• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02270 DI BIAGIO - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e della difesa - Premesso che, per quanto risulta all'interrogante: con un'ordinanza presidenziale del 16 settembre 2015 il...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02270 presentata da ALDO DI BIAGIO
giovedì 8 ottobre 2015, seduta n.520

DI BIAGIO - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e della difesa - Premesso che, per quanto risulta all'interrogante:

con un'ordinanza presidenziale del 16 settembre 2015 il presidente nazionale della CRI ha formulato la richiesta di un'anticipazione di fondi all'Istituto con funzioni di cassiere (BNL) di circa 90 milioni di euro, in ragione della "maturazione del contenzioso ereditato dal passato (debiti derivanti da gestione ante 2008)" nonché per i "costi derivanti dalle stabilizzazioni del personale civile a tempo determinato per effetto della legge 226/2006 (finanziaria 2007) e alla mancata attuazione dei processi di assorbimento di tale personale previsti dall'art. 2, comma 367, della legge 244/2007 (finanziaria 2008)";

per quanto attiene al riferimento alla "maturazione del contenzioso", appare opportuno evidenziare che la crescita esponenziale dello stesso è legata anche alla mancanze della gestione attuale non vedendosi concretizzati l'erogazione dell'ultima tranche di arretrati (quantificati in 14 milioni di euro) ed in altri atti in cui l'amministrazione ha perseverato nonostante la soccombenza a seguito di intervenute sentenze a tutela dei lavoratori denuncianti;

per quanto attiene invece ai costi derivanti dalle stabilizzazioni, pur rientrando il caso nella gestione attuale, la questione rientra nelle carenze intrinseche del decreto legislativo n. 178 del 2012 che non ha contemplato gli oneri nel suo complesso, che sono notevolmente più elevati rispetto alla previsione positiva, a giudizio dell'interrogante parossistica, dei costi di privatizzazione;

come evidenziato dalla stesso presidente nazionale nell'ordinanza, fu già presentata al Ministero dell'economia e delle finanze un'istanza di anticipazione di liquidità in favore della CRI per un ammontare di oltre 150 milioni di cui sono stati erogati soltanto 48 milioni per far fronte "all'enorme contenzioso pregresso"; quest'ultimo ammontare non è servito a tamponare l'enorme contenzioso e a far fronte alle assunzioni effettuate nel contempo, pertanto è stato maturato un significativo deficit di cassa che ha ampiamente superato i 151 milioni di euro quantificati, che sono ben superiori ai costi "vantaggiosi" previsti dal decreto legislativo n. 178 del 2012, con un conseguente deleterio riverbero a carico delle casse erariali;

"la determina (...) di chiedere all'Istituto cassiere - Banca Nazionale del Lavoro (...) un'anticipazione bancaria, anche per il corrente esercizio finanziario, pari ad €. 90.092.145,44" risulta ampiamente insufficiente e si somma ai 48.843.373,72 euro già concessi, portando il deficit consolidato ad oltre 140 milioni di euro. A questi ovviamente vanno sommati i costi che deriveranno dall'attuazione dei procedimenti di "smilitarizzazione" del Corpo militare CRI ai sensi del decreto legislativo n. 178 del 2012 a seguito dei quali dovranno essere accantonate somme per oltre 50 milioni di euro al fine dell'erogazione del solo trattamento di fine servizio spettante agli operatori, oltre alla perdita o al depauperamento di strutture e attrezzature che non potranno essere gestite dal nuovo soggetto privato (con perdite stimabili di circa 250-300 milioni di euro), a cui si aggiunge il mancato introito del patrimonio immobiliare che attualmente risulta invenduto;

la Corte dei conti ha infatti evidenziato che: "L'ente a oggi possiede 430 terreni e oltre mille immobili, che non riescono ad essere venduti: le aste sono andate quasi tutte deserte e dei 36 milioni di entrate che si prevedevano proprio da queste vendite, in effetti ne sono entrati solo 6 milioni";

pertanto in una visione di insieme nella quale inquadrare i costi derivanti dall'attuazione dei processi di privatizzazione questi possono essere configurabili in circa 400 milioni di euro a fronte dei 42 milioni di euro previsti su un arco temporale di circa 4-5 anni dal decreto legislativo n. 178 del 2012;

risulta evidente il percorso antieconomico ed antitetico rispetto ad una qualunque convenienza legata ad una privatizzazione che risulta di nocumento per il contribuente, per il cittadino e per la nazione,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza delle dinamiche e delle criticità evidenziate;

se intendano rivedere alcuni aspetti delle procedure attuative del decreto legislativo n. 178 del 2012 in ragione dei gravi riverberi di natura finanziaria, senza trascurare quelli afferenti alla valorizzazione delle professionalità e dell'expertise dell'ente, che l'attuazione del decreto legislativo sta comportando.

(3-02270)