• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00814 premesso che: l'accesso alle prestazioni regionali di diritto allo studio per gli studenti universitari è regolato dall'articolo 8 del decreto legislativo 29 marzo 2012, n. 68; ...



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00814presentato daGHIZZONI Manuelatesto diVenerdì 16 ottobre 2015, seduta n. 504

La VII Commissione,
premesso che:
l'accesso alle prestazioni regionali di diritto allo studio per gli studenti universitari è regolato dall'articolo 8 del decreto legislativo 29 marzo 2012, n. 68;
non risulta ancora attuato il comma 1 di tale articolo in quanto non è stato emanato il decreto ministeriale destinato a definire i requisiti di eleggibilità per l'accesso alle borse di studio con riferimento a criteri relativi al merito e alla condizione economica degli studenti;
il medesimo decreto ministeriale, ai sensi dell'articolo 7, comma 7, del decreto legislativo n. 68 del 2012, avrebbe dovuto anche stabilire, con cadenza triennale, l'importo delle borse di studio, nonché i criteri e le modalità di riparto del fondo integrativo statale;
fino all'adozione di tale decreto, restano in vigore – ai sensi dell'articolo 8, comma 5, del decreto legislativo n. 68 del 2012 – le disposizioni di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 9 aprile 2001 sull'uniformità di trattamento nel diritto allo studio universitario (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 172 del 26 luglio 2001);
il comma 3 dell'articolo 8 del decreto legislativo n. 68 del 2012 stabilisce che le condizioni economiche dello studente universitario sono individuate sulla base dell'Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), di cui al decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109, ora abrogato e sostituito, con decorrenza dal 1o gennaio 2015, dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159;
l'articolo 2, comma 3, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 159 del 2013 stabilisce che l'ISEE si calcola sommando l'indicatore della situazione reddituale con il venti per cento dell'indicatore della situazione patrimoniale (ISP) e rapportando il totale alle dimensioni del nucleo familiare sulla base della scala di equivalenza contenuta nell'allegato 1 del medesimo decreto;
l'articolo 5, comma 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 159 del 2013 stabilisce che, ai fini del calcolo dell'ISP, il valore dei fabbricati di proprietà del nucleo familiare dello studente è quello definito ai fini della determinazione dell'imposta municipale sugli Immobili (IMU), quindi, sulla base del comma 4 dell'articolo 13 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, moltiplicando la rendita catastale totale per 168, mentre invece il valore catastale dei medesimi fabbricati si ottiene utilizzando il moltiplicatore 126;
l'applicazione della nuova procedura di calcolo può portare sia l'ISEE 2015, che l'ISP 2015, di una famiglia a valori più alti di quelli utilizzati negli anni precedenti, anche senza variazioni del reddito e della consistenza del patrimonio;
il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con decreto n. 486 del 14 luglio 2015, ha provveduto ad aggiornare per l'anno accademico 2015/16, esclusivamente sulla base della variazione annuale dell'indice generale ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati (+0,2 per cento) i valori minimo e massimo di ISEE entro cui ogni singola regione fissa il limite massimo di ISEE per l'accesso alle prestazioni di diritto allo studio universitario sul suo territorio;
nonostante che dal 1o gennaio 2015 l'ISEE contenga già obbligatoriamente al suo interno la componente patrimoniale il Ministero, nel decreto sopra citato, ha fissato anche i valori minimo e massimo di ISPE (indice della situazione patrimoniale equivalente) entro cui ogni singola regione può fissare il limite massimo di ISPE per l'accesso alle prestazioni di diritto allo studio universitario sul suo territorio;
un recente studio dell'Istituto regionale programmazione economica della Toscana (IRPET), effettuato sulla base dei dati reddituali e patrimoniali degli studenti contenuti negli archivi amministrativi dell'azienda regionale Toscana per il diritto allo Studio, ha evidenziato un aumento dei valori dei nuovi ISEE e ISPE rispetto ai precedenti (a parità dei dati familiari reddituali e patrimoniali) che porterebbe, se confermato, ad una riduzione del numero di studenti che avranno accesso alle prestazioni di diritto allo studio universitario;
particolarmente preoccupante è la situazione degli studenti attualmente borsisti: lo studio dell'IRPET sopra citato mostra che circa il 9 per cento di loro perderebbe improvvisamente la borsa di studio nonostante che abbiano rispettato le condizioni di merito e non si siano modificate le loro condizioni di reddito;
gli studenti che si sono immatricolati o iscritti alle università per l'anno accademico 2015/16 hanno dovuto presentare, ai fini della determinazione dei contributi da versare all'ateneo, l'ISEE relativo al proprio nucleo familiare utilizzando, per la prima volta, le nuove norme e modalità di calcolo;
nel caso in cui dovesse risultare confermata la riduzione della platea degli studenti beneficiari del diritto allo studio e l'aumento delle contribuzioni universitarie, a causa delle modifiche della normativa ISEE, si potrebbe verificare un ulteriore allontanamento dagli studi universitari dei giovani appartenenti alle classi meno abbienti e anche alla classe media impoverita dalla crisi economica, aggravandosi così sia il divario di formazione superiore dei cittadini, di cui l'Italia già soffre in tutti i confronti statistici internazionali, sia il divario di accesso alle prestazioni di diritto allo studio degli studenti italiani rispetto agli studenti degli altri Paesi: gli studenti italiani che fruiscono di borse per il diritto allo studio sono circa 140.000, a fronte di 305.000 spagnoli, 440.000 tedeschi e 629.000 francesi;
tutte le premesse e le considerazioni sin qui fatte si applicano egualmente alle istituzioni e agli studenti dell'alta formazione artistica e musicale (AFAM), settore strategico della formazione superiore e della cultura italiana,

impegna il Governo:

a convocare urgentemente tutte le parti interessate al problema, con l'obiettivo di raccogliere, in collaborazione con le regioni e con la massima tempestività, i dati 2015/16 relativi al numero delle domande presentate per le borse di studio, al numero degli studenti risultati beneficiari degli interventi per la prima volta o in continuità con gli anni precedenti, alla distribuzione statistica dei valori ISEE presenti nelle domande, comparati con i dati degli anni precedenti, in modo da poter determinare, rapidamente e con esattezza, le eventuali conseguenze della nuova normativa per il calcolo dell'ISEE sul diritto allo studio universitario e sull'accesso alla dell'alta formazione artistica e musicale;
a raccogliere gif analoghi dati dalle università per quanto riguarda l'esenzione o la riduzione dei contributi universitari da versare da parte degli studenti, sulla base dell'ISEE del loro nucleo familiare;
nel caso in cui si accertasse che vi è stato effettivamente un calo dei beneficiari delle prestazioni per garantire il diritto allo studio, in particolare per gli studenti già borsisti, ad attuare, insieme con le parti coinvolte, interventi in grado almeno di mantenere stabile il numero di nuovi accessi allo studio e di garantire la continuità delle prestazioni per quegli studenti che hanno rispettato le condizioni di merito e non hanno visto modificata la situazione reddituale e patrimoniale della famiglia;
ad accelerare i tempi per la completa attuazione del decreto legislativo n. 68 del 2012;
a chiarire, in via definitiva, l'esclusione delle provvidenze del diritto allo studio universitario dal calcolo del reddito del nucleo familiare dello studente ai fini ISEE;
a proporre, nella prossima legge di stabilità, un significativo e stabile aumento del fondo integrativo statale per le borse per garantire il diritto allo studio per almeno 100 milioni di euro, in modo da cominciare a recuperare il divario con gli altri Paesi europei.
(7-00814) «Ghizzoni, Coscia, Malpezzi, Carocci, Rocchi, Malisani, Pes, Manzi, D'Ottavio, Sgambato, Blazina, Ventricelli, Narduolo».