• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/00938 CASSON - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, dell'economia e delle finanze e delle infrastrutture e dei trasporti - Premesso che: il magistrato alle acque...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-00938 presentata da FELICE CASSON
mercoledì 2 ottobre 2013, seduta n.115

CASSON - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, dell'economia e delle finanze e delle infrastrutture e dei trasporti - Premesso che:

il magistrato alle acque di Venezia ha messo in campo una vasta azione di recupero per i canoni demaniali marittimi dovuti da circa 2.500 concessionari;

l'80 per cento dei concessionari è costituito da proprietari di piccole imbarcazioni da diporto o a remi;

all'origine dell'azione del magistrato alle acque vi è la necessità di rettificare gli importi dei canoni dei piccoli spazi acquei, che, a causa di incertezze sulla norma da applicare, è stato calcolato al di sotto del minimo stabilito dalla legge n. 160 del 1989 (nel 2013 circa 360 euro, contro 180 euro riportati negli atti di concessione anteriori al 2010-2011);

i piccoli proprietari di barche, pertanto, si trovano a dover corrispondere differenze da calcolarsi su un periodo di più di vent'anni. Il rilievo che i canoni sono prescritti, peraltro, obbliga in ogni caso il magistrato alle acque ad iscrivere a ruolo l'intera somma dovuta, poiché non è nei suoi poteri e facoltà permettere che un credito dello Stato si estingua per il semplice decorso del tempo senza alcuna dichiarazione documentata dal concessionario e valutata da chi ne abbia la competenza (il giudice, gli uffici finanziari che sono competenti per la riscossione coattiva);

la posizione di ciascun concessionario è infatti da valutarsi caso per caso (la prescrizione è diversa a seconda del tipo di occupazione e del comportamento sin qui tenuto dagli uffici finanziari o dal concessionario stesso);

i concessionari di piccoli spazi acquei, pertanto, dovranno difendersi in un giudizio di impugnazione degli atti esattoriali;

all'origine di ciò all'interrogante risulta che vi sia stata l'applicazione di tabelle elaborate localmente dagli uffici finanziari, che avevano il pregio di considerare la specificità della laguna di Venezia, che, come è noto, nulla ha a che vedere con il mare costiero (tanto è vero che è oggetto di legislazione speciale);

vi è poi l'anomalia, vissuta come un problema di giustizia dalla gente, del fatto che fino a 100 metri quadrati circa di spazio acqueo, il canone è per tutti di circa 360 euro, senza distinzione fra imbarcazioni di lusso, imbarcazioni modeste e imbarcazioni, infine, utilizzate per attività d'impresa ad alta redditività (taxi acquei, ad esempio; imbarcazioni per trasporto merci, eccetera);

considerato che, a parere dell'interrogante:

è una palese ingiustizia costringere una moltitudine di piccoli proprietari di barca, spesso pescatori e piccoli artigiani, ad eccepire formalmente e davanti ad un giudice o con un ricorso all'autorità amministrativa competente la prescrizione di un credito dello Stato;

si tratta di palese distanza fra legalità e giustizia quando lo Stato pretende il pagamento di una somma che per fatto proprio è stata calcolata in modo sbagliato;

è iniquo pretendere che imbarcazioni a remi di modestissimo valore paghino uno spazio acqueo di 12 metri quadrati quanto un panfilo di dimensioni e valore ben più grandi,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza delle situazioni di fatto descritte;

se non sia opportuno, tenuto conto anche del fatto che l'uso delle imbarcazioni nella laguna di Venezia è di stimolo per moltissime piccole e medie attività artigianali e commerciali, impedire che ingiustizie e iniquità quali quelle ricordate continuino ad esistere e provvedere all'adozione di tabelle speciali per la laguna di Venezia, sentite le competenti autorità territoriali.

(4-00938)