• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/01117 l'11 giugno 2002 veniva costituita la «Fondazione Ravello», della quale facevano parte la regione Campania, la provincia di Salerno, il comune di Ravello e la Fondazione Monte dei Paschi di...



Atto Camera

Interpellanza 2-01117presentato daRUSSO Paolotesto diMartedì 13 ottobre 2015, seduta n. 501

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, per sapere – premesso che:
l'11 giugno 2002 veniva costituita la «Fondazione Ravello», della quale facevano parte la regione Campania, la provincia di Salerno, il comune di Ravello e la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, quest'ultima ritiratasi dalla Fondazione nel 2010;
nel 2007 entravano a far parte della compagine fondativa anche l'ente provinciale per il turismo di Salerno e, segnatamente, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per il tramite dapprima della soprintendenza di Salerno, e poi per il tramite della direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Campania;
in forza di tanto, nel consiglio di amministrazione della Fondazione, dal 2007 ad oggi, è stato presente un membro nominato, dapprima indirettamente, da ultimo direttamente dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo;
in forza di tutto quanto sopra, è stata concessa alla Fondazione Ravello la gestione del prestigioso monumento Villa Rufolo, di cui sono proprietari, in quota parte l'Ente provinciale per il turismo di Salerno e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per la parte demaniale;
la Fondazione Ravello ha raggiunto, negli anni, brillanti ed eccezionali risultati sia in termini di realizzazione del famosissimo, e ormai ultra sessantennale, Ravello Festival, vero fiore all'occhiello dell'offerta culturale italiana, sia in termini di gestione del monumento Villa Rufolo, che oggi vive un momento felicissimo per la complessa e complessiva mole di interventi realizzati per le modalità gestionali messe in campo, dopo cento anni di sostanziale immobilismo e degrado; il tutto – tanto vero ed importante – da indurre il Ministro interrogato a dichiarare, nel luglio 2014 e nel corso di una sua visita – sopralluogo: «La Fondazione Ravello è un modello da seguire»;
gli accadimenti dell'ultimo mese stanno gettando ombre drammaticamente gravi su una storia, fino a prima, tutta da incorniciare;
come è dato leggere dalla stampa, il segretario generale della Fondazione ha trasmesso anche al Ministro interpellato, quale rappresentante istituzionale e legale del Ministero, copiosa documentazione dalla quale emergono fatti che, qualora siano confermati, hanno risvolti inquietanti;
come è dato leggere dalla stampa, è infatti in atto un feroce tentativo di far diventare un soggetto esclusivamente culturale in quello che appare agli interpellanti il solito «carrozzone» politico. Dapprima, tentando di etichettare a posteriori come «politica» la precedente gestione, che ha visto alla Presidenza l'onorevole Renato Brunetta, e che ha segnato prestigiosi risultati culturali ed economici, traghettando una fondazione da un disavanzo sostanziale di circa 500.000 euro ad una fondazione in attivo, nonché da una fondazione mono corda, che realizzava esclusivamente il Ravello Festival, ad una compiuta fondazione culturale poliedrica, affiancando al festival prestigiosi e ulteriori eventi, ma, soprattutto, realizzando e concretizzando un modello gestionale di beni culturali quasi unico nello scenario italiano; per poi giustificare l'attuale governance in una logica propria dei peggiori turnover e, questa volta, si politica nei fatti;
sempre a leggere la stampa, dagli atti trasmessi al Ministro interrogato, sembrerebbe che i primi due mesi del nuovo corso siano stati spesi unicamente e con procedure di urgenza per defenestrare anticipatamente a scadenze contrattuali i protagonisti della precedente gestione, e per tentare di spendere immediatamente le risorse rinvenute, frutto di attenta e scrupolosa gestione, tralasciando, invece, le azioni veramente urgenti, volte a dare garanzie e supporto alle importanti attività in corso, e segnatamente a quelle riguardanti il bene monumentale Villa Rufolo, alle emergenze, alle urgenze rappresentate e rimaste disattese –:
cosa intenda fare il Ministro interpellato per frenare quella che, per gli interpellanti, è una deriva pericolosa che, travolgendo la Fondazione Ravello in nome della «politica», finirebbe per travolgere uno degli esempi più fulgidi di modello gestionale, una eccellenza dell'offerta culturale italiana, un monumento tra i fiori all'occhiello del ricchissimo patrimonio nazionale.
(2-01117) «Russo, Occhiuto».