• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00807 premesso che: nell'anno dell'Expo 2015 dove il tema è «Nutrire il pianeta, energia per la vita» e intende includere tutto ciò che riguarda l'alimentazione e i cicli produttivi, nel...



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00807presentato daLABRIOLA Vincenzatesto diLunedì 12 ottobre 2015, seduta n. 500

Le Commissioni XI e XIII,
premesso che:
nell'anno dell'Expo 2015 dove il tema è «Nutrire il pianeta, energia per la vita» e intende includere tutto ciò che riguarda l'alimentazione e i cicli produttivi, nel nostro Paese si registrano, finora, almeno 13 decessi, 4 nella sola regione Puglia, tra gli addetti all'agricoltura;
in Italia da tempo i riflettori sono accessi sul fenomeno del caporalato ed è di questi giorni la notizia – Giornale di Sicilia – che la guardia di finanza nell'effettuare l'ennesima operazione, questa volta nel Ragusano, finalizzata al contrasto del fenomeno del caporalato, ha accertato che il titolare di una azienda agricola e quattro caporali avrebbero costituito un'organizzazione dedita al reclutamento di manodopera a basso costo da utilizzare nelle serre per la raccolta dei pomodori;
nel corso del blitz i finanziari della Tenenza di Vittoria hanno individuato 44 lavoratori, tutti di nazionalità rumena, tra cui 4 minorenni e 20 donne, alcuni totalmente «in nero»;
l'Istat ha recentemente rilevato che, su un totale di un milione e 200 mila addetti in agricoltura, il 43 per cento è lavoro sommerso e una buona parte di esso è gestito da organizzazioni criminali, cosiddette «Agromafie», con un giro d'affari – stima della direzione nazionale antimafia – di oltre 12,5 miliardi di euro l'anno;
l'Osservatorio Placido Rizzotto di Flia CGIL afferma che almeno 400 mila lavoratori agricoli – circa l'80 per cento stranieri – si confrontano ogni giorno con l'arcaica pratica dello sfruttamento con una evasione di oltre 600 milioni di euro l'anno;
fulcro di tale organizzazione è il cosiddetto «caporale», vero e proprio criminale che sfrutta manodopera poco qualificata, soprattutto donne ed immigrati, con metodi illegali e violenti. Costui, solitamente nelle primissime ore del giorno, adesca manodopera giornaliera per farla lavorare abusivamente ed illegalmente in diversi settori produttivi, in maniera particolare nell'agricoltura e nei cantieri edili abusivi;
per arginare tale fenomeno criminale l'articolo 12 del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazione, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, ha introdotto nel Codice penale italiano il nuovo reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, punito con la reclusione da cinque a otto anni e con una sanzione amministrativa da 1.000 a 2.000 euro per ogni lavoratore coinvolto. Reato difficile da provare a causa delle difficoltà oggettive e soggettive che incontrano le vittime nel denunciare;
i dati ufficiali del Ministero del lavoro dicono che ci sono state 1.818 ispezioni nella sola Puglia nel 2014 e quelle che hanno riscontrato irregolarità sono state 925, circa il 50 per cento, per un totale di 1.299 lavoratori. Questo nonostante la regione Puglia abbia recentemente introdotto, con legge regionale sul lavoro, esempi virtuosi come i cosiddetti indici di congruità;
dal 1o settembre 2015, le imprese agricole interessate possono fare richiesta di adesione alla rete del lavoro agricolo di qualità se dimostrano di essere in regola con il versamento dei contributi ai lavoratori e se non hanno procedimenti in corso in materia di lavoro,

impegnano il Governo:

a predisporre un'iniziativa normativa urgente sul mercato del lavoro agricolo, affinché possa essere gestito in modo pubblico e trasparente attraverso un vero coinvolgimento della rete del lavoro, gli enti locali, le organizzazioni sindacali e le strutture preposte a colpire e contrastare il fenomeno del lavoro irregolare;
a prevedere anche l'utilizzo di moderni sistemi tecnologici di controllo – droni – a supporto dell'attività di vigilanza esercitata dagli ispettorati del lavoro e dalle forze dell'ordine;
ad assumere iniziative per introdurre nell'ordinamento misure come la confisca dei beni sia per i cosiddetti caporali che per le aziende che utilizzano manodopera «in nero»;
a monitorare le aziende, anche uninominali, che effettuano servizio di noleggio e trasporto di persone al fine di colpire più incisivamente il fenomeno del caporalato.
(7-00807) «Labriola, Schullian, Gregori, Fassina, Mottola, Pastorino, Pastorelli, Capelli, Pisicchio».