• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/10767 il cosiddetto «Fondo Letta-Lanzillotta», è un fondo per la valorizzazione e la promozione delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le regioni a statuto speciale istituito nel 2007...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10767presentato daPRATAVIERA Emanueletesto diVenerdì 16 ottobre 2015, seduta n. 504

PRATAVIERA, MATTEO BRAGANTINI, CAON e MARCOLIN. — Al Presidente del Consiglio dei ministri . — Per sapere – premesso che:
il cosiddetto «Fondo Letta-Lanzillotta», è un fondo per la valorizzazione e la promozione delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le regioni a statuto speciale istituito nel 2007 e destinato ai comuni adiacenti alle regioni a statuto speciale;
il rifinanziamento del predetto fondo garantirebbe ai comuni beneficiari la possibilità di mantenere e garantire alcuni servizi fondamentali per i cittadini quali il trasporto scolastico, gli ambulatori, la cura delle aree boschive e altro;
per fare un esempio, per quanto riguarda il Veneto, il fondo interessa ben 64 amministrazioni comunali confinanti con il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia (29 comuni in provincia di Belluno, 8 comuni in provincia di Treviso, 7 comuni in provincia di Venezia, 12 comuni in provincia di Vicenza, 8 Comuni in provincia di Verona);
a tale fondo va a sommarsi il «Fondo Odi» per lo sviluppo dei comuni di confine, meglio conosciuto come «Fondo Brancher», istituito nel 2010 e destinato ai comuni confinanti con il Trentino;
di recente, il Comitato per i comuni di confine veneti ha dato il via libera a 35 milioni di finanziamenti dall'ex fondo Odi. La notizia giunge con un comunicato stampa da parte della regione Veneto (n. 953 del 27 luglio 2015) nel quale si legge testualmente che: «Il Comitato ha assegnato i fondi messi a bando nel biennio 2013-2014 che le due province autonome destinano ai comuni limitrofi delle due regioni confinanti nell'arco alpino, in base all'intesa Brancher di perequazione tra regioni a statuto speciale e regioni a statuto ordinario»;
questo è solo una piccola goccia nel mare e non interessa neanche tutti i comuni di confine i quali, in generale, attraverso il rifinanziamento dei fondi sopra citati potrebbero ridurre le differenze con i confinanti che godono di un'autonomia finanziaria più ampia;
la questione è nota da diverso tempo anche a questo Governo; il 4 giugno 2013, con un comunicato stampa è stato reso noto che una delegazione di sindaci dell'associazione dei comuni di confine aveva incontrato l'allora Ministro per gli affari regionali: «Al centro dell'incontro, la revisione delle norme sul patto di stabilità ed il rifinanziamento di due fondi per lo sviluppo di quelle aree, comprese tra regioni a statuto ordinario e regioni a Statuto speciale. Il Ministro ha riconosciuto le obiettive difficoltà dei comuni di confine e dei piccoli comuni e ha ribadito l'impegno del Governo a rivedere il patto di stabilità, come dichiarato dallo stesso Presidente del Consiglio al momento dell'insediamento. In modo da permettere anche a questi comuni, particolarmente virtuosi, di poter utilizzare le risorse già a disposizione (...). Per ciò che riguarda, invece, il rifinanziamento del fondo Letta-Lanzillotta e del fondo Odi, il Ministro ha spiegato che in un momento in cui il Paese si trova costretto a fronteggiare emergenze economiche urgenti ed indifferibili sarà difficile arricchire questi fondi, ma ha garantito che della questione informerà il Consiglio dei Ministri nel tentativo di trovare una soluzione»;
da allora purtroppo per i comuni di confine nulla è cambiato nonostante le sollecitazioni dirette da parte dei sindaci e delle associazioni che rappresentano questi comuni –:
quali iniziative urgenti il Governo abbia intenzione di porre in essere al fine di prevedere una deroga al patto di stabilità per i comuni di confine tale che possa permettere almeno di far fronte agli interventi indifferibili ed urgenti che queste regioni si trovano ad affrontare;
quali iniziative abbia intenzione di porre in essere, anche attraverso l'istituzione di un tavolo permanente di cui facciano parte i rappresentanti dei comuni di confine, al fine di trovare adeguate misure finanziarie tali da permetterle di superare lo storico divario esistente.
(4-10767)