• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02389 MONTEVECCHI, MORONESE, BUCCARELLA, BERTOROTTA, SANTANGELO, PUGLIA, CASTALDI, PAGLINI - Ai Ministri dell'istruzione, dell'università e della ricerca e della salute - Premesso che: nella...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02389 presentata da MICHELA MONTEVECCHI
martedì 24 novembre 2015, seduta n.541

MONTEVECCHI, MORONESE, BUCCARELLA, BERTOROTTA, SANTANGELO, PUGLIA, CASTALDI, PAGLINI - Ai Ministri dell'istruzione, dell'università e della ricerca e della salute - Premesso che:

nella puntata della trasmissione televisiva "Report" del 1° novembre 2015 è emerso che nel nostro Paese è in continuo aumento il numero delle persone che hanno subito danni, a seguito di interventi di chirurgia estetica e che sono in generale delusi dal risultato degli interventi. Circa il 20 per cento di coloro che hanno utilizzato il silicone o altre sostanze permanenti per attenuare le rughe o ridelineare i profili del volto dichiarano di avere dei problemi e più del 10 per cento ha scelto, quando vi era la possibilità, di tornare indietro;

i medici dermatologi italiani da molti anni denunciano il citato fenomeno, attraverso i mezzi di comunicazione e durante i convegni dedicati a tale settore, evidenziando in particolare la pericolosità dei filler ad effetto permanente, soprattutto se somministrati senza le dovute conoscenze, così come la necessità di somministrare tali sostanze da soggetti in possesso della qualifica di medico chirurgo specializzato in medicina estetica e non da qualsivoglia persona;

i medici chirurghi specializzati in medicina estetica evidenziano che una sostanza iniettata in modo inappropriato, e con attenzione insufficiente, può procurare danni permanenti. Ad esempio, occludere una piccola arteria impedendole di irrorare l'area, nella quale sfocia può causare la risalita nel vaso sanguigno provocando una vera e propria occlusione, con gravissime conseguenze. Inoltre, denunciano che quasi sempre al danno fisico si associano grossi problemi psicologici che compromettono seriamente la salute generale del paziente e non solo l'aspetto estetico;

nel corso della trasmissione si apprende che, nella prassi quotidiana, molti medici si fingerebbero chirurghi specialisti in chirurgia plastica e ricostruttiva, senza invece possedere alcun titolo specifico che dia tale identificazione. Molti medici che praticano la medicina estetica hanno conseguito la laurea in medicina e chirurgia e risultano essere iscritti esclusivamente all'albo dei medici chirurghi, senza che risulti alcuna specializzazione in chirurgia plastica e ricostruttiva;

considerato che:

la specializzazione medica è fondamentale per poter svolgere al meglio e con dovuta conoscenza qualsiasi branca di medicina e chirurgia, in questo caso interventi di chirurgia plastica-estetica;

talvolta, si rinvengono titoli conseguiti all'estero, che non necessariamente equivalgono ad una specializzazione in Italia; talune altre, si rinviene la sola frequenza in un reparto di chirurgia plastica all'estero o anche in Italia, che viene utilizzata per presentarsi al pubblico come specialista, senza una reale specializzazione in tale branca;

inoltre, nel nostro Paese, qualsiasi medico, anche senza nessuna specializzazione, può effettuare interventi di chirurgia estetica in cliniche private ed a volte in improvvisati studi medici privati, in considerazione del fatto che non è prevista una normativa ad hoc, che vieti tale pratica o preveda particolari prescrizioni;

a giudizio degli interroganti la problematica presenta un disamina multidisciplinare ed appare necessario un intervento normativo, volto a regolare l'accesso all'abilitazione, attraverso corsi di specializzazione post-laurea, per i medici chirurghi che abbiano conseguito il titolo accademico, nonché il tassativo divieto di somministrazione di prestazioni di medicina estetica da parte di soggetti che non abbiano ottenuto la precipua specializzazione,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non considerino che la cronica situazione evidenziata vada sanata con iniziative, a giudizio degli interroganti, non più procrastinabili;

se non ritengano opportuno intervenire, per quanto di competenza, al fine di garantire maggiore sicurezza alla salute dei cittadini, introducendo una modifica legislativa volta a regolare la materia, inserendo l'obbligatorietà della specializzazione in medicina e chirurgia estetica per i medici chirurghi che operano in tale settore e, all'uopo, vietare la formazione, in tale settore, a soggetti privi della laurea in medicina e introducendo delle sanzioni sul piano civile e penali in caso di trasgressione;

se non considerino di dover verificare, nell'ambito delle proprie attribuzioni, la conformità delle citate procedure tramite i "safe harbour principle", per cui l'Unione europea ha previsto organi di vigilanza preposti.

(3-02389)