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Atto a cui si riferisce:
S.1/00155 premesso che: Frontex (Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea) coordina e garantisce la sicurezza alle...



Atto Senato

Mozione 1-00155 presentata da ENRICO BUEMI
martedì 8 ottobre 2013, seduta n.119

BUEMI, NENCINI, LONGO Fausto Guilherme, PANIZZA, FRAVEZZI, LANIECE, LO GIUDICE, CASSON, GINETTI, FILIPPIN, CIRINNA', CAPACCHIONE, PALERMO - Il Senato,

premesso che:

Frontex (Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea) coordina e garantisce la sicurezza alle frontiere esterne della UE. L'Agenzia sostiene gli Stati membri nell'ambito della formazione delle proprie guardie di confine stabilendo, tra l'altro, norme formative comuni, effettua analisi dei rischi, segue gli sviluppi della ricerca pertinenti al controllo e alla sorveglianza delle frontiere esterne, sostiene gli Stati membri nelle situazioni che richiedono una maggiore assistenza tecnica e operativa ai confini esterni e fornisce il supporto necessario all'organizzazione di operazioni di rimpatrio congiunte. Queste misure contribuiscono anche ad aumentare la sicurezza interna in Europa e in ogni Paese membro: ciò avviene in particolare grazie alle misure di lotta alla migrazione illegale nonché alla tratta di esseri umani e al traffico di migranti;

Frontex è stata istituita con il regolamento (CE) n. 2007/2004 del 26 ottobre 2004 che istituisce un'agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea (GU L 349 del 25 novembre 2004) e completata con il regolamento (CE) n. 863/2007 dell'11 luglio 2007 che istituisce un meccanismo per la creazione di squadre di intervento rapido alle frontiere e modifica il regolamento (CE) n. 2007/2004 Consiglio limitatamente a tale meccanismo e disciplina i compiti e le competenze degli agenti distaccati (GU L 199 del 31 luglio 2007, pag. 30; RS 0.362.380.019) relativo alle squadre di intervento rapido (RABIT). Questi due atti giuridici rappresentano uno sviluppo dell'acquis di Schengen;

il 28 febbraio 2013 la Commissione europea ha presentato un pacchetto di proposte legislative ("frontiere intelligenti") che dovrebbero accelerare, facilitare e rafforzare le procedure di controllo dei viaggiatori di Paesi terzi alle frontiere dell'Unione europea. Il pacchetto comprende un programma per viaggiatori registrati (RTP) e un sistema di registrazione in ingresso-uscita (SEO) che semplificheranno la vita dei cittadini di Paesi terzi che attraversano frequentemente le frontiere esterne dello spazio Schengen e che rafforzeranno la sicurezza alle frontiere della UE;

secondo Cecilia Malmstrom, Commissaria UE per gli affari interni, sistemi più moderni garantiranno un maggiore livello di sicurezza, prevenendo gli attraversamenti irregolari delle frontiere e individuando i cittadini di Paesi terzi che si trattengono sul territorio della UE oltre la durata di soggiorno autorizzata. In particolare, il SEO sarà un sistema di ingressi/uscite che registra la data e il luogo di ingresso e di uscita dei cittadini di Paesi terzi che viaggiano nell'Unione europea. Il sistema calcola elettronicamente la durata del soggiorno breve autorizzato, sostituendo le attuali procedure manuali, ed invia una segnalazione alle autorità nazionali qualora alla scadenza del periodo autorizzato non sia stata registrata l'uscita del viaggiatore dal territorio della UE. In tal modo, il sistema servirà anche ad affrontare il problema delle persone che prolungano il soggiorno oltre la scadenza del visto di breve termine;

considerato che:

la procedura attualmente applicata dagli Stati membri ai fini del controllo di un cittadino di Paese terzo che desidera attraversare le frontiere esterne della UE si dimostra ampiamente inefficace: essa si basa essenzialmente sull'apposizione di timbri nel documento di viaggio. Tale procedura richiede molto tempo, non fornisce dati affidabili sugli attraversamenti di frontiera, non consente di individuare agevolmente i soggiornanti fuori termine ed è inefficace nei casi di perdita o distruzione dei documenti di viaggio. Inoltre, con gli attuali sistemi, gli Stati membri non potranno affrontare la pressione sempre crescente di viaggiatori in ingresso e in uscita dalla UE, il cui volume, soltanto alle frontiere aeroportuali, dovrebbe aumentare dell'80 per cento, passando da 400 milioni nel 2009 a 720 milioni nel 2030;

la comunicazione (IP/11/1234) ha avviato una discussione tra le istituzioni della UE e le autorità degli Stati membri sull'attuazione di nuovi sistemi, all'interno dell'iniziativa volta a rafforzare la governance globale dello spazio Schengen, come annunciato nella comunicazione sulla migrazione, adottata il 4 maggio 2011 (IP/11/532 e MEMO/11/273). Eppure le prossime fasi, costituite dai negoziati con il Parlamento europeo e il Consiglio sulle proposte legislative relative al programma per viaggiatori registrati e al sistema di ingressi-uscite, in modo che il sistema e il programma proposti diventino operativi nel 2017 o 2018, non possono esaurire l'intero spettro delle misure necessarie a fronteggiare l'emergenza immigrazione, per come si sta rendendo evidente in questi ultimi mesi;

il 24 gennaio 2013, l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (PACE) ha adottato la risoluzione [1918] chiedendo misure urgenti e collettive per allentare la pressione nei Paesi di frontiera nel Mediterraneo, il che segnatamente riguarda soprattutto la Grecia e l'Italia;

oltre al rinnovo del mandato di Frontex, disposto fino a fine anno, solo dal 1° ottobre 2013 il programma Eurosur prevede uno scambio costante di informazioni ed un coordinamento delle capacità di reazione alle crisi umanitarie con i Paesi membri rivieraschi del Mediterraneo, che nell'ufficio operativo di Frontex finora trovano soltanto un ennesimo passaggio burocratico da esperire, a fronte della sostanziale solitudine in cui vengono lasciati quanto si verificano le crisi migratorie con flussi incontrollati attraverso le frontiere marittime;

mentre Frontex coordina la cooperazione alla frontiere esterne, agli Stati membri compete la conduzione operativa e la responsabilità relativa ai controlli al confine. Sia gli Stati membri sia gli agenti impiegati nell'ambito di Frontex sono tenuti a rispettare i diritti fondamentali dei migranti e il principio di non respingimento ("non refoulement") nonché a garantire la sicurezza delle persone fermate. Eppure Amnesty international ha dichiarato che bisogna fare molto di più, consegnando al Parlamento europeo, e in particolare al presidente della Commissione Libertà civili, Lopez Aguilar, una petizione firmata da oltre 70.000 cittadini di tutta Europa: gente comune, secondo cui gli eurodeputati dovrebbero controllare come i Paesi membri trattano migranti, rifugiati e richiedenti asilo che arrivano alle frontiere UE. Azioni simili si svolgeranno in 8 Paesi europei per chiedere maggiore trasparenza e responsabilità, ma l'Italia resta preoccupantemente indietro in tali iniziative, vincolata dal tenore della legge Bossi-Fini (legge n. 189 del 2002) e dal modo in cui essa declina l'esigenza di sicurezza senza contemperarlo con i diritti umani dei migranti. Solo il disegno di legge di chiusura del CIE, recentemente proposto dai senatori socialisti, è volto a considerare la figura dei migranti più che dei clandestini, conformemente alle tradizioni del socialismo europeo espresse da Aguilar ricevendo le firme di Amnesty international. L'occasione per dimostrarlo, ricordò l'eurodeputato, è stata la revisione del mandato dell'Agenzia Frontex nel 2011: "In quest'occasione ci siamo preoccupati di assicurare i diritti fondamentali, attraverso un ispettore che ne controlli il rispetto e un forum consultivo sui diritti fondamentali";

la libertà dal bisogno costituisce un movente di richiesta d'asilo che, in certe circostanze, deve concorrere ad integrare i requisiti di permanenza negli Stati dell'Unione, secondo soluzioni condivise a livello europeo: la libera circolazione delle persone, imposta dai trattati europei, non può più tollerare la sopravvivenza di ordinamenti giuridici inidonei a disciplinare in modo stabile ed autonomo il diritto di soggiorno del richiedente asilo; essa richiede, invece, una tutela provvisoria ai richiedenti,

impegna il Governo:

1) a porre a livello europeo, in tutte le sedi in cui verrà in rilievo:

a) la questione dell'autonoma capacità operativa di Frontex, mediante il distacco di unità navali degli Stati membri nelle rotte del Mediterraneo a più ampia intensità migratoria;

b) la questione del puntamento satellitare sulle rotte, in modo da mobilitare in tempo reale missioni di soccorso dell'Unione verso i battelli in difficoltà ed in modo da accompagnare i restanti alla prima terra d'approdo dell'Unione;

c) l'obbligo degli Stati membri di condividere nel sistema SEO tutte le banchedati sui dati identificativi dei migranti, attivando altresì con i Paesi d'origine sistemi di finanziamento dell'informatizzazione delle locali anagrafi di stato civile, in modo da consentire il celere confronto delle impronte dattiloscopiche o del DNA con quelle dei migranti sbarcati;

d) il riconoscimento del diritto di entrare nel territorio dello Stato membro, mediante apposita domanda ai consolati congiunti europei che andrebbero rafforzati nei Paesi di origine ed entro contingenti annualmente determinati. Per l'asilo, l'Europa dovrebbe riconoscere il diritto di conseguire il permesso di soggiornarvi unicamente al fine di proporre istanza di riconoscimento del proprio status di rifugiato, per la sola durata del relativo procedimento; criteri omogenei di concessione garantirebbero la mobilità dei rifugiati tra tutti gli stati dell'Unione, dando stabilità alla condizione giuridica dell'interessato ed alla sua ricerca del lavoro in ambiti leciti e non caratterizzati da clandestinità o, peggio, criminalità;

2) ad annunciare che, in assenza di una seria risposta europea entro la fine dell'anno, la situazioni che nella normativa vigente legittimano il trattenimento dei rifugiati nei CIE (centri di identificazione ed espulsione) sarebbero drasticamente ridotte, in via unilaterale, dal Governo italiano, che non può più sostenere il peso di "fare barriera" da solo ad un flusso migratorio eccezionale. La logica punitiva con cui i Governi del passato hanno guadagnato la benevolenza dei partner europei non può più celare l'inconfutabile realtà secondo cui le attività di contrasto dell'immigrazione clandestina in Italia non sono conformi alle norme internazionali consuetudinarie e pattizie, alle norme europee e alle disposizioni costituzionali del nostro Paese.

(1-00155)