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Atto a cui si riferisce:
C.1/00197 premesso che: la procura della Repubblica di Firenze ha avviato importanti attività d'inchiesta sui lavori della Tav a Firenze che a gennaio di quest'anno hanno condotto...



Atto Camera

Mozione 1-00197presentato daSEGONI Samueletesto diMartedì 1 ottobre 2013, seduta n. 88

La Camera,
premesso che:
la procura della Repubblica di Firenze ha avviato importanti attività d'inchiesta sui lavori della Tav a Firenze che a gennaio di quest'anno hanno condotto all'iscrizione nel registro degli indagati di ben 31 persone tra cui funzionari e amministratori pubblici;
le indagini si sono concentrate prevalentemente su due aspetti rilevanti: l'illecito smaltimento dei fanghi e dei materiali di risulta e la mancanza di opportune norme di sicurezza dei materiali e dei macchinari; la stessa fresa sotterranea «Monna Lisa», impiegata per la realizzazione del tunnel sotto Firenze è stata posta sotto sequestro; inoltre le indagini hanno messo in evidenza lo «scarso monitoraggio dei lavori»;
nei giorni scorsi, in seguito a tali indagini, il giudice per le indagini preliminari Angelo Antonio Pezzuti ha richiesto gli arresti domiciliari per Maria Rita Lorenzetti presidente di Italferr ed ex presidente della Regione Umbria (Pd), Furio Saraceno presidente di Nodavia, Valerio Lombardi, tecnico di Italferr; Alessandro Coletta, consulente, ex membro dell'Autorità di vigilanza sugli Appalti pubblici, Aristodemo Busillo della Seli, la società incaricata di perforare il sottosuolo di Firenze con la fresa «Monna Lisa» ed infine Gualtiero (detto Walter) Bellomo ex coordinatore provinciale del PD di Palermo, membro della commissione VIA del ministero dell'Ambiente; per quest'ultimo la procura aveva addirittura chiesto il carcere, in quanto «si sarebbe impegnato per far ottenere una corsia preferenziale in Commissione VIA in cambio di appalti e della richiesta di una candidatura a deputato»;
i capi di imputazione sono numerosi: associazione a delinquere, violazione delle norme ambientali, traffico illecito di rifiuti, abuso d'ufficio e corruzione;
tra le misure adottate dalla magistratura fiorentina vi è anche l'interdizione dalle loro rispettive attività di Alfio Lombardi, Maurizio Brioni, Marco Bonistalli, dirigenti di Coopsette – la socia di maggioranza di Nodavia –, Remo Grandori presidente di Seli e Renato Casale, amministratore delegato di Italferr;
il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Firenze, nelle 450 pagine di ordinanza, ipotizza il rischio di reiterazione del reato e parla di un «articolato sistema corruttivo per cui, ognuno nel ruolo al momento ricoperto, provvede all'occorrenza a fornire il proprio apporto per conseguimento del risultato di comune interesse, acquisendo meriti da far contare al momento opportuno per aspirare a più prestigiosi incarichi, potendo contare sul fatto che i relativi effetti positivi si riverbereranno, anche se non nell'immediato, sui componenti della squadra medesima sotto forma anche di vantaggi di natura economica. In questa cornice, che prevede la contestuale ripartizione dei funzionari pubblici interessati ai procedimenti amministrativi di interesse, in amici e nemici, sono stati rilevati scambi di favore di varia natura»;
nel caso specifico della Lorenzetti, l'accusa sostiene che l'imprenditrice avrebbe agito «mettendo a disposizione le proprie conoscenze personali, i propri contatti politici e una vasta rete di contatti grazie ai quali era in grado di promettere utilità ai pubblici ufficiali avvicinati, nell'interesse e a vantaggio della controparte Nodavia e Coopsette», le società che hanno vinto l'appalto dei lavori; da queste società Lorenzetti «pretendeva favori per il marito (l'architetto calabrese Pasquale Domenico) nell'ambito della ricostruzione dell'Emilia» colpita dal terremoto; nell'ordinanza del tribunale non è specificato di quali lavori si tratti, ma sul sito della società di Domenico Pasquale, la Cooper studio, è indicata la progettazione architettonica delle scuole di Novi (Modena);
infiltrazioni della criminalità organizzata e precisi interessi affaristici di parte politica vengono in evidenza in questa delicata inchiesta giudiziaria che ha portato al blocco giudiziario dei cantieri;
nello specifico, l'indagine mette in luce pressioni lobbistiche e partitiche sulla Commissione che si sarebbe dovuta occupare di redigere la valutazione dell'impatto ambientale del Ministero: a questa si richiedeva infatti di attestare che gli scarti di lavorazione della maxi-fresa venissero qualificati come inerti da costruzione; il tutto a vantaggio delle imprese compiacenti impegnate nei lavori, i cui margini di guadagno sarebbero stati enormi grazie al «declassamento» degli scarti suddetti, nonostante l'agenzia di controllo ARPAT, nei propri pareri rilasciati alla regione Toscana, avesse chiaramente affermato che il materiale di scavo prodotto dalla fresa per il sottoattraversamento fiorentino non poteva essere escluso dal regime normativo dei rifiuti;
infatti, in virtù del Decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare n. 161 del 10 agosto 2012 (Decreto Clini), articolo 2, comma 1, i materiali di scavo venivano ad essere considerati «sottoprodotti e non rifiuti» sbloccando così il trasporto di questi rifiuti speciali dal cantiere di Firenze a Cavriglia; la concomitanza di questi fatti induce a supporre che le succitate pressioni lobbistiche siano in grado di esercitare influenze non solo a livello regionale ma anche nazionale, tanto da coinvolgere il Governo in questioni inerenti opere pubbliche locali;
sempre il suddetto decreto all'articolo 1 stabilisce che «I materiali da scavo possono contenere, sempreché la composizione media dell'intera massa non presenti concentrazioni di inquinanti superiori ai limiti massimi previsti dal presente Regolamento, anche i seguenti materiali: calcestruzzo, bentonite, polivinilcloruro (PVC), vetroresina, miscele cementizie e additivi per scavo meccanizzato». Questo significa che il livello d'inquinamento dei materiali di scavo, non sarebbe stato stabilito in ogni singolo lotto di terra, ma su di un campione dell'intera massa prodotta per cui sarebbe stato possibile, attraverso un'oculata scelta del campione ogni 5000 metri cubi di materiali di scavo prodotti, conferire tutta l'intera massa prodotta dagli scavi come «pulita» senza esserlo affatto creando così un danno ambientale incalcolabile;
il materiale da conferire a Cavriglia sarebbe andato a formare delle colline schermo di circa 3.550.000 metri cubi, mentre la cubatura totale prevista per le terre di scavo provenienti dal fresamento del sottoattraversamento di Firenze sarebbe stato di circa 2.450.000 metri cubi: questo lascerebbe lo spazio ad altri 1.100.000 metri cubi di provenienza non specificata, in parte provenienti dall'esecuzione della stazione Foster, ma che in parte sarebbero potuti arrivare anche da altre realtà «critiche» ed esposte a simili «sistemi corruttivi» ipotizzati dal tribunale di Firenze;
il suddetto materiale di risulta, potenzialmente inquinante o non adatto per caratteristiche geotecniche a realizzare delle colline artificiali, sarebbe stato conferito proprio in prossimità del nuovo lago artificiale di Santa Barbara (frazione di Cavriglia), strategico da un punto di vista idrico per tutto il territorio del Valdarno;
il centro di Geotecnologie, chiamato a monitorare la qualità dei materiali di scavo, ha come docente il professore Eros Aiello, la stessa persona che ha realizzato la relazione geologica e geotecnica del progetto definitivo del passante della TAV fiorentina evidenziando, anche se il fatto non è penalmente rilevante, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, il rischio di un evidente conflitto d'interessi tra controllore e controllato;
l'inchiesta evidenzia, oltre al tentativo degli indagati di condizionare l'esito dei pareri dei funzionari pubblici nazionali e della regione Toscana competenti in concessione di VIA, anche forti pressioni sull'autorità di vigilanza sui lavori pubblici per aggirare i limiti introdotti nel 2011 al riconoscimento di riserve in corso di appalto; il costo dell'opera, alla luce dei maggiori oneri intervenuti, è salito da 550 milioni di euro ad oltre 800 milioni;
desta non poche perplessità la modestissima copertura mediatica di fatti che – se accertati – metterebbero in luce una gravissima responsabilità da parte di esponenti di primo piano del principale partito di maggioranza; non va dimenticato che alcuni degli illeciti contestati, come abuso d'ufficio e corruzione, rappresentano odiosi delitti contro la pubblica amministrazione, reati che, se commessi da esponenti politici, appaiono ancora più sgradevoli per cui il sostanziale silenzio della stampa in proposito appare inaccettabile;
appare evidente che, al di là dei gravissimi aspetti emersi nell'inchiesta giudiziaria, vi siano degli elementi di criticità delle scelte strategiche e infrastrutturali che sottendono il progetto TAV e che andrebbero a maggior ragione messi in discussione per evitare che l'ostinata prosecuzione di un modello trasportistico inadeguato alle esigenze del Paese possa portare ulteriori e ingiustificati costi per la collettività, che ha invece soprattutto bisogno di treni efficienti e funzionali per i pendolari anche di corto raggio;
il sottoattraversamento Tav della città di Firenze è anacronistico, non solo per la mole di denaro pubblico che è stato e potrebbe essere ancora di più bruciato in questa grande opera, con le stime di spesa che vengono periodicamente aggiornate, ma anche per le gravissime implicazioni ambientali (sia per Firenze, dove sono previsti gli scavi, che per i comuni limitrofi a Cavriglia – (Arezzo) – dove è previsto lo smaltimento dei materiali di risulta); il tutto a fronte del risparmio di qualche minuto per i treni di alta velocità nella tratta Bologna – Firenze – Roma, senza nessun risvolto positivo per la mobilità locale, regionale e per la moltitudine di pendolari che usufruiscono di tali servizi quotidianamente;
oltre al progetto adottato esistono anche progetti di massima alternativi che privilegiano il recupero dell'esistente e il passaggio in superficie prevedendo costi, tempi ed impatti sanitari, ambientali, paesaggistici ed architettonici molto minori,

impegna il Governo:

a porre in essere ogni atto di propria competenza finalizzato al blocco cautelativo e immediato di tutti i lavori del sottoattraversamento fiorentino;
a valutare l'ipotesi di abbandonare definitivamente il progetto del sottoattraversamento Tav di Firenze e il conseguente conferimento delle rocce e terre da scavo nell'area mineraria di Santa Barbara a Cavriglia (Arezzo);
a predisporre una soluzione più economica, meno impattante e strategicamente alternativa al progetto della Tav fiorentina, privilegiando il potenziamento delle linee di superficie in modo da favorire sia il trasporto di lungo percorso che quello regionale e suburbano, tenendo conto delle reali necessità della collettività attraverso forme di partecipazione diretta di comitati cittadini, centri di ricerca e delle università;
a porre in essere ogni atto per destinare parte degli stanziamenti economici relativi al sottoattraversamento Tav fiorentino alla viabilità e al trasporto pubblico locale, con particolare riferimento alla mobilità pendolare;
ad avviare, nella denegata ipotesi di prosecuzione dei lavori, una costante e imparziale attività di monitoraggio e di vigilanza sui lavori relativi al sottoattraversamento Tav di Firenze e sul conferimento dei fanghi di risulta;
ad avviare un'inchiesta interna al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sulla corret- tezza delle procedure alla luce dei primi risultati delle indagini della procura di Firenze, con particolare riguardo alla commissione di VIA del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
a porre in atto misure, mediante appositi interventi regolamentari, volte ad assicurare la piena imparzialità dell'attività delle commissioni di controllo competenti sulle grandi opere;
a sospendere l'avvio, per quanto di propria competenza, di qualsiasi ulteriore attività volta a garantire semplificazioni per le grandi opere e di qualsiasi ulteriore intervento normativo in materia di «terre e rocce da scavo».
(1-00197) «Segoni, Artini, Bonafede, Baldassarre, Gagnarli, Agostinelli, Alberti, Barbanti, Baroni, Basilio, Battelli, Bechis, Benedetti, Massimiliano Bernini, Paolo Bernini, Nicola Bianchi, Brescia, Brugnerotto, Businarolo, Busto, Cancelleri, Cariello, Carinelli, Caso, Castelli, Catalano, Cecconi, Chimienti, Ciprini, Colletti, Colonnese, Cominardi, Corda, Cozzolino, Crippa, Currò, Da Villa, Dadone, Daga, Dall'Osso, D'Ambrosio, De Lorenzis, De Rosa, Del Grosso, Della Valle, Dell'Orco, Di Battista, Di Benedetto, Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, Di Vita, Dieni, D'Incà, D'Uva, Fantinati, Ferraresi, Fico, Fraccaro, Frusone, Gallinella, Luigi Gallo, Silvia Giordano, Grande, Grillo, Cristian Iannuzzi, L'Abbate, Liuzzi, Lombardi, Lorefice, Lupo, Mannino, Mantero, Marzana, Micillo, Mucci, Nesci, Nuti, Parentela, Pesco, Petraroli, Pisano, Prodani, Rizzetto, Rizzo, Paolo Nicolò Romano, Rostellato, Ruocco, Sarti, Scagliusi, Sibilia, Sorial, Spadoni, Spessotto, Tacconi, Terzoni, Tofalo, Toninelli, Tripiedi, Turco, Vacca, Simone Valente, Vallascas, Vignaroli, Villarosa, Zolezzi».