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Atto a cui si riferisce:
S.1/00146 premesso che: i virus responsabili dell'influenza aviaria possono essere classificati sulla base della forma clinica di malattia che determinano nelle specie sensibili in virus a bassa...



Atto Senato

Mozione 1-00146 presentata da LAURA BIANCONI
martedì 24 settembre 2013, seduta n.108

BIANCONI, BERNINI, COLLINA, BONFRISCO, BARANI, RIZZOTTI, D'AMBROSIO LETTIERI, LANIECE, VICECONTE, SCAVONE, COMPAGNONE - Il Senato,

premesso che:

i virus responsabili dell'influenza aviaria possono essere classificati sulla base della forma clinica di malattia che determinano nelle specie sensibili in virus a bassa patogenicità (LPAI) e virus ad alta patogenicità (HPAI);

i virus influenzali aviari, sia a bassa sia ad alta patogenicità, possono determinare epidemie di ingente gravità con rilevanti conseguenze per la produzione avicola e possibili rischi per la salute umana, come riferito dalla letteratura scientifica internazionale e come peraltro confermato dal caso di congiuntivite rilevato in un operatore della filiera avicola nell'area interessata dai recenti focolai;

tali virus hanno dimostrato la capacità di diffondersi rapidamente tra gli allevamenti;

la quasi totalità dei sottotipi di virus dell'influenza aviaria è stata isolata dagli uccelli selvatici e in particolare da volatili acquatici appartenenti agli ordini anseriformi e caradriformi. La particolare etologia di queste specie, caratterizzata dalla tendenza a vivere in gruppi numerosi, la possibilità di compiere lunghe migrazioni e l'affinità per l'ambiente acquatico e la loro sensibilità nei confronti dei virus influenzali rappresentano i fattori che rendono questi volatili i serbatoi in cui i virus influenzali si diffondono e si perpetuano in natura. Le specie che fungono da serbatoio epidemiologico, avendo la capacità di infettarsi con diversi sottotipi contemporaneamente, assicurano le condizioni necessarie per il riassortimento genetico e consentono quindi la persistenza dei virus dell'influenza aviaria e la comparsa di nuove varianti. I virus influenzali hanno avuto nel corso del tempo la capacità di adattarsi alle specie serbatoio andando verso una completa attenuazione della patogenicità. Questi uccelli consentono quindi la permanenza in natura dei soli virus a bassa patogenicità. I focolai sostenuti da virus ad alta patogenicità negli uccelli selvatici sono molto rari in natura, in quanto non rappresentano una strategia ecologica vincente: anche per lo stesso virus risulta poco conveniente uccidere l'ospite serbatoio attraverso il quale si moltiplica e si diffonde;

nelle aree indenni da influenza, l'introduzione primaria dei virus influenzali nelle popolazioni di volatili domestiche si verifica attraverso il contatto diretto o indiretto con specie selvatiche, che portano il virus, oppure con le movimentazioni dell'uomo e delle attrezzature provenienti da aree infette e dai mercati di animali vivi;

considerato che:

in Italia, in Emilia-Romagna, ed in particolare nelle province di Ferrara e Bologna, di recente sono stati individuati 6 focolai di influenza aviaria di tipo A ad alta patogenicità, sottotipo H7N7, che prevalentemente hanno interessato allevamenti di galline ovaiole, produttrici di uova da consumo;

dalle indagini epidemiologiche e di laboratorio è presumibile che il virus responsabile abbia infettato inizialmente i volatili nella forma a bassa patogenicità (LPAI) e che nel corso dell'infezione sia mutato nella forma ad alta patogenicità (HPAI);

in Italia sono state individuate e censite diverse "aree umide", definite "zone di nidificazione del germano reale", caratterizzate da fonti e canali d'acqua, dove si creano le condizioni eco-ambientali ideali per la presenza di specie selvatiche di volatili, sia sinantropi che migratorie;

gli uccelli attraversano i continenti seguendo rotte migratorie che possono essere raggruppate per definire vasti ambiti geografici: le "flyways". Esse comprendono i luoghi di nidificazione, le aree utilizzate, i quartieri di svernamento o semplicemente le zone sorvolate durante la migrazione. L'Italia si trova quasi completamente nella "flyway" mar Nero; mar Mediterraneo;

il continuo incremento del numero di uccelli selvatici, in particolare caradriformi (gabbiani), nelle aree abitate del nostro Paese, che per lo più colonizzano discariche ambientali e frequentano contesti urbani, aumenta il rischio di contaminazione;

lo stato di benessere degli animali è uno degli obiettivi dell'Unione europea e dell'Italia;

la tutela della salute animale e della salute pubblica è una priorità da perseguire, più attraverso un'attenta attività di prevenzione e precoce diagnosi che di controllo ed eradicazione degli eventi, con l'attuazione di misure e interventi che possano avere considerevole impatto economico e socio-culturale;

rilevato che:

l'Italia ha dato attuazione alla direttiva comunitaria 1999/74/CE recante norme minime per la protezione delle galline ovaiole, mediante l'adozione del decreto legislativo n. 267 del 2003, stabilendo disposizioni a tutela del benessere animale, tra le altre, il divieto dal gennaio 2012 dell'utilizzo delle "gabbie" di batteria come sistema di allevamento industriale per la produzione di uova e l'adozione di sistemi di allevamento che consentano uno spostamento libero delle galline, cosiddette free-range, e/o un accesso a spazi esterni;

il comparto avicolo nazionale, con indirizzo produttivo delle uova da consumo, ha affrontato negli ultimi anni considerevoli costi di adeguamento strutturale delle aziende al fine di rispettare le nuove norme in vigore;

nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale, in caso di focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità, per prevenire la propagazione del virus a salvaguardia del comparto avicolo nazionale, una delle misure di controllo da attuare è l'abbattimento di tutti i volatili presenti nell'allevamento infetto, nonché lo smaltimento delle carcasse con costi ingenti per lo Stato, che indennizza i danni diretti subiti dall'allevatore,

impegna il Governo:

1) a intraprendere tutte le azioni necessarie per garantire la corretta adozione di adeguate misure di biosicurezza in considerazione del rischio di circolazione dei virus influenzali nel contatto tra volatili domestici e quelli selvatici, scongiurando e limitando i reali ed evidenti pericoli di introduzione dei virus influenzali, che come verificatosi per la citata emergenza epidemica possono avere un impatto devastante per il patrimonio avicolo nazionale, strategico per l'economia del Paese;

2) ad adoperarsi e attivarsi, con determinazione, presso tutte le sedi comunitarie e internazionali, in accordo con gli altri Stati membri che, come l'Italia, sono caratterizzati da un rilevante patrimonio avicolo in aree a rischio di contatto con i volatili selvatici e, conseguentemente, hanno interesse a salvaguardare la produzione avicola di qualità, per ridiscutere le normative europee che hanno previsto, a partire dal 2012, la ristrutturazione del sistema di allevamento delle galline ovaiole al fine di individuare una nuova e più sicura regolamentazione, che garantisca un giusto equilibrio tra la tutela della salute animale e le esigenze di benessere dei volatili stessi.

(1-00146)