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Atto a cui si riferisce:
S.1/00481 premesso che: la mancata indizione di concorsi e assunzioni dal 2008 l'assenza di prospettive e di contratti a tempo indeterminato ha spinto molti laureati in Scienze infermieristiche a...



Atto Senato

Mozione 1-00481 presentata da IVANA SIMEONI
giovedì 29 ottobre 2015, seduta n.533

SIMEONI, MUSSINI, BENCINI, DE PIETRO, Maurizio ROMANI, CASALETTO, BIGNAMI, VACCIANO, CAMPANELLA, GAMBARO - Il Senato,

premesso che:

la mancata indizione di concorsi e assunzioni dal 2008 l'assenza di prospettive e di contratti a tempo indeterminato ha spinto molti laureati in Scienze infermieristiche a recarsi all'estero e in particolare nel mercato britannico;

il fenomeno, come riferisce l'organizzazione "Nursing & Midwifery Council", ormai coinvolge oltre 2.500 italiani e, stando alle stime dell'Ipasvi, la Federazione nazionale collegi infermieri, negli ultimi 3 anni si è registrato un incremento di circa il 70 per cento;

fino al 2012 chi decideva di trasferirsi Oltremanica lo faceva più per scelta che per necessità;

nel Regno Unito circa il 40 per cento della forza lavoro negli ospedali è costituita da infermieri e medici stranieri: la maggior parte arriva dalle Filippine e dall'India, ma negli ultimi 6 anni anche italiani, spagnoli e portoghesi hanno fatto la loro parte; l'implemento pare sia avvenuto a partire dal 2011, con l'acuirsi della crisi economica;

i neolaureati italiani sono motivati nel dare la priorità al Regno Unito rispetto agli altri Paesi europei perché nel Paese d'Oltremanica il ruolo professionale è molto valorizzato dal sistema sanitario, è caratterizzato dalla meritocrazia e, dopo 6 mesi di affiancamento, gli infermieri vengono regolarmente assunti con un contratto a tempo indeterminato;

il sistema britannico consente di crescere professionalmente secondo un criterio meritocratico: partecipando ai corsi di aggiornamento è possibile salire di livello. Tutte opzioni che in Italia non vengono prese in considerazione;

a convincere i giovani sono in particolare le prospettive di crescita: la progressione di carriera avviene per merito, partendo da un salario minimo di 26.000 sterline all'anno per arrivare a 98.000 sterline quando si raggiunge l'apice; il lavoro è duro, ma le prospettive di crescita sono un incentivo a fare di più;

rilevato che:

i dati pubblicati dall'Ocse nel 2014 evidenziano che nel nostro Paese mancano circa 60.000 infermieri e, al tempo stesso, sono ben 25.000 i neolaureati che non riescono a trovare lavoro: un paradosso che si traduce nella chiusura dei reparti e nella riduzione dei posti letto;

dal 2008 la crisi economica ha ridotto il finanziamento al sistema sanitario e provocato blocchi del turnover e dei contratti: ciò induce i giovani laureati in Scienze infermieristiche a lasciare il Paese;

gli italiani, poi, sono molto "corteggiati" dagli altri Paesi europei e i più ricercati grazie alle loro competenze;

si deve infine rilevare che gli italiani che lasciano il Paese non vengono sostituiti da infermieri di altre nazionalità; la quota di stranieri che lavorano negli ospedali pubblici italiani è piuttosto bassa: su 430.537 iscritti all'albo nazionale, solo 27.278 vengono dall'estero,

impegna il Governo a predisporre tutti gli opportuni provvedimenti e ad attivare politiche finalizzate a sbloccare il turnover nel settore infermieristico, consentire l'assunzione con contratti a tempo indeterminato dei giovani laureati aspiranti alla professione infermieristica e consentire avanzamenti di carriera secondo criteri meritocratici, così da dare ai giovani che sono stati costretti a migrare la possibilità di rientrare nel Paese e avere in più sul mercato dei professionisti arricchiti dalla loro esperienza all'estero.

(1-00481)