• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02299 GRANAIOLA - Ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che a quanto risulta all'interrogante: la...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02299 presentata da MANUELA GRANAIOLA
martedì 20 ottobre 2015, seduta n.526

GRANAIOLA - Ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che a quanto risulta all'interrogante:

la tragedia occorsa in Sicilia, dove un uomo di 77 anni è morto e la moglie è rimasta ferita a seguito dell'aggressione da parte di un cinghiale, ha portato alla ribalta il problema del proliferare dei cinghiali ed ha rinfocolato le polemiche sulle responsabilità che stanno a monte di tale fenomeno;

quella dei cinghiali è un'emergenza nota e denunciata da anni, ma, nonostante ciò, mancano dati certi sulla consistenza della popolazione, sulla distribuzione territoriale, sugli effettivi all'agricoltura;

l'aumento della popolazione dei cinghiali risale alle azioni messe in atto negli anni Settanta e Ottanta, quando, per il timore che il numero di esemplari cacciabili diminuisse in modo irreversibile, cacciatori e associazioni venatorie introdussero nel nostro Paese animali provenienti da Paesi dell'est Europa per favorire il ripopolamento;

tale specie di cinghiali, essendo più grossi e molto più prolifici rispetto a quella autoctona, ha preso il sopravvento su quest'ultima, garantendo per anni ai cacciatori italiani carnieri sempre pieni e proficui vantaggi;

con il passare del tempo la situazione è sfuggita al controllo e si è innescato un circolo vizioso per cui: gli agricoltori lamentano di subire danni dai cinghiali, le Regioni risarciscono gli agricoltori e aumentano le quote di abbattimento, incentivando, in tal modo la caccia al cinghiale, con proficui vantaggi per i cacciatori;

i danni all'agricoltura, dunque, vengono in tal modo utilizzati per giustificare l'abbattimento di un numero elevato di cinghiali, numero di cui non si conosce la reale consistenza, non essendo stato mai esperito alcun monitoraggio reale della fauna selvatica presente sul territorio italiano, indispensabile per poter decidere quali iniziative adottare per tutelare le colture e stabilire quali siano i rischi reali per centri abitati;

ancora una volta ad azioni di ripopolamento selvaggio da parte dei cacciatori o di enti pubblici che ne traggono benefici in termini di finanziamenti europei, come nel caso degli orsi, seguono abbattimenti altrettanto selvaggi;

da notizie giornalistiche si apprende che i cinghiali presenti sul territorio nazionale sarebbero oltre il milione;

considerato che:

i dati dimostrano che i cinghiali uccidono infinitamente meno dei cacciatori; in particolare, in Sicilia, regione dove è stato dichiarato lo stato di emergenza, solo nell'ultima stagione venatoria 88 persone sono rimaste vittime di armi da caccia e di queste 22 sono morte;

se la priorità è la sicurezza dei cittadini, consentire a centinaia di cacciatori di aggirarsi sul territorio italiano dotati di potenti fucili per abbattere centinaia di migliaia di cinghiali rappresenta un pericolo ben più serio rispetto a quello della presenza degli stessi cinghiali sul territorio;

la situazione che si è venuta a determinare dimostra chiaramente quanto fallimentare ed inefficace sia l'approccio venatorio nella gestione della fauna;

la gestione della fauna selvatica non può infatti essere affidata ai cacciatori, i cui interessi sono naturalmente in contrasto con una soluzione a lungo termine che consenta il reale superamento del problema collegato alla presenza dei cinghiali nel nostro Paese;

uccidere gli animali per contenerne il numero non ha senso, perché comporta inevitabili squilibri nella struttura sociale delle specie selvatiche che saranno indotte a riprodursi di più allo scopo di recuperare l'equilibrio tra densità della popolazione locale e risorse fornite dal territorio;

per fronteggiare l'emergenza cinghiali e suini selvatici è necessario a giudizio dell'interrogante mettere in campo un sistema di monitoraggio finalizzato al controllo delle popolazioni di fauna selvatica a partire dai cinghiali, imponendo alle Regioni un sistema di controllo sugli effettivi danni provocati da questi animali all'agricoltura e all'ambiente;

per gestire in modo efficace tale situazione sarebbe opportuno affidare all'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), in collaborazione con le Regioni, la gestione di una banca dati sul cinghiale, allo scopo di identificare le aree più critiche e vulnerabili e pianificare su basi scientifiche il controllo delle popolazioni, anche attraverso l'utilizzo di un vaccino, già sperimentato in altri Paesi, che consente di sterilizzare i cinghiali con specifiche esche apribili solo dagli ungulati, preservando in tal modo le altre specie,

si chiede di sapere:

se, prima di procedere ad una campagna di abbattimento di cinghiali, non si ritenga necessario attivarsi con la massima sollecitudine per conoscere il numero effettivo di tali esemplari presenti nelle diverse aree del Paese;

se, in accordo con le Regioni, non si ritenga di doversi attivare per risolvere in modo serio e definitivo il problema rappresentato in premessa, procedere al monitoraggio della fauna selvatica presente su ciascun territorio e alla sterilizzazione dei cinghiali, anziché all'abbattimento in massa di tali esemplari.

(3-02299)