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Atto a cui si riferisce:
S.2/00323 LO GIUDICE, ALBANO, AMATI, BATTISTA, BIGNAMI, CIRINNA', DIRINDIN, GOTOR, GUERRA, MASTRANGELI, PEZZOPANE, RICCHIUTI - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che: l'8 per...



Atto Senato

Interpellanza 2-00323 presentata da SERGIO LO GIUDICE
venerdì 20 novembre 2015, seduta n.540

LO GIUDICE, ALBANO, AMATI, BATTISTA, BIGNAMI, CIRINNA', DIRINDIN, GOTOR, GUERRA, MASTRANGELI, PEZZOPANE, RICCHIUTI - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che:

l'8 per mille è la quota di imposta IRPEF che lo Stato distribuisce tra le istituzioni religiose aderenti all'accordo e lo Stato stesso;

la normativa vigente ha origine nel 1984, con la stipula del "Nuovo Concordato", che prevedeva l'assegnazione di una quota del gettito totale IRPEF alla Chiesa cattolica o allo Stato;

al 2015 risultano essere arrivate a 14 il numero delle associazioni confessionali che beneficiano dell'accordo sull'8 per mille;

ciascun cittadino può assegnare il proprio 8 per mille su base volontaria;

il gettito "inoptato", costituito da coloro, che alla stesura della dichiarazione dei redditi, non specificano il destinatario della propria quota di imposta IRPEF, viene distribuito proporzionalmente attraverso coefficienti calcolati in base alle scelte espresse valide;

i contribuenti del 2011 che hanno originato i gettiti distribuiti nel 2015 a favore degli enti religiosi e dello Stato erano 41.320.548; di questi solo 18.929.936 (il 45,81 per cento) hanno espresso inequivocabilmente la loro volontà, al momento della redazione della dichiarazione dei redditi, a fronte di un "inoptato" di 22.221.036 (53,78 per cento);

a titolo di mero esempio, nel 2011, 15.185.809 contribuenti (il 36,75 per cento del totale) hanno espresso validamente la volontà di conferire l'8 per mille alla Chiesa cattolica e tali risultati hanno portato nel 2015 all'assegnazione di 1.013.054.493 euro alla Conferenza episcopale italiana, il 79,94 per cento sul totale della quota di 8 per mille del gettito totale IRPEF;

considerato che a quanto risulta agli interroganti:

la Corte dei Conti ha recentemente reso pubblico un nuovo rapporto sui meccanismi dell'8 per mille, già ritenuto in passato dai giudici contabili "non del tutto rispettoso dei principi di proporzionalità, volontarietà ed eguaglianza", nonché "opaco, senza controlli, senza informazione per i cittadini, discriminante dal punto di vista della pluralità religiosa";

la Corte ha definito il "sistema troppo gravoso per l'Erario" e ha rimarcato l'assenza di "verifiche alla destinazione dei fondi", nonché l'assenza delle dovute revisioni dei meccanismi, divenute necessarie "in un periodo di generalizzata riduzione delle spese sociali a causa della congiuntura economica";

lo Stato non promuove alcuna campagna di informazione sulla devoluzione a suo favore dell'8 per mille, né sulle effettive modalità di ripartizione del cosiddetto "inoptato";

considerato altresì che:

l'Agenzia delle entrate, in seguito ad un controllo a campione sulle dichiarazioni dei redditi presentate tramite CAF (centro assistenza fiscale), ha verificato che, nell'1,6 per cento dei casi, le dichiarazioni trasmesse all'Agenzia presentavano una destinazione dell'8 per mille diversa da quella presentata dal contribuente e che, nel 65 per cento di questi casi, le scelte erroneamente trasmesse erano a favore della Chiesa cattolica,

si chiede di sapere:

se il Governo non intenda valutare l'opportunità di modificare la normativa vigente, relativa al finanziamento delle confessioni, riformando il sistema di distribuzione dell'"inoptato";

quali iniziative stia assumendo per sollecitare la presentazione di una rendicontazione più completa e trasparente delle somme ricevute dai beneficiari;

quali campagne di informazione preveda di adottare per sensibilizzare i contribuenti sui meccanismi di ripartizione dell'8 per mille e per incoraggiare gli stessi a devolvere la propria quota a favore dello Stato;

se non ritenga che l'entità ingente del finanziamento ad alcune confessioni religiose non possa definirsi a tutti gli effetti "aiuto di Stato";

se, dato che buona parte dell'8 per mille destinato allo Stato è poi indirizzato comunque alla Chiesa cattolica, sotto la voce "beni culturali", in forma di finanziamento per il restauro e la conservazione di opere artistiche e monumentali, considerate le ingenti risorse già destinate ad essa dal sistema dell'8 per mille, il Governo non voglia valutare di rivedere, per il 2016, gli schemi di ripartizione dei fondi 8 per mille dell'Irpef a gestione statale, per garantire maggiori risorse ad interventi nell'ambito delle aree tematiche "fame nel mondo", "edilizia scolastica" e "calamità naturali" e per i "beni culturali " a gestione statale o di altri enti;

quali iniziative di prevenzione e quali provvedimenti siano stati assunti per contrastare la tipologia di abuso che alcuni centri di assistenza fiscale metterebbero in atto.

(2-00323)