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Atto a cui si riferisce:
C.1/01025 premesso che: l'emergenza immigrazione ha portato nel nostro Paese a un preoccupante incremento non solo delle problematiche relative all'accoglienza ma anche di quelle relative...



Atto Camera

Mozione 1-01025presentato daDI STEFANO Manliotesto diLunedì 19 ottobre 2015, seduta n. 505

La Camera,
premesso che:
l'emergenza immigrazione ha portato nel nostro Paese a un preoccupante incremento non solo delle problematiche relative all'accoglienza ma anche di quelle relative alla procedura per il riconoscimento dello status di beneficiario di protezione internazionale;
la sentenza della Corte di cassazione del 2006, n. 18549, sancisce che «il diritto di asilo deve intendersi come diritto soggettivo ad accedere al territorio di uno Stato finalizzato ad esperire la procedura per ottenere il riconoscimento dello status di rifugiato». Esiste, quindi, un diritto ad accedere nel territorio italiano e uno ad avere una giusta procedura;
il «sistema di asilo» è basato da una parte sulla Commissione nazionale e dall'altra su 40 commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale distribuite sul territorio nazionale e che operano a stretto contatto con una specifica rappresentanza del territorio stesso;
la Commissione nazionale ha il compito di decidere nelle ipotesi di revoca o cessazione del diritto d'asilo. Lo fa mediante un'audizione diretta di un soggetto per procedere, poi, a una revoca o a una cessazione. La Commissione nazionale detta inoltre le linee guida e di indirizzo alle commissioni territoriali e produce un'analisi sulla situazione dei Paesi di origine;
le commissioni territoriali, in virtù di disposizioni di cui al decreto-legge n. 119 del 2014, sono passate da 20 a 40. Pertanto oggi vi sono 20 commissioni e 20 sezioni, di cui 10 operative, mentre le altre 10 costituiscono una riserva per far fronte a situazioni di emergenza;
ogni commissione territoriale è composta da un presidente, che è un viceprefetto, un rappresentante del dipartimento di pubblica sicurezza, un rappresentante dell'ente locale e un rappresentante dell'UNCHR che ha potere decisionale. Anche le commissioni territoriali procedono per audizione individuale con la garanzia dell'interprete;
con la delibera 17 novembre 2014 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 275 del 26 novembre 2014), l'Assemblea della Camera ha istituito una Commissione monocamerale di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti nei centri destinati all'accoglienza e al trattenimento di immigrati. Il testo si riferisce ai centri di identificazione ed espulsione (CIE), ai Centri di accoglienza (CDA) e ai centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA);
secondo la modalità illustrata dal prefetto Angelo Trovato, presidente della commissione nazionale per il diritto d'asilo, in occasione di un'audizione tenuta giovedì 14 maggio 2015 presso la citata Commissione parlamentare, ogni audizione non può che durare almeno un'ora/un'ora e mezza. Se si considera, inoltre, il lavoro di studio delle informazioni sui Paesi di origine e la formazione della decisione (che viene presa a maggioranza), una commissione riesce tecnicamente a svolgere 10, massimo 11, audizioni al giorno; in una nota del 19 giugno 2015, indirizzata ai presidenti delle citate commissioni territoriali, il capo dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno, prefetto Morcone, invece, sottolinea una diversa esigenza in tal senso: «Il Signor Ministro ritiene un'assoluta priorità adottare criteri più snelli di decisione, intensificando significativamente l'impegno e ha posto l'inderogabile obiettivo di allineare i tempi della procedura alla normativa vigente. A tal fine, e solo a titolo esemplificativo, è stato valutato che 4 audizioni a componente al giorno, per 5 giorni la settimana, consentono la definizione di 64.000 procedimenti entro il 31 dicembre p.v., obiettivo che consentirebbe di superare definitivamente l’impasse.»;
le commissioni si riuniscono, in genere, 5 giorni a settimana. Le sezioni, in media, si riuniscono 3/4 volte a settimana. Circa la metà dei componenti delle commissioni operano a tempo pieno (il presidente, ad esempio, non opera mai a tempo pieno). Una Commissione costa annualmente allo Stato 111.650 euro e a ogni suo membro viene riconosciuto un compenso di 90 euro lordi al giorno;
come è noto, poiché la normativa internazionale fa divieto di erogare ai rappresentanti UNHCR qualsiasi forma di contribuzione, come nei confronti dei rappresentanti di un'organizzazione ONU, il nostro Paese mantiene proficui rapporti di collaborazione, per i quali si rimborsano i costi forfettariamente. Nel 2014 tale contributo è ammontato a 1.644.000 euro;
nel 2015 le commissioni hanno riconosciuto lo status a 1.001 persone, ovvero il 6 per cento dei richiedenti; nel 2014 il dato era al 10 per cento; fatto salvo i casi di protezione sussidiaria e umanitaria, il 47 per cento delle richieste viene, oggi, respinto;
il tempo medio calcolato negli ultimi tre anni di attività delle commissioni, calcolando la procedura prioritaria riservata ai casi vulnerabili (tra cui, ad esempio, i minori), gli irreperibili (4 per cento) e i ricorsi presentati dopo i dinieghi (65 per cento), è di circa 215 giorni;
tra le maggiori criticità riscontrate dal prefetto Trovato si annovera il lavoro in tempo parziale dei membri di commissione, la competenza di alcuni di essi (ad esempio, in un comune è stato designato come componente di commissione un addetto al verde pubblico esperto in manifestazioni vivaistiche) e casi di conflitti di interesse (componenti di Commissione che sono gestori dei centri di accoglienza); l'alto turn over dei componenti; il ruolo ricoperto non in maniera dedicata;
sempre nella citata nota del 19 giugno 2015, viene sottolineato lo stesso problema attraverso il testuale passaggio: «Il Signor Ministro ha rappresentato che uno degli elementi di maggiore criticità nella gestione di questa fase particolarmente impegnativa della migrazione verso il nostro Paese è costituito dai tempi non ancora adeguati per l'adozione delle decisioni delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale»; e ancora: «Sono certamente note e sono state rappresentate le difficoltà derivanti dal reperimento dei locali e delle attrezzature necessarie, dalla composizione delle singole Commissioni e dalla loro complessità, dalla formazione dei funzionari chiamati a farne parte e dalla limitatezza delle risorse umane destinate al supporto amministrativo»;
secondo i dati forniti dal prefetto Trovato, nel 2013 i richiedenti sono stati 26.320. Nel 2014 sono diventati 63.456 e fino a maggio 2015 c'erano già 22.118 richieste di asilo. A queste bisogna aggiungerne altre 30.000 arretrate; nel 2014 su 150.000 sbarchi, le richieste di asilo sono state poco più di 60.000;

impegna il Governo:

ad adottare, in ordine sia alle criticità evidenziate in premessa dal presidente della commissione nazionale per il diritto d'asilo sia a quanto sottolineato dal prefetto Morcone nella citata nota, ogni iniziativa idonea finalizzata all'assunzione di 15.000 cittadini italiani che abbiano conseguito una laurea nelle discipline giuridiche, umanistiche e nelle scienze sociali, al fine di incrementare l'organico delle commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale;
a verificare, conseguentemente, la possibilità di stipulare una convenzione tra il Ministero dell'interno e l'Unhcr in ordine alla formazione, preferibilmente gratuita, dei funzionari da chiamare a far parte delle Commissioni territoriali, esigenza evidenziata anche nella citata nota del prefetto Morcone.
(1-01025) «Manlio Di Stefano, Sorial, Lorefice, Massimiliano Bernini, Carinelli, Brescia, Scagliusi, Spadoni, Colonnese, Dadone, Chimienti, Frusone, Busto, Grillo, Grande, Di Battista, Silvia Giordano, Baroni, Mantero, Rizzo, Luigi Gallo, Simone Valente, Sibilia, Del Grosso».