• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/06748 l'Italia è impegnata nella missione a guida NATO Resolute Support in Afghanistan con 760 soldati (una sessantina a Kabul, il resto di stanza ad Herat) ed un impegno finanziario di 185.024.243...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06748presentato daDURANTI Donatellatesto diMercoledì 21 ottobre 2015, seduta n. 507

DURANTI, SCOTTO, PIRAS, MARCON e PALAZZOTTO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
l'Italia è impegnata nella missione a guida NATO Resolute Support in Afghanistan con 760 soldati (una sessantina a Kabul, il resto di stanza ad Herat) ed un impegno finanziario di 185.024.243 euro per il 2015;
la partecipazione alla missione dovrebbe concludersi a fine 2015 come dichiarato più volte dal Ministero della difesa ed annunciato dalla stessa Ministra Roberta Pinotti, che, nel corso di un intervento alle Commissioni esteri e difesa di Camera e Senato del 14 dicembre 2014, dichiarava: «Alla fine di ottobre 2015, quindi, terminerà la nostra presenza nell'area di Herat e rientrerà gran parte del contingente. (...) A fine anno, secondo le attuali pianificazioni, rimarranno in Afghanistan, nell'area della capitale, circa 70 nostri militari. Per effetto di questa pianificazione, nel corso del 2015 la presenza media dei nostri militari si attesterà su 500 unità. Relativamente agli oneri per l'anno 2015, prevediamo un impegno di circa 160 milioni di euro tratti del Fondo per le missioni internazionali inserito nella legge di stabilità»;
il «decreto proroga missioni», varato dal Governo il 12 ottobre 2015, ma non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale nonostante le missioni del precedente decreto scadessero il 30 settembre, quindi confermando una deprecabile consuetudine che non permette al Parlamento di esercitare i suoi poteri di indirizzo, controllo e decisione sulle missioni stesse, confermerebbe in toto il contingente fino al 31 dicembre, quindi smentendo le previsioni fatte dalla Ministra;
in data 19 ottobre 2015 il generale americano Philip Breedlove in una intervista alla Reuters ha spiegato che «diversi dei nostri più importanti contributori ci hanno già comunicato che rimarranno con i livelli attuali» in risposta alla decisione analoga assunta dall'amministrazione del presidente Usa Barack Obama;
nella stessa data, un alto funzionario della NATO, citato sul sito della Reuters, riferiva che i Paesi a cui si riferiva Breedlove erano Germania, Italia e Turchia i quali hanno preso l'impegno di mantenere le truppe in Afghanistan «ai livelli attuali»;
sempre in data 19 ottobre un comunicato del Ministero della difesa smentiva le dichiarazioni: «Nessuna comunicazione è stata inoltrata alla stessa Nato circa la proroga della presenza del contingente italiano in Afghanistan. L'Italia sta valutando una richiesta del Governo americano di proseguire la missione. Al momento, quindi, non è stata presa alcuna decisione. Così come è altrettanto chiaro che ci sarà un percorso parlamentare»;
tuttavia un lancio dell'agenzia di stampa ANSA diramato qualche minuto dopo il comunicato del Ministero testualmente riportava: «Ai piani alti della Difesa confermano – con tutte le cautele connesse al passaggio parlamentare che dovrà sancire il prolungamento della missione – le dichiarazioni fatte oggi a Trapani dal generale a quattro stelle americano Philip Breedlove, comandante della Nato in Europa, secondo cui l'Italia, al pari di Germania e Turchia, è disposta a mantenere il suo impegno militare in Afghanistan gli attuali livelli»;
in realtà il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, aveva già anticipato in data 16 ottobre, ossia all'indomani delle dichiarazioni del presidente Obama, che: «Se la missione americana in Afghanistan prosegue, penso sia giusto che anche da parte nostra ci sia un impegno. Stiamo ragionando sull'ipotesi di proseguire nel nostro impegno. Stiamo discutendo la richiesta dei nostri amici e partner americani. Avete sentito tutti cosa ha detto il presidente Obama»;
in linea con il dettato costituzionale, la decisione se partecipare o prorogare missioni internazionali in cui il Paese è impegnato spetta al Parlamento, a cui non è demandato un semplice ruolo di ratifica di decisioni prese in altri ambiti –:
quali siano gli orientamenti del Ministro interrogato rispetto a quanto esposto in premessa e a quanto aveva precedentemente dichiarato e, in particolare, se non intenda fornire informazioni circa lo stato di avanzamento e gli obiettivi raggiunti dalla missione Resolute Support per permettere al Parlamento di decidere se prorogare o meno la missione in questione. (5-06748)