• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/03194-A/006 premesso che: l'articolo 1, comma 1, del presente provvedimento delega il Governo ad adottare un decreto legislativo per l'attuazione, tra le altre, della direttiva 2014/25/UE, sulle...



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03194-A/006presentato daVERINI Waltertesto diMartedì 17 novembre 2015, seduta n. 523

La Camera,
premesso che:
l'articolo 1, comma 1, del presente provvedimento delega il Governo ad adottare un decreto legislativo per l'attuazione, tra le altre, della direttiva 2014/25/UE, sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali;
in Italia, il servizio postale è attualmente oggetto di rilevanti trasformazioni: l'articolo 18 del disegno di legge annuale sulla concorrenza, approvato dalla Camera, stabilisce a decorrere dal 10 giugno 2017 la soppressione dell'attribuzione in esclusiva alla società Poste Italiane Spa (quale fornitore del Servizio universale postale) dei servizi inerenti le notificazioni e comunicazioni di atti giudiziari (ai sensi della legge n. 890/19827) nonché dei servizi inerenti le notificazioni delle violazioni del codice della strada;
inoltre, il 12 ottobre scorso è iniziato il processo di privatizzazione di Poste Italiane, che verrà realizzato attraverso un'offerta, rivolta ai risparmiatori italiani, ai dipendenti del Gruppo Poste Italiane e ad Investitori italiani e internazionali da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, di azioni della società corrispondenti a poco meno del 40 per cento del capitale sociale;
Poste Italiane è la più grande infrastruttura di servizi in Italia, con 142.000 dipendenti, 13.000 uffici postali e oltre 32 milioni di clienti e garantisce l'espletamento del servizio universale sulla base di un contratto di programma siglato con lo Stato, in cui la società si impegna a raggiungere determinati obiettivi di qualità, tra cui quelli concernenti l'adeguatezza degli orari di apertura degli sportelli rispetto alle prestazioni richieste;
tuttavia, si è posto negli ultimi anni un problema di razionalizzazione del servizio postale, nonostante le continue azioni dei comuni per limitare i deleteri effetti della diminuzione del servizio postale soprattutto nelle realtà rurali di ridotta dimensione, ove l'Ufficio postale costituisce un vero e proprio presidio per i servizi ai cittadini, di preminente interesse;
il problema ha assunto quest'anno una forte valenza e risonanza pubblica, in conseguenza delle misure adottate da Poste Italiane nel nuovo piano industriale del prossimo quinquennio e alla prossima quotazione in borsa: il piano ha infatti prefigurato una consistente soppressione o riduzioni orarie del presidio postale in numerose realtà locali, segnatamente nelle frazioni amministrative dei piccoli Comuni, in cui la popolazione è distribuita su un territorio in genere molto ampio e con difficoltà di collegamento che, con la cosiddetta «razionalizzazione» del servizio postale, rischiano seriamente un ulteriore isolamento;
il decreto legislativo 58/2011, di attuazione della direttiva 2008/6/CE, volta al completamento del mercato interno dei servizi postali, afferma il contributo fondamentale che i servizi postali esercitano per gli obiettivi di coesione sociale, economica e territoriale nell'Unione, consentendo tramite la rete postale l'accesso universale a servizi locali essenziali, un principio che primariamente va applicato per le aree in genere a scarsa densità abitativa e minore sviluppo, soggette ad accentuato isolamento e conseguenti diffusi fenomeni di abbandono da parte delle popolazioni residenti, in particolare più giovani;
la legge di stabilità 2015 ha previsto che il nuovo contratto di programma (ancora in fase di negoziazione tra il Ministero dello sviluppo economico e Poste Italiane SpA) relativo al quinquennio 2015-2019 possa disporre l'introduzione di «misure di rimodulazione» della frequenza di erogazione dei servizi e che tali misure possono interessare l'intero territorio nazionale;
la questione ha suscitato forti preoccupazioni da parte delle amministrazioni locali destinatarie degli interventi, che denunciano un'ulteriore caduta nella disponibilità di servizi tra cui quello postale è sempre stato considerato essenziale;
sono, pertanto, stati attivati tavoli regionali di confronto tra Poste, Anci regionali, Regioni e Comuni, al fine di valutare tutte le azioni e le alternative utili per evitare ogni possibile disagio ai Comuni ed ai cittadini, esaminando nello specifico le singole situazioni territoriali;
anche se sono stati raggiunti alcuni risultati apprezzabili, come la sospensione del termine del 13 aprile 2015, a decorrere dal quale avrebbero trovato applicazione le misure restrittive del citato Piano industriale, ciò non ha, tuttavia, permesso di conseguire un sostanziale ripensamento del Piano;
il contenzioso nelle singole realtà regionali si è animato anche presso diversi Tar e anche la Sesta sezione del Consiglio di Stato, con la sentenza n. 1262 depositata l'11 marzo scorso, ha stabilito che non è consentito chiudere gli uffici postali nei piccoli centri se non vengono rispettate le distanze in rapporto alla popolazione e se la scelta non viene adeguatamente motivata in relazione ai disagi che arreca e, non certo secondariamente, che l'accessibilità al servizio non possa prescindere dall'effettiva percorribilità delle strade di accesso agli uffici postali in termini quindi di reale fruibilità dei cittadini;
in diverse Regioni la situazione resta quindi sostanzialmente in stallo, con posizioni contrapposte tra i Comuni interessati e Poste Italiane, nonostante le numerose prese di posizione ufficiali assunte a più riprese anche in sede parlamentare, volte a riconsiderare i contenuti del Piano industriale di Poste Italiane secondo i princìpi esposti, europei e nazionali, di tutela delle popolazioni interessate;
è notizia recente il rinvio al 31 dicembre dell'entrata in vigore del Piano di distribuzione della corrispondenza a giorni alterni nei centri più piccoli e nelle aree montane, che sarebbe dovuto partire già dal 1o ottobre, rinvio che presuppone peraltro una verifica sui volumi reali di corrispondenza effettuata dall'Autorità Garante delle Comunicazione, per evitare disservizi e meno qualità, a ulteriore conferma dei possibili effetti negativi del nuovo piano di distribuzione nei confronti di chi vive nelle zone rurali e montane,

impegna il Governo

a intraprendere, per quanto di competenza, ogni iniziativa utile a garantire la prossimità e la copertura del territorio nazionale da parte del servizio pubblico postale e a salvaguardare le aree disagiate e i cittadini più deboli, a tal fine favorendo la prosecuzione e il rafforzamento del confronto in corso tra la società Poste italiane spa, l'Anci e le regioni e l'individuazione di soluzioni innovative e alternative alla chiusura indiscriminata degli uffici postali e alla riduzione della distribuzione della corrispondenza.
9/3194-A/6. Verini, Borghi, Amoddio.