• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00108 premesso che: il 19 giugno il dipartimento della salute britannico ha annunciato l'introduzione di un nuovo sistema volontario di etichettatura nutrizionale basato sulla colorazione...



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00108presentato daTARICCO Minotesto diMartedì 24 settembre 2013, seduta n. 83

La XII e la XIII Commissione,
premesso che:
il 19 giugno il dipartimento della salute britannico ha annunciato l'introduzione di un nuovo sistema volontario di etichettatura nutrizionale basato sulla colorazione semaforica (verde-giallo-rosso) del packaging dei prodotti alimentari;
tale iniziativa britannica ha suscitato forti preoccupazioni nell'industria agroalimentare italiana poiché molti dei prodotti più rinomati del made in Italy, sulla base del contenuto di sale, zuccheri e grassi, verrebbero etichettati col bollino rosso con conseguenti evidenti danni economici e d'immagine;
contro l'introduzione di questo sistema si sono espresse le maggiori sigle dei produttori alimentari italiani e anche associazioni di altri Paesi, in particolare del Sud Europa;
il mercato britannico è il quarto nel mondo per la nostra industria alimentare e vale nel complesso 2 miliardi e 250 milioni di euro (dati 2012). Nei primi 5 mesi del 2013 l’export alimentare italiano nel Regno Unito sta già rallentando rispetto al 2012, mentre a livello mondiale segna un + 8-9 per cento. L'aspettativa del bollino rosso e la cattiva immagine da esso determinata influiscono sui prodotti italiani, ancor prima dell'entrata in vigore del provvedimento;
ovviamente questo scenario vede penalizzati innanzitutto i prodotti alla base della dieta mediterranea, il cui valore come «patrimonio immateriale dell'umanità» è stato ufficialmente riconosciuto dall'Unesco nel 2010: un vero attacco alla tradizione agroalimentare del Sud;
dal punto di vista nutrizionale il sistema di etichettatura britannico non trova alcun fondamento scientifico, poiché, introducendo codici di colore su confezioni di 100 grammi di prodotto, determina in modo semplicistico una divisione tra prodotti alimentari buoni (verdi) e cattivi (rossi), fornendo al consumatore una informazione distorta ed in contrasto con l'assunto che «non esistono alimenti buoni o cattivi ma regimi alimentari corretti e non corretti» da sempre sostenuto dai nutrizionisti;
trasferendo le precedenti direttive sull'etichettatura nel regolamento (UE) 1169/2011 la Commissione europea ha razionalizzato e armonizzato la legislazione'europea sulle informazioni al consumatore, al fine di garantire il buon funzionamento del mercato interno. Alla luce di ciò lo schema britannico appare in palese contrasto con gli obiettivi di armonizzazione del suddetto regolamento dell'Unione europea e rappresenta un pericoloso precedente che potrebbe preludere alla proliferazione di una molteplicità di differenti schemi nazionali;
la creazione di modelli nazionali di etichettatura creerebbe forti difficoltà economiche e logistiche alle aziende, che si troverebbero costrette a gestire etichette diverse per ogni Paese;
il Governo britannico, peraltro, non ha notificato all'Unione europea l'introduzione del nuovo sistema di etichettatura;
il Governo italiano ha formalmente espresso la propria posizione contraria all'iniziativa britannica con una lettera trasmessa il 29 luglio 2013 dal Ministro della salute Lorenzin al Commissario europeo per la salute e i consumatori, Tonio Borg;
si è appreso che il Commissario Borg ha inviato una risposta deludente, in cui si nega il coinvolgimento diretto del Governo britannico quale «parte contraente» di un accordo relativo al sistema di etichettatura in questione, negando che esso costituisca una «regola tecnica de facto» (lo schema inglese è volontario, ma l'adesione dei distributori britannici è altissima) e dichiarando quindi l'inapplicabilità al caso di specie della direttiva (UE) 98/34 sulle «norme e regole tecniche»;
sembra tuttavia che la Commissione intenda verificare che la misura in questione «non crei ostacoli alla libera circolazione dei beni, come previsto dall'articolo 35.1.g del Regolamento UE 1169/2011». In effetti, tale articolo del regolamento, relativo alle informazioni ai consumatori sui prodotti alimentari, stabilisce che le autorità degli Stati membri possano raccomandare ulteriori forme aggiuntive e volontarie di etichettatura nutrizionale solo se vengono rispettate le condizioni dettate dal sopracitato articolo, una delle quali è appunto di non creare ostacoli alla libera circolazione dei beni;
il 4 ottobre 2013 è in calendario a Bruxelles un'importante riunione della sezione «General Food Law» dello «Standing Commitee on the Food Chain», competente per tutte le questioni relative all'implementazione del regolamento (UE) 1169/2011 sull'etichettatura nutrizionale,

impegna il Governo:

ad intervenire presso la Commissione europea per una rapida verifica sia sulla compatibilità del suddetto sistema di etichettatura inglese con la normativa europea relativa alle indicazioni nutrizionali degli alimenti, particolarmente rigorosa, sia sul rispetto da parte del Governo britannico dell'obbligo di previa notifica previsto per l'introduzioni di nuove regolamentazioni in materia di etichettatura;
a dare mandato alla rappresentanza permanente italiana a Bruxelles di sensibilizzare le altre rappresentanze europee per promuovere una seria valutazione dell'iniziativa inglese, in quanto suscettibile di determinare ostacoli alla libera circolazione dei prodotti alimentari, in primo luogo in sede di riunione della sezione «General food law» dello «Standing Commitee on the Food Chain», prevista per il 4 ottobre 2013;
a tutelare in ogni modo l'immagine e il valore economico dell’export agroalimentare dei prodotti made in Italy, evitando che i sistemi di etichettatura volontaria siano utilizzati a fini discriminatori e distorsivi del mercato nei confronti delle imprese agricole e agroalimentari italiane.
(7-00108) «Taricco, Biondelli, Covello, Casati, Coccia, Manzi, De Menech, Mongiello, Ferrari, Dal Moro, Marchetti, Lenzi, Senaldi, Marantelli, Rughetti, Carra, Cinzia Maria Fontana, Arlotti, Cova, Rubinato, Tartaglione, Gribaudo, Bargero, Carbone, Marco Di Stefano, Fregolent, Capone, Zanin, Bobba, Taranto».