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Atto a cui si riferisce:
C.4/09426 la legge 9 dicembre 1998, n. 426 recante «Nuovi interventi in campo ambientale» individua Brindisi come sito di interesse nazionale (SIN) per la bonifica e il decreto ministeriale del 10...



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 9 ottobre 2015
nell'allegato B della seduta n. 499
4-09426
presentata da
DE LORENZIS Diego

Risposta. — Con l'interrogazione in oggetto l'interrogante chiede di chiarire posizioni in merito a specifiche problematiche ambientali del sito di interesse nazionale di Brindisi ed, in particolare, all'area cosiddetta Micorosa.
Dapprima occorre premettere che la suddetta area – attualmente di proprietà della società Micorosa S.r.l. – ex salina ed ambiente umido costiero è stata utilizzata circa dal 1962 al 1980, come luogo di recapito dei rifiuti di origine industriale da parte di società dell'ex gruppo Montedison, provenienti dagli impianti di produzione dell'acetilene (fanghi di idrossido di calcio), da quelli di produzione del PVC (composti organici clorurati e miscele di solventi aromatici policiclici) e da code residue dell'impianto di produzione dell'anidride ftalica (acidi maleico e ftalico).
Nel 1987 l'area è stata ceduta dal gruppo Montedison alla società Micorosa S.r.l., che, solo tra il 1994 e il 1995, si è attivata per il recupero dei fanghi precedentemente scaricati, allo scopo di produrre calce idrata: dopo un anno, però, gli impianti sono fermati.
Successivamente, con legge regionale n. 28 del 2002 (BURP n. 164 del 2002) Micorosa è stata inserita nella perimetrazione del parco regionale Saline di Punta della Contessa benché l'area fosse già una discarica da almeno un trentennio.
Dal momento che l'area di Micorosa è sotto curatela fallimentare, le attività di caratterizzazione ambientale previste dal decreto legislativo n. 152 del 2006 sono state svolte dal servizio ecologia del comune di Brindisi, che ha redatto il «piano della caratterizzazione ambientale del sito area Micorosa», approvato con prescrizioni dallo scrivente Dicastero nella conferenza dei servizi decisoria del 1o agosto 2007.
La caratterizzazione ambientale ha evidenziato:
a) la presenza di rifiuti costituiti in prevalenza da idrossido di calcio proveniente dagli impianti di produzione dell'acetilene, da code clorurate provenienti dalla lavorazione del PVC e rifiuti provenienti dall'impianto cloro-soda;
b) i terreni sottostanti il corpo rifiuti risultano contaminati, per la presenza di composti alifatici clorurati cancerogeni e non, idrocarburi aromatici, clorobenzeni (esaclorobenzene e pentaclorobenzene), idrocarburi leggeri e pesanti, metalli pesanti (As, Sn, Hg, Be. Se) e ammine aromatiche (anisidina);
c) le acque di falda sono contaminate principalmente da metalli pesanti (Al, As, Fe, Ni, Mn), idrocarburi aromatici (benzene, etilbenzene, stirene) e composti alifatici clorurati cancerogeni e non (cloruro di vinile, cloroformio, 1,2 dicloroetano, 1,2 dicloroetilene, 1,1 dicloroetano, 1,1,2 tricloroetano).

Relativamente alla procedura amministrativa instaurata per i progetti di bonifica per la predetta area, si rappresenta che con l'accordo di programma stipulato il 18 dicembre 2007, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il commissario di Governo per l'emergenza ambientale, la regione Puglia, la provincia di Brindisi, il comune di Brindisi e l'autorità portuale di Brindisi si sono impegnati a definire gli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle aree comprese nel Sito di interesse nazionale di Brindisi.
In seguito, in data 16 luglio 2013, è stato sottoscritto tra il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Puglia, l'accordo di programma quadro «Ambiente» – Fondo di sviluppo e coesione 2007-2013.
Il predetto accordo nelle premesse fa riferimento alla nota con la quale la regione Puglia manifesta la volontà di avviare interventi prioritari di messa in sicurezza e bonifica della falda, con particolare riferimento al sito «Micorosa», in considerazione dell'elevata compromissione delle matrici ambientali del sito, nonché alla successiva condivisione della proposta regionale da parte del Ministero dell'ambiente.
Successivamente è stato convenuto dal Ministero dell'ambiente, dalla regione Puglia e dal comune di Brindisi di affidare alla Sogesid S.p.A la «progettazione definitiva di messa in sicurezza e bonifica» dell'area in questione (cfr. pag. 9 dell'Accordo di Programma quadro «Ambiente»).
In tale contesto sono stati presentati i documenti:
«Interventi di messa in sicurezza e bonifica della falda del SIN di Brindisi. Progetto Definitivo – 1o Stralcio funzionale – Area Micorosa», trasmesso dalla Società Sogesid (nota prot. n. 5257 del 18 ottobre 2013);
Progetto Operativo di messa in sicurezza permanente di parte delle «Aree esterne Syndial», trasmesso dalla Società Syndial (nota prot. n. Amde n. 163 del 2013 del 14 ottobre 2013)».

Quanto ai contenuti progettuali richiamati dall'Onorevole si evidenzia che il progetto approvato con decreto urgenza 7 luglio 2014 prevede le seguenti opere:
la realizzazione dell'impermeabilizzazione superficiale dell'intero corpo rifiuti, realizzata mediante una successione di strati artificiali (successione di geotessuto bentonitico, telo in HDPE e geotessuti di corredo con funzioni antipunzonanti, grimpanti e drenanti) progettati in equivalenza a quanto stabilito dal decreto legislativo n. 36 del 2003;
la realizzazione di una parte del marginamento fisico complessivo dell'area, mediante diaframma semiplastico con telo in HDPE, in particolare quello nell'area prospiciente il corpo rifiuti, di fronte al mare e alla SIC/ZPS «Saline di Punta della Contessa»; il marginamento sarà realizzato mediante diaframma impermeabile semiplastico di cemento e bentonite e telo in HDPE all'interno, dello spessore di 80 centimetri e attestato per almeno due metri nella formazione impermeabile di base costituita dalle argille in facies grigio azzurra, posta ad una profondità di circa 25-27 metri dal p.c.;
la realizzazione di una parte dei pozzi di emungimento, in particolare quelli posti a monte idraulico del diaframma con la funzione di controllo dell'altezza della falda, che, nella zona prospiciente il mare, sarà mantenuta inferiore di poche decine di centimetri rispetto alla quota dello stesso;
la realizzazione di barriere idrauliche, mediante pozzi di emungimento in corrispondenza dei confini nord e sud sud-ovest della proprietà Micorosa, con la finalità di controllo dell'altezza della falda; la realizzazione delle relative opere di adduzione (a gravità e mediante impianti di sollevamento) e di scarico;
il nolo per due anni (corrispondente al periodo transitorio determinato nella falda dalle nuove condizioni determinate dal marginamento completo) dell'impianto di trattamento delle acque di falda drenate dai pozzi;
la realizzazione delle opere di raccolta e allontanamento delle acque meteoriche dall'impermeabilizzazione, compreso scarico a mare;
la realizzazione delle opere di difesa dalle azioni erosive determinate dalle mareggiate (scogliera radente) e dalle acque di dilavamento superficiali (geotessuti);
la piantumazione di alberi e arbusti idro-esigenti per rinaturalizzare i luoghi e tenere sotto controllo in modo naturale l'eventuale impaludamento; i pozzi di emungimento realizzati in corrispondenza dei confini nord e sud sud-ovest della proprietà Micorosa potranno non essere attivati; essi comunque saranno disponibili in caso di eventuali repentini innalzamenti del livello di falda non controllabili mediante il phyto pumping;
il progetto, inoltre, prevede un sistema di monitoraggio delle acque che avrà la doppia funzione di verificare, da un lato, l'efficacia dell'intervento e, dall'altro, di controllare che le aree naturali e agricole limitrofe non siano raggiunte dalla contaminazione.

Il costo del progetto per la parte pubblica è di 36.573.498,31 milioni di euro.
Circa gli stanziamenti previsti e disposti in favore della tutela dei luoghi indicati, si segnala che la Delibera CIPE n. 87 del 3 agosto 2012, recante «Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC). Programmazione regionale delle risorse residue del FSC a favore del settore ambientale per la manutenzione straordinaria del territorio», ha assegnato euro 40.000.000,00 a valere sulle risorse FSC 2007-2013 di competenza della regione Puglia per la copertura dell'intervento «Attuazione interventi programmatici previsti nell'AdP Brindisi per la bonifica e messa in sicurezza di emergenza della falda nel SIN Brindisi».
In data 16 luglio 2013 è stato sottoscritto l'accordo di programma quadro «rafforzato» tra il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Puglia, che ha confermato all'articolo 3, comma 1, la destinazione di euro 40.000.000,00 per l'intervento «Attuazione interventi programmatici previsti nell'AdP Brindisi per la bonifica e messa in sicurezza di emergenza della falda nel SIN Brindisi», coerentemente con quanto previsto dalla delibera CIPE 3 agosto 2012, n. 87.
Al fine di disciplinare le attività di progettazione definitiva degli interventi di messa in sicurezza e bonifica dell'area «Micorosa», in data 4 dicembre 2013 è stata sottoscritta apposita convenzione tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la regione Puglia, il comune di Brindisi e la Sogesid S.p.A. per un importo complessivo di euro 2.559.944,52.
La gestione amministrativa dell'intervento è in capo al comune di Brindisi, individuato quale soggetto attuatore per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza di emergenza e bonifica della falda nel SIN di «Brindisi» nell'allegato 2 al citato accordo di programma quadro «rafforzato».
Giova, infine, sottolineare che durante le attività di progettazione dell'intervento era stata valutata un'altra soluzione progettuale, successivamente scartata, che prevedeva la bonifica e la rinaturalizzazione dell'intera area per restituirla alle condizioni precedenti lo sversamento, con la rimozione dell'intero corpo rifiuti. A ben vedere, però, i rifiuti presenti appartengono alla classe di pericolo H8, e pertanto smaltibile solamente in discarica per rifiuti speciali pericolosi. L'impianto di discarica che in Italia potrebbe accoglierlo è quello sito in regione Lombardia nel comune di Vergate in provincia di Varese. L'eventuale sito di destinazione citato dista da Brindisi, su mezzo gommato, circa 1000 chilometri. La movimentazione di enormi quantità di materie non consente di ridurre i tempi di realizzazione delle opere oltre certi limiti, per limitare il numero di viaggi/giorno da effettuare per smaltire i rifiuti e i terreni contaminati e per ripristinare i terreni smaltiti. In tale caso, solo per queste due operazioni, risultavano necessari 8+3=11 anni di lavori, a cui poi aggiungere gli anni per la bonifica delle acque di falda e delle eventuali sorgenti di contaminazione secondaria.
L'intervento di messa in sicurezza approvato appare quello maggiormente sostenibile con impatti che complessivamente risultano limitati, reversibili e circoscritti alla durata della fase di realizzazione delle opere. Tale messa in sicurezza permanente, e non «tombamento», risulta realizzabile ed efficace in tempi decisamente inferiori (due anni, mentre per l'intervento di bo- nifica si parla di almeno dieci anni), consentendo anche l'isolamento delle sostanze cancerogene già prima della fine dei lavori. Il progetto si dovrà raccordare con l'intervento della Syndial che si occuperà della parte di confinamento relativa alle aree private. La gestione e il coordinamento dei due interventi durante l'esecuzione degli stessi, come indicato dal Protocollo Syndial – comune di Brindisi – regione Puglia, sarà effettuato da una struttura apposita («cabina di regia»), che, dovendo coordinare anche il progetto Sogesid, dovrà tenere conto anche delle osservazioni fatte dal consiglio superiore dei lavori pubblici.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Gian Luca Galletti.