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Atto a cui si riferisce:
C.5/06950 pochi giorni or sono il tribunale di Napoli ha notificato al presidente dell'Istituto italiano per gli studi filosofici i termini per la messa all'asta di alcuni dei suoi testi più preziosi,...



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 12 novembre 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-06950

Posso naturalmente rispondere al quesito degli onorevoli Pannarale e Scotto – rivolto ai Ministri dell'istruzione e dei beni culturali – solo per la parte di competenza del secondo.
Ricordo anzitutto brevemente che la Fondazione «Istituto italiano per gli studi filosofici di Napoli» è stata istituita il 27 maggio del 1975 su iniziativa dell'avvocato Gerardo Maratta con lo scopo di diffondere e promuovere gli studi filosofici. A tale fine egli ha donato alla Fondazione, della quale ha assunto la presidenza, la sua immensa biblioteca filosofica.
La Fondazione ha ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica con decreto della Regione Campania n. 378 del 28 dicembre 2009 e le è stata assegnata, nel 1983, la sede presso il Palazzo Serra di Cassano.
Da molti anni il celebre Istituto è alle prese con una forte crisi finanziaria.
Per affrontare i problemi dell'Istituto, l'allora Ministro dei beni culturali Lorenzo Ornaghi costituì una Commissione composta, oltre che da rappresentanti dei Ministero dei beni culturali, anche da rappresentanti del Ministero dell'istruzione, della regione Campania e del comune di Napoli al fine di trovare una soluzione al deficit dell'Istituto. Purtroppo, vista Fingente richiesta di risorse finanziarie e di spazi dell'Istituto, la Commissione non è riuscita a trovare soluzioni concrete, concordando tuttavia sulla necessità di condizionare qualsiasi intervento economico ulteriore ad una riorganizzazione della gestione dell'istituto.
Permettetemi di elencare di seguito l'ammontare dei finanziamenti che questo Ministero ha erogato in favore dell'Istituto dal 1980 ad oggi.
Anni 1980-1995: contributi annui in quanto inserito nelle Tabelle triennali degli organismi beneficiari di contributo statale:
1980-1982 20 milioni di lire;
1984-1986 90 milioni di lire;
1987-1989 150 milioni di lire;
1990-1992 300 milioni di lire;
1993-1995 350 milioni di lire;

Per gli anni dal 1996 al 2011 l'Istituto non ha presentato domanda per l'inserimento nella Tabella triennale.
Anni 2001-2003: L'articolo 5, comma 3 della legge 23 febbraio 2001, n. 29, «Nuove disposizioni in materia di interventi per i beni e le attività culturali», ha disposto, in favore dell'Istituto, la spesa di lire 500 milioni all'anno per il triennio 2001-2003 (nel 2003 con l'avvento dell'euro la somma è diventata di euro 250.000,00 circa).
Anno 2011: Nell'anno 2011 l'articolo 2, comma 2-terdecies del decreto legge n. 225/2010 ha stabilito che le risorse stanziate dalla legge 30 dicembre 2004, n. 311, all'articolo 1, comma 219, venissero prorogate per il solo anno 2011 nel limite di 2 milioni di euro; conseguentemente è stato attribuito un finanziamento di euro 1.200.000,00 a favore dell'Istituto di Studi Filosofici e di euro 800.000,00 all'Istituto italiano per gli studi storici.
Anni 2012-2014: l'Istituto è stato inserito nuovamente nella Tabella per il triennio 2012-2014, con un contributo annuo di euro 75.000.00.
Anno 2015: l'Istituto è stato confermato nella tabella anche per il triennio 2015-2017.
Infine, la legge n. 147 del 2013, all'articolo 1 comma 43, ha previsto che il CIPE, in sede di riparto delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione, assegnasse risorse all'Istituto italiano di studi storici e all'Istituto italiano di studi filosofici di Napoli. Con delibera n. 34/2014 il CIPE ha quindi disposto per l'anno 2014 l'assegnazione di euro 1.000.000,00 a favore di ciascun istituto e, in via programmatica per le annualità 2015 e 2016, l'importo complessivo di euro 4.000.000,00.
Le somme relative al 2014, poiché le relative operazioni contabili sono state effettuate dal MEF a dicembre 2014, hanno potuto essere erogate solo nel 2015.
Naturalmente il Ministero avrà cura di adempiere con la massima sollecitudine – nei limiti delle risorse disponibili e delle compatibilità di bilancio – le decisioni che il Parlamento volesse adottare nei confronti dell'Istituto, come già più volte è avvenuto in passato.