• Testo della risposta

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.4/01661 la Fondazione per la ricerca e la cura dei Tumori «Tommaso Campanella» è un istituto scientifico, istituita ai sensi dell'articolo 21 della legge regionale 7 agosto 2002, n. 29, quale...



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 14 settembre 2015
nell'allegato B della seduta n. 481
4-01661
presentata da
CENSORE Bruno

Risposta. — La fondazione per la ricerca e la cura dei tumori «Tommaso Campanella» di Catanzaro, è un ente di diritto privato, che trae le sue origini da un protocollo di intesa tra il Ministero della salute, la regione Calabria, il comune e la provincia di Catanzaro e l'università «Magna Grecia» di Catanzaro, nel quale era prevista l'istituzione di un centro di eccellenza a vocazione oncologica, da trasformarsi in Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs), con i fondi di cui all'articolo 20, della legge n. 67 del 1988.
Nel dicembre del 2009, la regione Calabria ha adottato il piano di riqualificazione del servizio sanitario regionale che prevedeva «l'individuazione di un percorso che conduca alla ridefinizione a regime dell'assetto giuridico della fondazione T. Campanella».
La Corte Costituzionale si è espressa negativamente sulle leggi regionali n. 35 del 2011 e n. 50 del 2011, che prevedevano un percorso di trasformazione della fondazione Campanella, ente di diritto privato, in Irccs di diritto pubblico, oltre alle modalità per la stabilizzazione del personale assunto dalla fondazione stessa con procedure privatistiche.
Successivamente, con decreto del commissario ad acta n. 136 del 2011, la struttura commissariale ha assegnato 250 posti letto all'azienda ospedaliera universitaria «Mater Domini», comprensivi «delle unità operative a direzione universitaria a suo tempo attribuite alla gestione della fondazione Campanella».
Inoltre, con il decreto n. 106 del 2012 recante la riorganizzazione della rete privata, la stessa struttura commissariale ha assegnato 35 posti letto di oncologia alla fondazione Campanella.
In un secondo momento, è intervenuta la legge regionale n. 63 del 2012, recante «Ridefinizione assetto giuridico della fondazione Campanella», che ha confermato la natura privata della fondazione, non impugnata innanzi la Corte Costituzionale, ma osservata dai ministeri affiancanti con il parere reso il 14 marzo 2013, nel quale è stata chiesta la modifica delle norme in contrasto con il piano di rientro e con la normativa vigente, anche in relazione al personale in esubero e al finanziamento della fondazione.
La struttura commissariale ha trasmesso il decreto n. 22 del 19 febbraio 2015, con il quale il presidente ed il direttore generale della fondazione «Tommaso Campanella» deliberano la sospensione di tutte le attività assistenziali a decorrere dal 2 marzo 2015, evitando comunque qualsiasi rischio per i pazienti, ed il decreto del 23 febbraio 2015, con il quale il prefetto di Catanzaro ha dichiarato estinta la personalità giuridica della «fondazione Campanella», per l'impossibilità di raggiungere lo scopo per il conseguimento del quale l'ente era stato costituito.
La prefettura-ufficio territoriale del Governo di Catanzaro ha precisato, in dettaglio, che lo statuto della fondazione «Tommaso Campanella», iscritta il 20 aprile 2006 nel registro delle persone giuridiche tenuto presso la stessa prefettura, prevedeva, oltre che un fondo patrimoniale di euro 20.000, anche un fondo di dotazione così composto:
il diritto di uso di parte dell'edificio della facoltà di medicina e chirurgia sito in località Germaneto, concesso dall'università fino allo scioglimento della fondazione;
risorse, pari ad euro 25.822.845, da parte della regione, destinate all'accordo di programma stralcio, per l'acquisizione delle attrezzature e delle tecnologie necessarie per il centro oncologico di eccellenza.

Era inoltre previsto che, entro il termine essenziale di tre anni dalla data di stipula dell'atto costitutivo, la fondazione avrebbe dovuto richiedere il riconoscimento del centro oncologico di Germaneto quale istituto di ricovero e cura a carattere scientifico e che, nelle more, la regione assicurasse le risorse finanziarie necessarie al funzionamento dell'attività della fondazione, nella misura di euro 50.000.000 per gli anni 2005, 2006 e 2007, e con una quota proporzionale al periodo di attivazione per il 2004.
Tale termine, tuttavia, non è mai stato fatto valere dai soci ed anzi, le leggi regionali n. 11 del 2009, n. 48 del 2009 e n. 8 del 2011 lo hanno di volta in volta prorogato.
Successivamente, con la legge regionale n. 35 del 28 novembre 2011, la fondazione veniva riconosciuta quale «ente di diritto pubblico dotato di personalità giuridica pubblica e di autonomia organizzativa, amministrativa e contabile», e veniva inserita nel sistema sanitario regionale ed accreditata provvisoriamente.
In tale legge era, altresì, previsto che la regione avrebbe dovuto, entro quattro anni dall'istituzione come ente di diritto pubblico, e dunque dalla cancellazione dal registro delle persone giuridiche private (come specificato dalla successiva legge regionale n. 50 del 2011), promuoverne il riconoscimento di carattere scientifico.
Qualora entro detto termine non si fosse addivenuti al riconoscimento di Irccs, la fondazione sarebbe stata soppressa con deliberazione della giunta regionale.
La legge regionale n. 35 del 2011 è stata, tuttavia, oggetto di impugnazione da parte del Consiglio dei ministri, e dichiarata incostituzionale con sentenza n. 214 del 2012, per violazione dell'articolo 81, comma 4, della Costituzione.
A seguito della citata pronuncia, la regione Calabria è di nuovo intervenuta, con la legge regionale n. 63 del 13 dicembre 2012, per ridefinire l'assetto giuridico della fondazione.
Tale legge, sostanzialmente, ha confermato la natura privata dell'ente, ha stabilito i criteri per la remunerazione delle prestazioni, ha disposto l'accreditamento definitivo delle unità oncologiche ed il trasferimento di quelle non oncologiche all'azienda ospedaliera universitaria «Mater Domini» di Catanzaro, previa intesa con i soci fondatori.
Il 9 maggio 2013, la fondazione «Tommaso Campanella» ha apportato alcune significative modificazioni allo statuto, rimuovendo il riferimento alla necessità di trasformarsi in Irccs ed eliminando il consiglio di amministrazione quale organo dell'ente.
Problema rilevante per l'attuazione della legge regionale n. 63 del 2012 era quello legato al passaggio del personale dipendente della fondazione, non afferente alle unità oncologiche, all'azienda ospedaliera universitaria «Mater Domini».
Le difficoltà scaturivano dal fatto che tutto il personale della Fondazione era stato assunto senza concorso, e ciò ne determinava l'impossibilità di essere assorbito da un soggetto pubblico.
A tal proposito, nel corso di una riunione tenutasi nella prefettura di Catanzaro il 1o ottobre 2013, era stato sottoscritto un accordo tra l'azienda ospedaliera «Mater Domini», l'azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, la regione Calabria e l'università «Magna Grecia», in base al quale i citati enti convenivano di costituire una società a capitale interamente pubblico, retta secondo l'istituto dell’in house providing e apprestata per fornire servizi di natura strumentale agli enti soci.
Il protocollo, tuttavia, non ha mai avuto attuazione, poiché l'ipotesi prospettata di creare una società in house, sebbene inizialmente condivisa anche dal «tavolo Massicci», è definitivamente tramontata, a causa delle determinazioni assunte a livello nazionale, tese ad eliminare tali enti e per la necessità di trovare soluzioni tecniche alternative.
Tale aspetto, unitamente al mancato adempimento, da parte della regione Calabria, dell'obbligo, assunto nello statuto, di versare circa 26 milioni di euro quale fondo di dotazione dell'ente, ha comportato un aumento dell'esposizione debitoria della fondazione nei confronti dei fornitori e dei dipendenti.
La situazione è stata attentamente seguita dalla prefettura che, nel corso di numerose riunioni, ha sempre cercato di operare una mediazione per trovare una soluzione volta a scongiurare la cancellazione dell'ente dal registro delle persone giuridiche, con tutte le conseguenze che ciò avrebbe determinato in termini di impatto occupazionale sul territorio, di assistenza medica, di formazione universitaria.
In particolare, nel corso dell'incontro tenutosi in prefettura il 17 giugno 2014, il presidente facente funzioni della regione Calabria, confermando la volontà di mantenere in vita la fondazione, aveva assunto l'impegno di costituire un apposito tavolo con l'avvocatura regionale e l'università, assistita dall'avvocatura dello Stato, per esaminare la vicenda legata al fondo di dotazione che la regione avrebbe dovuto conferire in qualità di socio fondatore, non pacificamente riconosciuto, nonché ai rimanenti crediti vantati dall'ente nei confronti della regione.
Il medesimo intendimento era stato espresso anche quando i soci fondatori erano stati convocati dal presidente della fondazione, affinché adottassero i provvedimenti di loro competenza per la liquidazione dell'ente: anche in detta occasione, infatti, la regione aveva espresso volontà negativa rispetto alla messa in liquidazione della fondazione, assumendo l'impegno a sottoscrivere una transazione del giudizio pendente innanzi al tribunale di Catanzaro, con la quale, a fronte della rinuncia al giudizio, si impegnava a corrispondere, in tre anni, la complessiva somma di 29 milioni di euro.
L'impegno assunto dal socio regione Calabria è sfociato nel riconoscimento dell'esistenza di un debito nei confronti della fondazione, ammontante ad euro 29.000.000, ma nessun atto concreto è stato conseguentemente assunto.
Nel frattempo, la procura della Repubblica di Catanzaro ha avviato un procedimento penale, ipotizzando nei confronti degli amministratori della fondazione il reato di false comunicazioni sociali, per aver alterato in modo sensibile la situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell'ente.
La consulenza tecnico-contabile, depositata nell'ambito del citato procedimento penale, ha fatto emergere una gravissima situazione di dissesto/insolvenza dell'ente, tale da aver indotto la stessa procura della Repubblica a presentare istanza di fallimento innanzi al tribunale di Catanzaro.
Sulla scorta di tale documento, trasmesso dalla procura della Repubblica alla prefettura in data 3 febbraio 2015, e valutata la persistente inerzia dei soci della fondazione, anche a seguito della ennesima convocazione innanzi al notaio da parte del presidente della fondazione, affinché venissero assunte le iniziative più idonee a scongiurare il fallimento dell'ente, in data 5 febbraio 2015, è stato avviato il procedimento finalizzato ad appurare l'esistenza di una causa di estinzione, ovvero la permanenza, in capo alla fondazione, dei requisisti richiesti dalla normativa vigente ai fini dell'iscrizione nel registro delle persone giuridiche.
La fondazione «Tommaso Campanella» ha confermato lo stato di crisi economico-finanziaria in cui versa l'ente, rappresentando che «la mancata erogazione del fondo di dotazione e il mancato adempimento degli obblighi sopra indicati sono idonei a determinare (...) l'impossibilità di prevedere una prosecuzione dell'attività», tant’è che con decreto del presidente e del direttore generale della fondazione è stata disposta la sospensione di tutte le attività assistenziali delle unità operative attualmente gestite dalla fondazione a far data dal 2 marzo 2015.
Pertanto, il 23 febbraio 2015 la prefettura di Catanzaro ha adottato il decreto con il quale ha accertato la mancanza di un patrimonio adeguato e, dunque, l'impossibilità, per la fondazione per la ricerca e la cura dei tumori «Tommaso Campanella», di raggiungere lo scopo per il conseguimento del quale l'ente era stato costituito, causa di estinzione della personalità giuridica espressamente disciplinata dal codice civile all'articolo 27.
Tale atto è stato comunicato al presidente del tribunale, per consentirgli di porre in essere gli adempimenti di cui all'articolo 11 delle disposizioni di attuazione del codice civile, nonché al presidente della fondazione e ai soci fondatori.
La Ministra della salute: Beatrice Lorenzin.