• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
C.3/01778 il fenomeno del dissesto idrogeologico rappresenta un problema estremamente diffuso nel nostro Paese, che risulta, infatti, soggetto a rapidi e periodici processi che ne alterano il territorio e...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01778presentato daRABINO Marianotesto presentato Martedì 20 ottobre 2015 modificato Mercoledì 21 ottobre 2015, seduta n. 507

RABINO e MONCHIERO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
il fenomeno del dissesto idrogeologico rappresenta un problema estremamente diffuso nel nostro Paese, che risulta, infatti, soggetto a rapidi e periodici processi che ne alterano il territorio e producono conseguenze spesso devastanti; molto spesso si tratta di fenomeni connessi al defluire delle acque libere in superficie e nel sottosuolo che causano l'alterazione dello stato di stabilità dei terreni e dei pendii e/o l'esondazione dei corsi d'acqua per rilevanti e repentini aumenti di portata;
da sempre l'Italia è costretta alla convivenza con catastrofi immani che hanno accompagnato la nostra storia. Probabilmente non esiste al mondo un Paese come il nostro, con caratteristiche morfologiche quasi uniche, con un'aggrovigliata geofisica del sottosuolo per la sua natura geologica in gran parte giovane, caratterizzata da terreni argillosi e sabbiosi incoerenti e/o malamente ancorati alla roccia dura e stabile che ci rende tra i Paesi più franosi del mondo (486.000 delle 700.000 frane in tutta l'Unione europea sono italiane);
a questa situazione di dissesto si somma la carenza di pianificazione, con la quasi scomparsa delle manutenzioni, con abusi del suolo, con la scarsa percezione della dimensione dei pericoli e l'insufficiente conoscenza dei fenomeni;
oggi le precipitazioni hanno un carattere «esplosivo»: in poche ore piove la pioggia che poteva cadere in mesi. Le chiamiamo «bombe d'acqua», e sono figlie di una meteorologia estremamente variabile che provoca altre emergenze: erosione costiera, cuneo salino, siccità e incendi boschivi;
gli effetti del dissesto incidono sulla perdita di vite umane e provocano evidenti alterazioni ambientali e dei territori che si ripercuotono su tutte le attività dell'uomo, con rilevanti danni per le comunità colpite;
il rischio idrogeologico nel nostro Paese è, inoltre, imputabile all'azione dell'uomo nella trasformazione ed edificazione dei territori. La densità della popolazione, la progressiva urbanizzazione, l'abbandono dei terreni montani, l'edificazione in aree a rischio, il disboscamento e la mancata o carente manutenzione dei corsi d'acqua e dei versanti e/o pendii a rischio di instabilità hanno sicuramente aggravato la situazione e messo ulteriormente in evidenza la fragilità del territorio italiano, aumentandone l'esposizione ai rischi di dissesto idrogeologico;
dal 1950 ad oggi si contano 5.459 vittime in oltre 4.000 tra frane e alluvioni. Il dissesto idrogeologico è una delle ragioni dell'aumento del gap infrastrutturale nel nostro Paese. Non franano solo terreni o case provocando dei lutti, ma anche strade e autostrade, ferrovie, reti idriche ed elettriche. Il deterioramento del territorio costituisce una voce fortemente negativa nel bilancio economico del Paese ed accumula debito futuro. Anche in una visione strettamente ragionieristica è positivo investire in prevenzione;
ad essere esposti a frane e dissesto del territorio è il 68,9 per cento dei comuni del nostro Paese, pari a 5.581;
il 32 per cento dei comuni italiani registra aree franabili e aree alluvionabili, il 21,1 per cento aree a rischio frane, il 15,8 per cento aree alluvionabili;
nel piano per la riduzione del rischio idrogeologico, redatto dall'Associazione nazionale consorzi gestione tutela territorio ed acque irrigue per il 2015, sono 3.335 gli interventi globali ritenuti necessari per mettere in sicurezza il territorio, per un valore di 8,4 miliardi di euro, con un incremento quasi del 5 per cento rispetto al 2014;
ridurre e gestire il rischio non è un costo, ma un investimento chiave per far ripartire il Paese, sbloccare economie e lavoro, promuovere bellezza e qualità –:
quale sia ad oggi lo stato dell'arte degli obiettivi della struttura di missione creata presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e quali siano le indicazioni del Governo sulle risorse da stanziare per tale obiettivo nel disegno di legge di stabilità per il 2016. (3-01778)