;

entro i primi giorni di settembre 2015 era prevista la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) per la realizzazione del deposito nazionale e il conseguente avvio della fase di consultazione pubblica con i territori, come stabilito dalle disposizioni contenute nel decreto legislativo n. 31 del 2010;

l'assenza di un'autorità indipendente di controllo e di un programma nazionale, così come disposto dalle normative nazionali ed europee, a parere degli interroganti non rispetta la procedura, in quanto mancano presupposti fondamentali per l'individuazione delle aree idonee alla localizzazione e realizzazione del deposito nazionale dei rifiuti nucleari, che vedrà una forte partecipazione da parte dei territori interessati; a tutt'oggi, infatti l'ISIN rimane un organismo disciplinato dalla legge, ma che non svolge le funzioni individuate come richiesto dalla direttiva europea, in quanto privo del direttore, dei membri della consulta e di un suo organico, mentre per il programma nazionale, che deve comprendere i progetti o piani e soluzioni tecniche per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi dalla generazione fino allo smaltimento, ivi incluso il Deposito nazionale, non è stata avviata ancora la procedura per la sua definizione da sottoporre alle osservazioni delle parti interessate sui territori coinvolti e alla condivisione della Commissione europea;

a tal proposito, il 4 settembre 2015 è stata presentata un'interrogazione alla Commissione europea dal parlamentare europeo Piernicola Pedicini e altri firmatari, nella quale sono stati chiesti chiarimenti ed elementi informativi sulle misure che si intendono intraprendere in merito ai ritardi della definizione del programma nazionale, per la mancata istituzione dell'ISIN, e per non aver ancora presentato alla Commissione una relazione sull'attuazione della suddetta direttiva entro i termini previsti dall'articolo 14;

considerato infine che:

il 1° ottobre 2015 la Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad essi correlati ha pubblicato la proposta di relazione sui rifiuti radioattivi in Italia e sulle attività connesse nella quale esprime che, seppur "le motivazioni che hanno indotto ad istituire l'ISIN possono non apparire evidenti e pur se la legittimità della posizione dell'ISPRA non può essere posta in discussione, queste considerazioni portano a ritenere non più procrastinabile la chiusura del transitorio aperto nel 2009. Dovranno comunque essere garantite in modo certo al nuovo soggetto l'indipendenza e l'autorevolezza che lo svolgimento delle sue funzioni richiede, anche, se necessario, attraverso la riconsiderazione degli atti di competenza governativa già compiuti. Può non essere motivo di un qualche rammarico il ritardo con il quale l'Italia ottempererà all'obbligo di trasmettere alla Commissione europea il Piano nazionale previsto dalla Direttiva 2011/70/EURATOM sulla gestione responsabile e sicura dei rifiuti radioattivi, tanto più se si considera che da parte italiana si è sempre sostenuta con convinzione l'opportunità di una normativa comunitaria in materia e che, per dar seguito a tale obbligo con puntualità, il decreto legislativo n. 45 del 2014, nel marzo dell'anno scorso aveva stabilito con ampio anticipo che il Piano venisse approvato entro il 31 dicembre 2014. Si auspica che i tempi siano ora tali da evitare, se possibile, l'apertura di un procedimento formale d'infrazione",

si chiede di sapere:

se, al fine di garantire la sicurezza e la salute dei cittadini, in particolare nel processo di individuazione e realizzazione del Deposito nazionale dei rifiuti nucleari, il Governo non ritenga di fornire le reali motivazioni che ad oggi hanno impedito al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ed al Ministro dello sviluppo economico, di ottemperare alle scadenze già definite, in parte dalla direttiva n. 70 - 2011/70/Euratom, in altra parte dal decreto legislativo n. 45 del 31 dicembre 2014, esponendo il Paese al rischio di subire una procedura d'infrazione da parte della Commissione;

se non ritenga opportuno ritirare la citata nomina del consigliere Agostini e rendere pienamente operativo l'ISIN tramite la designazione degli organi del medesimo ente, sulla base dei requisiti di indiscussa moralità e indipendenza e di documentata esperienza ed elevata competenza nei settori della sicurezza nucleare, della radioprotezione, della tutela dell'ambiente e sulla valutazione di progetti complessi di difesa contro eventi estremi o incidenti, così come richiesto dalla normativa;

se non ritenga necessario adottare con urgenza il programma nazionale e darne attuazione;

se non intenda, in attesa che venga reso operativo l'ISIN e definito il programma nazionale, considerati presupposti fondamentali per l'individuazione delle aree idonee alla localizzazione e realizzazione del Deposito nazionale dei rifiuti nucleari, così come disposto dalle normative nazionali ed europee, e affinché non venga compromesso l'esito atteso dal decreto legislativo n. 31 del 2010, sospendere la pubblicazione della Carta delle aree potenzialmente idonee.

(3-02255)