• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00120 premesso che: le telecomunicazioni rappresentano un settore strategico per lo sviluppo economico del Paese, tenuto anche conto che autorevoli studi hanno documentato l'effetto...



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00120presentato daBRUNO BOSSIO Vincenzatesto diVenerdì 4 ottobre 2013, seduta n. 91

La IX Commissione,
premesso che:
le telecomunicazioni rappresentano un settore strategico per lo sviluppo economico del Paese, tenuto anche conto che autorevoli studi hanno documentato l'effetto moltiplicatore sul prodotto interno lordo degli investimenti per le reti di nuova generazione in fibra;
l'Italia, come documentato dalla Commissione europea, ha accumulato un forte ritardo nei confronti degli altri Paesi europei per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi posti dall'Agenda digitale europea, recepiti nell'ordinamento nazionale attraverso la legge n. 35 del 4 aprile 2012;
il gruppo Telecom Italia, con oltre 80 mila dipendenti è il principale operatore di comunicazioni elettroniche, titolare delle infrastrutture della rete di accesso che rappresenta una sorta di monopolio naturale, anche perché nel nostro Paese non sono state sviluppate reti televisive via cavo che in altri contesti europei rappresentano, invece, una soluzione alternativa e più economica per la fornitura ai clienti finali di servizi innovativi a banda ultralarga;
lo scorso 26 settembre il Presidente della Consob Giuseppe Vegas, in audizione presso le Commissioni riunite VIII e X del Senato ha informato sui termini dell'accordo Telco del 24 settembre, in base al quale dal 1o gennaio 2014 Telefonica potrà acquisire la maggioranza del consiglio di amministrazione di Telco e Telecom, in coerenza con l'attuale normativa italiana sull'OPA;
la Commissione europea, nel 2009, aveva avviato una procedura di infrazione circa la normativa italiana in materia di golden power, giudicata troppo «intrusiva». In particolare, la Commissione, pur
riconoscendo la legittimità della previsione di poteri speciali volti a salvaguardare gli interessi vitali dello Stato, sosteneva che tale obiettivo poteva essere conseguito attraverso misure meno restrittive rispetto a quelle previste dalle disposizioni del decreto-legge n. 332 del 1994;
il successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 giugno 2004 ha definito i criteri di esercizio dei predetti poteri speciali, stabilendo che questi dovessero essere esercitati esclusivamente al ricorrere di rilevanti e imprescindibili motivi di interesse generale, in particolare con riferimento all'ordine pubblico, alla sicurezza pubblica, alla sanità pubblica e alla difesa, in forma e misura idonee e proporzionali alla tutela di detti interessi, anche mediante l'eventuale previsione di opportuni limiti temporali, fermo restando il rispetto dei principi dell'ordinamento interno e comunitario, e tra questi in primo luogo del principio di non discriminazione;
il Governo, allo scopo di chiudere la procedura di infrazione, ha adottato il decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21 che prevede la «tutela» governativa in caso di operazioni «ostili» che portino a «una situazione eccezionale, non disciplinata dalla normativa nazionale ed europea di settore, di minaccia, di grave pregiudizio per gli interessi pubblici relativi alla sicurezza e al funzionamento delle reti e degli impianti...», nonché, in caso di soggetti esterni all'Unione europea, la notifica dell'acquisto che porti all'assunzione del controllo della società, ai fini di salvaguardia da «grave pregiudizio agli interessi essenziali dello Stato»;
in base al decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, i poteri speciali previsti dal precedente decreto n. 332/94 continueranno a essere esercitabili, secondo i criteri definiti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 giugno 2004, con riferimento ai singoli settori, fino all'entrata in vigore dei decreti e regolamenti relativi a ciascun settore;
il vice-Ministro Catricalà lo scorso 25 settembre, in audizione dinanzi alle Commissioni VIII e X del Senato, ha sottolineato che il cambio di controllo «su una società di questa rilevanza comporta come necessaria conseguenza un confronto chiaro e leale tra il Governo e i soci di riferimento» in particolare «sul mantenimento dei livelli occupazionali; adeguatezza dei nuovi investimenti; mantenimento e miglioramento della qualità del servizio; separazione tra governance della rete e governance del servizio»;
il vice-Ministro Catricalà ha, inoltre, evidenziato che per il Governo l'obiettivo di separazione tra governance della rete e governance del servizio resta prioritario e dovrebbe prevedere «una partecipazione significativa della Cassa Depositi e Prestiti non in funzione di sostegno o di aiuto, ma come scelta imprenditoriale in un'attività profittevole come si è finora dimostrata quella della gestione delle reti nazionali»;
in data 30 settembre 2013 il Governo ha trasmesso al Parlamento, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante modifiche al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 30 novembre 2012, n. 253, concernente il regolamento recante l'individuazione delle attività di rilevanza strategica per il sistema di difesa e sicurezza nazionale; lo schema di decreto prevede, in particolare, che «ai fini dell'esercizio dei poteri speciali di cui all'articolo 1 del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, rientrano negli attivi di rilevanza strategica nel settore delle comunicazioni le reti e gli impianti utilizzati per la fornitura dell'accesso agli utenti finali dei servizi rientranti negli obblighi del servizio universale e dei servizi a banda larga e ultralarga»;
non sono stati invece finora adottati i regolamenti, con i quali, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del citato decreto-legge n. 21 del 2012, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari, sono individuati le reti e gli impianti, ivi compresi quelli necessari ad assicurare l'approvvigionamento minimo e l'operatività dei servizi pubblici essenziali, i beni e i rapporti di rilevanza strategica per l'interesse nazionale nel settore delle comunicazioni (oltre che dell'energia e dei trasporti); non è stato parimenti adottato il regolamento con cui, ai sensi del comma 9 del medesimo articolo, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari, sono emanate le disposizioni attuative in materia di esercizio dei poteri speciali nel settore delle comunicazioni;
Telecom Italia lo scorso 30 maggio ha reso nota l'intenzione di procedere allo scorporo della rete di accesso con la creazione di una nuova società (Opac) nella quale confluiranno attività e risorse relative allo sviluppo e alla gestione della rete di accesso passiva, sia in rame sia in fibra; la nuova società dovrebbe garantire a tutti gli operatori del mercato (operatori alternativi e la stessa Telecom Italia) l'accesso alla rete fissa, applicando il modello di parità di trattamento denominato a livello europeo di «Equivalence of Input» (EoI),

impegna il Governo:

ad adottare, quanto prima possibile, i regolamenti previsti dall'articolo 2 del decreto-legge n. 21 del 2012, con i quali sono individuati le reti e gli impianti, ivi compresi quelli necessari ad assicurare l'operatività dei servizi pubblici essenziali, i beni e i rapporti di rilevanza strategica per l'interesse nazionale nel settore delle comunicazioni e sono emanate le disposizioni attuative in materia di esercizio dei poteri speciali nel medesimo settore delle comunicazioni;
a garantire una efficace vigilanza, in base ai poteri previsti dalla golden power, sui beni e i rapporti di rilevanza strategica per l'interesse e la sicurezza nazionale nel settore delle comunicazioni;
a promuovere l'investimento di Cassa depositi e prestiti nella nuova società della rete di accesso, al fine di assicurare un più rapido sviluppo delle reti di nuova generazione in fibra, coerente con gli obiettivi posti dall'Agenda digitale europea;
ad assicurare piena tutela e valorizzazione dell'occupazione e del patrimonio di conoscenze e competenze di Telecom Italia.
(7-00120) «Bruno Bossio, Bonaccorsi, Brandolin, Cardinale, Carella, Castricone, Coppola, Crivellari, Culotta, Ferro, Gandolfi, Pierdomenico Martino, Mauri, Meta, Mognato, Mura, Pagani, Paolucci, Rotta, Tullo, Velo, Oliaro, Quintarelli, Vecchio, Vitelli».