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Atto a cui si riferisce:
C.5/05239 i dati dell'indagine trimestrale «Giuria della Congiuntura», realizzata, dal Centro studi Unioncamere Marche presentati il 27 febbraio 2015 certificano nella regione un calo della produzione...



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 15 ottobre 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-05239

A seguito della crisi Russia-Ucraina, l'Unione Europea ha adottato un pacchetto di sanzioni progressive nei confronti della Federazione russa e dell'Ucraina filorussa di tre tipi: diplomatiche, con la sospensione dei negoziati economici; individuali, attraverso l'adozione di misure restrittive nei confronti di persone ed entità russe ed ucraine filo-russe; economico-finanziarie.
Quest'ultime sono state introdotte con il Regolamento del Consiglio n. 833/2014 e sono entrate in vigore il 1o agosto 2014 e colpiscono il settore finanziario, le tecnologie per l'industria petrolifera e le tecnologie sensibili a duplice uso civile e militare (qualora possano essere destinate, in tutto o in parte, ad un uso militare o ad un utilizzatore finale militare).
In considerazione della ulteriore azione di destabilizzazione seguita alle operazioni condotte da militari russi in territorio ucraino, il Consiglio Europeo del 30 agosto 2014 ha deciso di ampliare le misure sanzionatorie nei medesimi settori, con un «pacchetto» integrativo, entrato in vigore con Regolamento del Consiglio n. 960 del 12 settembre 2014.
A seguito dei mancati sviluppi positivi del conflitto ucraino ed al mancato completo rispetto degli Accordi di Minsk, il COREPER (Comitato dei Rappresentanti Permanenti dell'UE), nella riunione del 17 giugno scorso si è espresso per la proroga di 6 mesi delle sanzioni fino a fine gennaio 2016. La riunione del COREPER ha avuto funzione preparatoria del CAE (Consiglio degli Affari Esteri) e del Consiglio Europeo, che nella riunione del 25-26 giugno scorso ha pertanto adottato il Regolamento di proroga delle sanzioni contro la Russia per ulteriori 6 mesi.
Per quanto riguarda invece la Federazione russa, in data 6 agosto 2014, il Governo della federazione russa ha ufficialmente introdotto misure di ritorsione di validità di un anno sull'import di alcuni prodotti agro-alimentari, provenienti da USA, UE, Canada, Australia e Norvegia, prolungandone la validità sino al 5 agosto 2016 a seguito della recente proroga delle sanzioni da parte della UE.
La ripresa dei rapporti commerciali con la Russia auspicata dall'On. Ricciatti è anche un obiettivo dell'Unione europea che, dallo scoppio della crisi ucraina, ha avviato un esercizio trilaterale (EU-Russia-Ucraina) che dovrebbe portare ad una normalizzazione delle relazioni tra i tre interlocutori. Tuttavia, benché ormai al suo 18o appuntamento, tale esercizio resta caratterizzato da una scarsità di progressi effettivi.
Al fine di velocizzare questo processo, l'Unione europea ha presentato alla parte russa un elenco di tematiche specifiche (c.d Blueprint) nelle tre aree delle barriere tecniche agli scambi, delle questioni sanitarie e fitosanitarie e della cooperazione doganale, in merito alle quali la Russia dovrebbe fornire precise risposte. Tuttavia, se da un lato la Russia ha finora mostrato una certa disponibilità ad impegnarsi in queste tre aree, dall'altro persevera nel tentativo di allargare la discussione ad altre tre aree (tariffe, energia, investimenti), richiedendo altresì la negoziazione di un vero e proprio accordo internazionale trilaterale. Entrambe le richieste appaiono irricevibili per l'UE, con conseguente stallo delle discussioni.
Ad ogni modo, da parte della Commissione viene continuamente ribadita la disponibilità a fornire assistenza a Russia ed Ucraina per risolvere alcuni dei problemi esistenti, in particolare nelle aree sopra-evidenziate.
Un'ulteriore sessione di dialogo si dovrebbe tenere nel prossimo novembre. Da parte della Commissione ci si attende che i Russi producano nel frattempo proposte realistiche in risposta al blueprint.
Per la Commissione, inoltre, l'eventuale creazione di gruppi di lavoro prevista dal blueprint non è da considerarsi un «assegno in bianco», ma è vincolata al mantenimento, da parte russa, delle attuali preferenze all'Ucraina e all'assenza di ritorsioni commerciali. Nel caso in cui vi dovessero essere ritorsioni da parte russa, sarà difficile per l'UE pensare di assumere ulteriori impegni unilaterali.
Ciò premesso, sicuramente l'export su versante russo con gli effetti negativi dell'embargo nei confronti di Mosca, è uno dei motivi di preoccupazione del Governo. Diversi sono i settori colpiti, come dicevo, in primis quello agroalimentare – oggetto di ritorsioni – ma anche il distretto calzaturiero di Fermo come segnalato dall'On.le Interrogante, che peraltro risente anche dell'evoluzione sfavorevole del cambio del rublo russo con l'euro e della situazione di minori introiti per la Russia che deriva dalla diminuzione del prezzo del greggio sui mercati internazionali e che colpisce la capacità di acquisto dei cittadini russi.
Il Ministero dello Sviluppo Economico, attraverso elementi forniti dal nostro Osservatorio Economico sul commercio internazionale può dar conto delle perdite rilevate per l'export italiano nella Federazione russa: i dati mostrano che nel corso del 2014 l'export italiano in Russia è calato dell'11,6 per cento (diminuzione pari in termini assoluti ad una contrazione di oltre 1,2 miliardi di euro); nell'anno corrente si è ridotto nel corso del periodo gennaio – agosto 2015 – rispetto al corrispondente periodo del 2014 – del 28,6 per cento (flessione pari in termini assoluti a oltre 1,8 miliardi di euro). Quanto alle importazioni nel corso del 2014 l'import italiano dalla Russia è calato del 20 per cento (pari ad una riduzione di oltre 4 miliardi di euro); nel corso del periodo gennaio – agosto 2015 è invece sceso – rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente – del 16,9 per cento (decremento pari a oltre 1,9 miliardi di euro).
Attenzione: questi numeri sono solo molto parzialmente effetto diretto delle sanzioni. Piuttosto la situazione dell'economia russa è in costante peggioramento da anni.
Il Ministero dello sviluppo economico, per la parte di diretta competenza, ha quindi avviato una serie di azioni a tutela dell'export italiano. Siamo disponibili, infatti, assieme alle altre associazioni che fanno parte della cabina di regia, a studiare un piano ad hoc a favore delle aziende che sono state colpite dalla crisi.
Nel quadro dell'attività promozionale 2015, infatti il Mise ha dato mandato all'ICE Agenzia di proseguire e potenziare le sue attività promozionali nei settori dell'agro alimentare non colpiti dall'embargo russo. Ha inoltre, dato istruzioni di supportare i settori colpiti dall'embargo con adeguate iniziative di promozione su altri mercati esteri in modo tale da consentire una «compensazione» delle mancate esportazioni nella Federazione Russa.
In relazione al primo punto, sempre nel quadro delle attività promozionali, è stata promossa attraverso gli uffici dell'ICE in Russia, una complessa serie di attività locali a presidio del settore agroalimentare, anche avvalendosi delle attività del Desk di assistenza alle imprese per gli ostacoli al commercio presente all'interno di ICE Mosca dal maggio 2014.
Tali azioni si sostanziano innanzitutto nella realizzazione in loco di iniziative promozionali in occasione delle maggiori fiere di settore. Nel contempo, l'Italia attuerà una più intensa vigilanza per prevenire su quel mercato fenomeni di Italian Sounding e di contraffazione, a tutela delle nostre produzioni e per evitare il potenziale incremento dell'effetto-sostituzione da parte dei consumatori locali.
Occorre infine rilevare che l'Agenzia ICE di Mosca, su indicazione del Ministero dello Sviluppo Economico e d'intesa con il Ministero degli Affari Esteri, continua ad operare regolarmente sia dal punto di vista dell'attività promozionale che in termini di attività di assistenza prestata alle aziende italiane interessate ad operare nella Federazione Russa, come dimostrato – in ordine di tempo – dall'ultima Missione istituzionale ed imprenditoriale, tenutasi a Kazan dal 25 al 27 marzo 2015 e organizzata dall'Ambasciata d'Italia e che ha visto la partecipazione di 20 aziende italiane (meccanica, logistica, materiali per edilizia, servizi bancari, filiera agroindustriale, energia) e la realizzazione di oltre 100 incontri bilaterali d'affari con controparti locali.
Analogamente, la prossima edizione della Task Force Italo-Russa sulle PMI che si terrà a Cheboksary (nella Repubblica di Chuvashia) il 15 ed il 16 ottobre, a cui parteciperanno numerose aziende italiane dei settori meccanica (filiera legno e agroindustriale), elettrotecnica e risparmio energetico, rappresenterà un'ulteriore occasione per mantenere aperto il dialogo promozionale e commerciale con la Russia.
Benché le misure restrittive abbiano inciso sulla contrazione dell'importante interscambio commerciale tra Italia e Federazione Russa, il Governo ha continuato a incoraggiare la collaborazione economica, compatibilmente alle restrizioni in atto, e l'esplorazione di forme innovative di partenariato. Bisogna poi considerare che il calo dell'interscambio con la Russia, per quanto rilevante per alcuni settori produttivi, si inserisce in una fase espansiva per il commercio estero dell'Italia, che previsto in crescita del 5.6 per cento nel 2015 fino a superare il 6 per cento nel biennio 2016-2017. I dati dell'Osservatorio Economico sul commercio internazionale del MISE confermano le previsioni. Dallo scorso febbraio, le nostre esportazioni all'interno dell'Unione Europea stanno conseguendo ogni mese – su base tendenziale – tassi di crescita positivi. A luglio l'export italiano, in ambito comunitario, è aumentato del 5,7 per cento, superando per la seconda volta in assoluto i 22 miliardi di euro. Complessivamente, nei primi sette mesi di quest'anno, il nostro paese ha totalizzato un surplus della bilancia commerciale di 7,6 miliardi di euro verso l'UE.
Una situazione analoga all'UE si riscontra andando ad analizzare i dati del commercio mondiale dell'Italia. A luglio, così come accade da febbraio 2015, le nostre esportazioni verso il mondo hanno registrato un tasso di crescita tendenziale molto positivo. In particolare, rispetto al corrispondente mese del 2014, le vendite di prodotti italiani nei mercati esteri hanno conosciuto un +6,3 per cento, totalizzando il flusso record di 41,1 miliardi di euro. A luglio quindi la nostra bilancia commerciale, per la prima volta in assoluto, ha superato la soglia degli 8 miliardi di euro.
Nel complesso tra gennaio e luglio di quest'anno le esportazioni italiane a livello internazionale sono cresciute del 5,2 per cento mentre le importazioni sono incrementate del 4,7 per cento. La principale conseguenza è stata quella di realizzare un avanzo record del saldo commerciale, pari a +26,5 miliardi di euro.
Per quanto concerne il dettaglio merceologico, ad esclusione del comparto energetico, l'export ha totalizzato, sempre su base tendenziale, tassi di crescita positivi in tutti i settori. Particolarmente favorevoli sono stati i risultati conseguiti nei comparti automobilistico (+34,8 per cento), elettronico (+11,8 per cento), farmaceutico (7,8 per cento), agricolo (+13,1 per cento) e alimentare (+6,6 per cento). Questi ultimi due settori stanno beneficiando sicuramente degli effetti positivi derivanti da Expo 2015.
Per quanto concerne, infine, la destinazione dei nostri beni si rileva – durante i primi sette mesi dell'anno – una crescita delle nostre esportazioni in Asia, grazie anche agli ottimi risultati ottenuti in Medio Oriente (+13,4 per cento) e in India (+13,2 per cento), in Nord America, trascinata dall'entusiasmante +26,7 per cento conseguito negli Stati Uniti, in Africa sub-sahariana (+3,6 per cento) e in Oceania (+8 per cento). Di converso, nella cosiddetta Europa non comunitaria si sta assistendo ad un leggero rallentamento dell'export (-3 per cento), a causa proprio delle forti riduzioni totalizzate dalle vendite di nostri prodotti in Russia.
L'economia italiana è fortemente diversificata, e dispone pertanto degli strumenti per rafforzare la presenza su altri mercati, sia tradizionali che emergenti, grazie anche alle risorse messe a disposizione dal Governo, in particolare con il Piano straordinario per il Made in Italy. In questo quadro, ci si è quindi attivati per accompagnare le imprese del settore verso possibili nuovi sbocchi, con un notevole successo, come dimostrano i dati appena citati.