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Atto a cui si riferisce:
C.4/09281 il 28 novembre 2014, Marco Bianchini, un italiano presente nei territori occupati da Israele per coltivare l'ulivo e fornire consulenza ai coltivatori locali, durante una manifestazione pacifica...



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 7 ottobre 2015
nell'allegato B della seduta n. 497
4-09281
presentata da
DI STEFANO Manlio

Risposta. — Il 28 novembre 2014 il connazionale Marco Bianchini è stato colpito da un proiettile nel corso di una manifestazione cui partecipava presso il villaggio cisgiordano di Kafr Qaddum, a ovest di Nablus. La manifestazione era organizzata dall'international solidarity movement, gruppo non violento a sostegno del popolo palestinese. Il giovane aveva il volto coperto in ragione del lancio di lacrimogeni da parte delle forze di sicurezza israeliana, ma indossava una pettorina arancione che lo identificava come «attivista internazionale». Bianchini è stato ferito all'addome ed è stato trasportato all'ospedale di Nablus, per poi essere trasferito presso l'ospedale pubblico di Ramallah.
Non appena informato del ricovero di un italiano presso il nosocomio di Ramallah, il nostro consolato generale a Gerusalemme ha interpellato il direttore della struttura per ottenere informazioni sullo stato di salute del connazionale; ha quindi consultato il direttore generale del Ministero della salute palestinese per i servizi medici di base, il quale ha assicurato che il Ministro della salute Jawad Awwad stava seguendo personalmente il caso.
Contattato dal consolato generale, il connazionale si è presentato come Patrick Corsi, ammettendo successivamente che il nome era falso. Nei giorni seguenti e fino alla sua dimissione dall'ospedale di Ramallah, nonostante le numerose richieste, il connazionale si è sempre rifiutato di declinare le proprie vere generalità e di presentare documenti comprovanti la cittadinanza italiana. Ciò nonostante il personale della nostra rappresentanza lo ha contattato telefonicamente quasi tutti i giorni e la console Clemente si è recata personalmente a visitarlo tre volte. A seguito della sua dimissione e dopo aver reso pubblica la vicenda ai media palestinesi, il connazionale è stato ricevuto dal presidente palestinese Mahmood Abbas, il quale gli ha concesso la cittadinanza e il passaporto dell'Autorità nazionale.
Nel gennaio del 2015 il connazionale si è presentato al consolato generale d'Italia a Gerusalemme chiedendo un'autentica di firma sulla denuncia che intendeva sporgere in Italia per quanto accaduto, attraverso un suo legale di fiducia. Egli ha asserito di non voler sporgere denuncia direttamente alle autorità israeliane per paura di ritorsioni, anche a seguito dell'acquisizione della cittadinanza palestinese (che prevale, secondo la legge israeliana, in caso di doppia cittadinanza). In tale occasione è stato possibile identificarlo con il suo vero nome, Marco Bianchini.
L'incertezza sulle effettive generalità del connazionale ha fatto sì che, nel corso della vicenda, non fosse agevole per la sede consolare acquisire informazioni tramite i canali diplomatici e sporgere denuncia formale presso le competenti autorità israeliane. Solo dopo d'identificazione del connazionale il consolato generale a Gerusalemme ha potuto trasmettere la denuncia presentata dal signor Bianchini alla procura della Repubblica presso il tribunale ordinario di Roma.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Mario Giro.