• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/03272-A/032 premesso che: la «Disciplina degli abbonamenti alle Radioaudizioni» venne emanata nella prima metà del secolo scorso attraverso il regio decreto-legge n. 246 del 21 marzo del 1938,...



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03272-A/032presentato daPANNARALE Annalisatesto diMercoledì 21 ottobre 2015, seduta n. 507

La Camera,
premesso che:
la «Disciplina degli abbonamenti alle Radioaudizioni» venne emanata nella prima metà del secolo scorso attraverso il regio decreto-legge n. 246 del 21 marzo del 1938, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 giugno 1938, n. 880;
la succitata norma dispone che «(...) chiunque detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento di un canone di abbonamento (...)» e che: «(...) la presenza di un impianto aereo atto alla captazione o trasmissione di onde elettriche o di un dispositivo idoneo a sostituire l'impianto aereo, ovvero di linee interne per il funzionamento di apparecchi radioelettrici, fa presumere la detenzione o l'utenza di un apparecchio radioricevente (...)»,
tale normativa, tuttavia, appare oggi anacronistica, non considerando la profonda trasformazione subita dal settore dei media negli ultimi trent'anni, che configura l'apparecchio di ricezione in questione come uno, e uno soltanto, dei mezzi attraverso cui e possibile fruire del servizio radiotelevisivo, pubblico o privato, grazie allo sviluppo della rete, dei social e dei personal media;
è da segnalare, inoltre, come tale canone abbia natura di prestazione tributaria uguale per tutti i cittadini, realmente utenti o meno del servizio pubblico, senza distinzioni di reddito;
il Premier Matteo Renzi ha più volte dichiarato la sua intenzione di connettere il pagamento del canone RAI alle bollette dei consumi relative alla fornitura di energia elettrica;
tale iniziativa, tuttavia, oltre ad essere stata da più soggetti dichiarata di difficile applicazione, presenta caratteri di forte disequità, poiché non consente di rispettare il principio della progressività nell'imposizione fiscale generale;
gli oneri del servizio pubblico andrebbero distribuiti in base alle capacità reddituali di ogni utente, in modo da consentire certezza nella riscossione del canone e, dunque, nelle risorse;
la discussione su un profilo di tale importanza si è, tuttavia, arenata nell'esame del presente disegno di legge, ma risulta essere, come quella sulla mission, un profilo imprescindibile nella riflessione sul servizio pubblico radiotelevisivo,

impegna il Governo

con successivi interventi normativi, ad inserire direttamente nella dichiarazione dei redditi la voce «canone Rai», in modo tale da configurarlo quale rispettoso del principio di progressività in base alla capacità economica e reddituale di ogni cittadino.
9/3272-A/32. Pannarale, Giancarlo Giordano, Fratoianni, Franco Bordo, Scotto, Civati, Pastorino, Andrea Maestri, Brignone, Fassina, Gregori.