• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.5/07042 la Siria dal 15 marzo 2011 vive una terribile guerra per procura alimentata da terroristi provenienti da 89 Paesi, dove, finora, sono morte più di 250.000 persone tra civili e militari; ...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-07042presentato daDI STEFANO Manliotesto diMercoledì 18 novembre 2015, seduta n. 524

MANLIO DI STEFANO, DEL GROSSO, DI BATTISTA, GRANDE, SCAGLIUSI, SIBILIA e SPADONI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
la Siria dal 15 marzo 2011 vive una terribile guerra per procura alimentata da terroristi provenienti da 89 Paesi, dove, finora, sono morte più di 250.000 persone tra civili e militari;
vista la situazione di caos, sul territorio siriano si sono sviluppate, grazie anche al supporto logistico, finanziario e di armamenti, le organizzazioni terroristiche di Jhabbat al-Nusra, filiale di al-Qaeda in Siria e il sedicente Stato islamico (Isis);
è stato documentato da diversi media in Turchia, così come dal dipartimento di Stato degli USA, il coinvolgimento dei servizi segreti turchi nel passaggio dei terroristi in Siria;
l'Isis continua a ricevere i proventi dalla vendita di petrolio alla Turchia a un prezzo ridotto (come documentato da vari analisti e reporter di guerra) e dai reperti archeologici saccheggiati in Siria e Iraq e poi rivenduti sui mercati europei;
la Giordania favorisce il passaggio di terroristi sul suolo siriano, mentre Israele accoglie i terroristi feriti in Siria e, come documentato dai media israeliani, offre loro supporto logistico per tornare nei campi di battaglia siriani;
dal mese di aprile 2015, l'Isis e il Fronte al-Nusra hanno proseguito la loro avanzata in Iraq e Siria, occupando Ramadi (Iraq), Idlib e Palmyra (Siria); l'inviato dell'Onu in Siria, Staffan De Mistura, ha ribadito più volte che il presidente siriano Bashar al-Assad è parte della soluzione alla crisi siriana e che sarebbe necessario un maggior coordinamento con le forze armate siriane contro le organizzazioni terroristiche Isis e al-Nusra, avendo acquisito nel tempo importanti informazioni di intelligence;
la cosiddetta coalizione anti-Isis a guida americana non solo si è dimostrata inconcludente, ma, come nel caso dell'occupazione di Palmyra, ha mostrato addirittura un chiaro atteggiamento non interventista. Preoccupante, inoltre, sarebbe l'intenzione da parte della suddetta coalizione di considerare al-Nusra tra i cosiddetti «ribelli moderati»;
la cosiddetta coalizione nazionale siriana è divisa e lacerata da divisioni al suo interno tra continue liti e scandali per sottrazione di fondi; ha un riscontro minimo di popolarità sul suolo siriano e la sua formazione militare, il cosiddetto Free Syrian Army, e ormai parte integrante delle organizzazioni terroristiche presenti sul territorio siriano;
dal 2011, la Repubblica araba di Siria è vittima dell'embargo economico e delle sanzioni dell'Unione europea, i cui effetti diventano devastanti solamente su una popolazione impossibilitata, tuttora, ad accedere a medicinali e beni di prima necessità. Nel mese di maggio 2015, inoltre, il Consiglio europeo ha esteso le sanzioni economiche contro questo Paese per un anno ulteriore, quindi, fino al 1o giugno 2016;
la Repubblica araba siriana è una nazione laica che consente ai cristiani e alle altre minoranze religiose di professare liberamente la propria fede religiosa, dove la donna non è costretta a portare alcun velo né le è preclusa la carriera politica o l'accesso alle istituzioni, può esercitare qualsiasi professione e ha pieni diritti civili e piene libertà. A Damasco c’è una delle più antiche sinagoghe del Medio Oriente, colpita dai mortaio dai ribelli dell'Esercito libero siriano, considerati da molti Governi occidentali dei «moderati»;
la Repubblica araba siriana non è isolata. È riconosciuta dall'ONU, dai Paesi cosiddetti BRICS, dai Paesi membri dell'Alleanza bolivariana per le Americhe (ALBA), da Iran, Algeria, Libano, Kuwait e altri Paesi che stanno rivedendo la loro posizione. Stati che, nel complesso, rappresentano la maggioranza della popolazione mondiale –:
se e quali iniziative intenda intraprendere per ripristinare i rapporti diplomatici con la Siria, anche attraverso un concreto impegno in sede europea per la rimozione delle sanzioni di cui in premessa che, lungi dal colpire il regime siriano finiscono tuttora per creare disagi e sofferenze alla popolazione e essere un ulteriore ostacolo alla pacificazione.
(5-07042)