• C. 118 Proposta di legge presentata il 15 marzo 2013

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Atto a cui si riferisce:
C.118 [Prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne] Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, fatta a Istanbul l'11 maggio 2011


Organo inesistente

XVII LEGISLATURA
 

CAMERA DEI DEPUTATI


   N. 118


PROPOSTA DI LEGGE
d'iniziativa dei deputati
MOGHERINI, SERENI, VILLECCO CALIPARI, POLLASTRINI, ROBERTA AGOSTINI, CENNI, BINI, BORGHI, CARRA, CARRESCIA, CHAOUKI, CIMBRO, COPPOLA, COSCIA, MARCO DI MAIO, D'INCECCO, FEDI, CINZIA MARIA FONTANA, GADDA, GASPARINI, GHIZZONI, GIULIANI, INCERTI, IORI, KYENGE, LENZI, LODOLINI, MAESTRI, MALPEZZI, MANZI, MARIANI, MARZANO, MURER, QUARTAPELLE PROCOPIO, RAMPI, RUBINATO, SCUVERA, TIDEI, VELO
Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, fatta a Istanbul l'11 maggio 2011
Presentata il 15 marzo 2013


      

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Onorevoli Colleghi! L'11 maggio 2011 a Istanbul la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica è stata aperta alla firma degli Stati membri del Consiglio d'Europa, degli Stati non membri che hanno partecipato alla sua elaborazione e dell'Unione europea.
      Tale Convenzione rappresenta il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che si prefigge di creare un quadro normativo completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza, grazie a misure di prevenzione, di tutela in sede giudiziaria e di sostegno alle vittime.
      In particolare, il testo della Convenzione definisce la violenza sulle donne come una violazione dei diritti umani fondamentali e una forma di discriminazione da contrastare, istituendo un collegamento diretto di estremo valore e di segno innovativo tra l'impegno a sradicare il fenomeno della violenza sulle donne e l'obiettivo di conseguire un'eguaglianza di genere, di fatto e di diritto.
      Il testo della Convenzione indica specifiche misure che gli Stati firmatari devono adottare per prevenire la violenza, proteggere le vittime e perseguire gli autori dei reati. Sono previste, in particolare: azioni istituzionali di prevenzione nel settore educativo e dell'informazione; sanzioni contro la violenza fisica, psicologica e sessuale, i matrimoni forzati, le mutilazioni genitali, lo stalking; strumenti di sostegno medico, psicologico e legale alle vittime; meccanismi di monitoraggio sull'attuazione della Convenzione, per assicurarne la piena efficacia nel lungo periodo.
      Obiettivo della Convenzione è offrire una risposta giuridicamente cogente a fenomeni di abuso e violenza di cui sono vittime le donne e che si registrano in misura sempre crescente.
      Notizie di cronaca ripropongono infatti, ormai quotidianamente, l'emergenza della violenza contro le donne in Italia e in Europa, delineando un dramma umano e sociale che spesso si consuma innanzitutto all'interno dei nuclei familiari e che sollecita iniziative urgenti per assicurare sostegno alle vittime (a partire dai centri di ascolto e di antiviolenza) e misure efficaci di contrasto e di prevenzione della violenza sulle donne.
      I dati diffusi nel 2012 dalla piattaforma dalla Convenzione per l'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW) delle Nazioni Unite confermano in modo drammatico questa emergenza: in Europa ogni giorno 7 donne vengono uccise dai loro partner. In Italia, nel 2011 sono morte 127 donne (il 6,7 per cento in più rispetto al 2010) e nel 2012 fino al mese di giugno si sono registrate già 63 vittime.
      È evidente come, di fronte alle dimensioni di questo fenomeno, le misure di sostegno alle vittime, di promozione di pari opportunità e di lotta a ogni forma di discriminazione tra sessi devono essere non solo rafforzate, ma accompagnate anche da un'azione ben più ampia e incisiva per contrastare una cultura diffusa di acquiescenza, di tolleranza e di indifferenza verso ogni forma di violenza – fisica e psicologica – di cui purtroppo sono ancora vittime le donne in Italia e in molti altri Paesi nel resto del mondo.
      In questo senso, la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica rappresenta uno strumento importante, che in fase di esecuzione può offrire strumenti innovativi e più efficaci di tutela giuridica, ma anche d'iniziativa istituzionale e d'intervento sociale nella direzione della promozione di diritti fondamentali di dignità, rispetto e libertà delle donne.
      Il Parlamento italiano, nel corso della presente legislatura, si è espresso ripetutamente e con pronunciamenti unanimi in favore della firma e della successiva ratifica della Convenzione.
      Il 2 febbraio 2012 le donne parlamentari italiane componenti dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa hanno indirizzato un appello al Governo italiano per la sottoscrizione anche da parte dell'Italia della citata Convenzione. In quell'occasione, le parlamentari espressero inoltre l'auspicio che il Governo italiano potesse assumere ogni iniziativa utile in sede europea affinché si giungesse alla firma della Convenzione anche da parte dalla stessa Unione europea.
      Nella stessa giornata del 2 febbraio 2012 la Camera dei deputati ha approvato all'unanimità un ordine del giorno al disegno di legge comunitaria 2011 (n. 9/04909/29) che impegnava il Governo ad «adottare ogni iniziativa utile nelle opportune sedi europee al fine di favorire in tempi brevi la firma e la ratifica da parte dell'Unione europea della suddetta Convenzione, provvedendo altresì ad apporre la firma italiana e conseguentemente a sottoporre il provvedimento al Parlamento italiano per la sua ratifica».
      Il 29 febbraio 2012 il Ministro degli affari esteri Terzi di Sant'Agata ha risposto all'appello delle parlamentari italiane con una lettera in cui affermava che «la promozione dei diritti delle donne, anche attraverso un'attiva partecipazione alle molteplici iniziative internazionali sul tema, trova una collocazione prioritaria in seno alla nostra azione di politica estera in materia di diritti umani, tanto sul piano bilaterale quanto nei fori multilaterali. Posso pertanto assicurare che l'Italia intende sottoscrivere quanto prima la Convenzione e che, nei prossimi giorni, verranno completate le procedure interne».
      Il 7 marzo 2012 il Sottosegretario agli affari esteri Marta Dassù, intervenendo presso la III Commissione affari esteri e comunitari alla Camera dei deputati in risposta a un'interrogazione, ha dichiarato che «il Governo annette grande importanza alla Convenzione del Consiglio d'Europa sul contrasto e la prevenzione della violenza sulle donne e la violenza domestica. Essa rappresenta uno strumento di notevole rilievo per contribuire ad affrontare in maniera organica e giuridicamente onnicomprensiva queste tematiche e proteggere le donne contro ogni forma di violenza». Il Sottosegretario ha inoltre confermato che «il Governo è convinto del valore aggiunto che l'adesione ad un quadro normativo comune, quale la Convenzione, potrà assicurare per elevare ulteriormente il livello di protezione delle donne e delle vittime di violenza domestica. Posso, quindi, confermare che il Governo intende sottoscrivere la Convenzione quanto prima, in linea con gli auspici espressi dal Parlamento».
      Altri successivi atti di sindacato ispettivo e di indirizzo sono stati presentati e discussi dalla Camera dei deputati e dal Senato della Repubblica con ulteriori positivi pronunciamenti delle assemblee parlamentari in favore della firma della Convenzione.
      Il 27 settembre 2012 il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con delega per le pari opportunità, Elsa Fornero, alla presenza del Vice Segretario generale del Consiglio d'Europa Gabriella Battaini Dragoni e del Sottosegretario agli affari esteri Marta Dassù, ha firmato a Strasburgo la Convenzione.
      In questa sede il Ministro Fornero ha dichiarato che «la firma della Convenzione da parte dell'Italia è un passo fondamentale per proseguire l'azione del Paese contro queste forme di violenza che colpiscono le donne e le bambine», assumendo espressamente l'impegno a «lavorare per la ratifica in tempi brevi, possibilmente entro questa legislatura, della convenzione del Consiglio d'Europa contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica».
      La Convenzione ad oggi è stata firmata da 24 Stati: Albania, Austria, Belgio, ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Monaco, Montenegro, Norvegia, Portogallo, Repubblica Slovacca, Serbia, Slovenia, Spagna, Svezia, Turchia e Ucraina. Attualmente solo la Turchia ha che ratificato la Convenzione. Per la sua entrata in vigore si dovrà attendere il numero minimo di dieci ratifiche, inclusi otto Stati membri del Consiglio d'Europa.
      All'indomani della citata firma da parte del Governo italiano, l'obiettivo della presente proposta di legge è di favorire una rapida ratifica parlamentare della Convenzione, per contribuire a raggiungere quanto prima in sede europea il numero minimo di ratifiche necessarie per la sua entrata in vigore.
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PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1.
(Autorizzazione alla ratifica).

      1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, fatta a Istanbul l'11 maggio 2011 e sottoscritta dall'Italia il 27 settembre 2012.

Art. 2.
(Ordine di esecuzione).

      1. Piena ed intera esecuzione è data alla Convenzione di cui all'articolo 1 a decorrere dalla data della sua entrata in vigore, in conformità a quanto disposto dall'articolo 75 della Convenzione stessa.

Art. 3.
(Copertura finanziaria).

      1. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2013-2015, nell'ambito del fondo speciale di parte corrente dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2013, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.
      2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

Art. 4.
(Entrata in vigore).

      1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

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