• C. 1003 EPUB Proposta di legge presentata il 20 maggio 2013

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Atto a cui si riferisce:
C.1003 Modifica delle tabelle allegate ai decreti legislativi 12 maggio 1995, n. 201, e 3 aprile 2001, n. 155, concernenti le dotazioni organiche dei ruoli del personale del Corpo forestale dello Stato


Frontespizio Relazione Progetto di Legge
XVII LEGISLATURA
 

CAMERA DEI DEPUTATI


   N. 1003


PROPOSTA DI LEGGE
d'iniziativa del deputato POLVERINI
Modifica delle tabelle allegate ai decreti legislativi 12 maggio 1995, n. 201, e 3 aprile 2001, n. 155, concernenti le dotazioni organiche dei ruoli del personale del Corpo forestale dello Stato
Presentata il 20 maggio 2013


      

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Onorevoli Colleghi! Da oltre centottanta anni il Corpo forestale dello Stato, di seguito «Corpo», è impegnato nella tutela dell'ambiente e in particolar modo al sistema agroforestale e alimentare del nostro Paese.
      Negli ultimi anni, anche grazie alla legge 6 febbraio 2004, n. 36, il Corpo ha incrementato l'attività investigativa e di prevenzione anche nei nuovi settori oggetto di enormi interessi della criminalità organizzata, quali il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti.
      Il rafforzamento dell'attività sinergica con la magistratura ha consentito, infatti, di incrementare la presenza di personale a disposizione dell'autorità giudiziaria, grazie al loro ingresso nelle sezioni di polizia giudiziaria presso le procure della Repubblica e nelle procure antimafia.
      Alla luce di quanto premesso, per una migliore comprensione di alcune delle attività svolte e degli ottimi risultati conseguiti, nell'ambito dei molteplici campi d'intervento del Corpo nel settore ambientale, ritengo opportuno elencarne solo alcuni.

Gestione illecita dei rifiuti.

      L'attività di contrasto alla gestione illecita dei rifiuti e ai conseguenti riflessi che tali condotte determinano sull'inquinamento degli ecosistemi naturali è stata, negli ultimi anni, fortemente incrementata dalle strutture operative del Corpo.
      Tale impegno è indubbiamente condizionato da una complessa legislazione che regola le diverse tipologie di rifiuti e da un

dinamico «modus operandi» da parte delle organizzazioni dedite all'illegale gestione degli stessi.
      Ciò nonostante nulla ha impedito al Corpo di mettere in atto adeguate azioni di contrasto, sia con un mirato controllo del territorio, sia, soprattutto, con una crescente capacità professionale che ha consentito di attuare protocolli investigativi che hanno permesso di mettere in luce, nei casi più mirabili, organizzazioni criminali impegnate nei traffici illeciti di rifiuti.
      L'attenzione per questo settore è frutto anche dell'azione d'indirizzo dell'amministrazione, che sui controlli mirati della gestione dei rifiuti ha posto un particolare impegno, attraverso il programma operativo, diretta declinazione degli obiettivi definiti dalla direttiva del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali per l'anno 2011.
      Tale programma, anche a seguito di un'attenta analisi delle criticità del settore, ha indirizzato i controlli delle strutture operative in alcuni specifici ambiti, al fine di verificare la corretta gestione di alcune tipologie di rifiuti, con la finalità di prevenire il loro possibile smaltimento negli ambienti naturali e nei terreni agricoli.
      Esaminando i risultati dell'attività operativa in tale settore, nell'anno 2011, si evidenzia che i controlli effettuati dalle diverse strutture territoriali del Corpo sono stati nel loro complesso 56.750, segno di una capillare azione di controllo finalizzata anche alla prevenzione del fenomeno.
      I reati accertati, con un trend in crescita nell'arco dell'ultimo quinquennio, sono stati 1.951, con 2.051 persone denunciate, 661 sequestri penali e 12 arresti. Gli illeciti amministrativi accertati sono stati invece 4.546, numero sostanzialmente invariato rispetto all'anno precedente, ma con importi notificati di 13.121.234 euro, con un incremento di circa 5 milioni di euro ( 60,3 per cento) rispetto agli importi del 2010. I sequestri amministrativi sono stati 22.
      Le regioni che hanno fatto registrare il maggior numero di reati accertati sono state rispettivamente, la Campania (289), il Piemonte (200), la Toscana (189) e la Lombardia (145).

Lotta al maltrattamento nei confronti degli animali.

      Particolare importanza, tra i compiti del Corpo, è decisamente attribuita alla lotta contro ogni forma di maltrattamento nei confronti degli animali, delitto espressamente previsto nel codice penale, anche nelle sue diverse ramificazioni: canili lager, combattimenti illegali, corse clandestine, traffico di cuccioli, doping, avvelenamenti e allevamenti illegali.
      Oltre alle deleghe dalla procura della Repubblica, sono in continuo aumento le segnalazioni da parte dei singoli cittadini, segnale di un aumento di sensibilità da parte della società civile nei confronti del benessere degli animali e di una contestuale fiducia che il Corpo si è guadagnato attraverso il suo operato.
      I reati commessi contro gli animali sono perpetrati non solo da singoli soggetti, che vivono spesso in situazioni di degrado sociale, ma anche da vere e proprie associazioni criminali che assumono un carattere transfrontaliero, come nel caso del traffico dei cuccioli, e che, talvolta, si avvalgono di funzionari pubblici compiacenti per la contraffazione dei documenti sanitari.
      Dal 2007 opera, a livello centrale, il Nucleo investigativo per i reati in danno agli animali (NIRDA), per un'azione di contrasto ancora più efficace a tali crimini, per sviluppare modelli di azione di polizia giudiziaria specifici e per l'analisi e il monitoraggio del fenomeno che è purtroppo in continua evoluzione.
      In ambito penale, connessi a reati di uccisione e di maltrattamento degli animali, vengono spesso segnalati all'autorità giudiziaria comportamenti omissivi da parte della pubblica amministrazione, truffa, falsificazione di atti, ricettazione, abusivismo edilizio e inquinamento.
      Una peculiarità imprescindibile che caratterizza l'azione del NIRDA e delle

strutture territoriali del Corpo è la particolare attenzione rivolta alla custodia giudiziaria degli animali sequestrati, volendo subito favorire un rapido recupero del loro benessere. Grazie soprattutto al supporto delle associazioni animaliste – sia a livello nazionale che locale – il Corpo si attiva immediatamente per «trovare casa», garantendo la cura fino a quel momento negata agli animali.
      Analogamente opera anche per le specie animali meno convenzionali, quali quelle selvatiche ed esotiche, per cui, ove non sia più possibile la loro reintroduzione nell'ambiente naturale, è comunque cercata, nonostante le difficoltà e le particolari esigenze etologiche che alcune specie presentano (quali coccodrilli, grossi felini e otarie), la migliore sistemazione possibile.
      In sintonia e in sinergia con altri servizi del Corpo, si rivolge una particolare attenzione alla vendita online degli animali, che spesso nasconde truffe: esempio classico sono le e-mail che propongono consegne di cuccioli spediti per aereo, cui seguono richieste di denaro perché l'animale è stranamente bloccato in dogana, per concludersi con la «scomparsa» del venditore e dell'animale dopo il pagamento. Internet, di fatto, rappresenta la scelta preferita da chi vuole vendere animali senza lasciare tracce.
      In alcuni ambiti territoriali si assiste anche a un ampliamento del fenomeno di avvelenamento degli animali che si sta spostando dalle zone rurali alle aree urbane. Proprio a tale fine, il Corpo ha messo in azione nuove metodologie d'indagine, quali la mappatura dei siti, dove sono rinvenute esche avvelenate, agendo anche in collaborazione con le autorità locali, per individuare gli autori di tale crimine che colpisce indiscriminatamente qualunque animale si nutra dei bocconi avvelenati abbandonati ad arte.
      Solo nel 2011 sono stati effettuati 7.855 controlli in materia di benessere animale, accertati 352 reati e denunciate all'autorità giudiziaria 199 persone. In ambito amministrativo sono stati, inoltre, accertati 1.061 illeciti per un importo complessivo di 326.242,29 euro di sanzioni amministrative.

Sicurezza agroambientale e agroalimentare.

      Dall'esame dei dati dell'attività effettuata dal Corpo nell'anno 2011 in materia di sicurezza agroambientale e agroalimentare si registra, rispetto al 2010, l'aumento dell'attività complessiva per tutti gli indicatori di performance. Anche per il 2011, per il terzo anno consecutivo, si sono conseguiti una più elevata qualità delle operazioni e un accertamento più incisivo degli illeciti nel settore:

          1) i reati accertati sono stati 106;

          2) le persone denunciate all'autorità giudiziaria sono state 113;

          3) gli illeciti amministrativi sono stati 1.185;

          4) l'importo notificato è stato di 3.005.400 euro.

      Complessivamente, nel periodo 2009-2011, sono state segnalate all'autorità giudiziaria dal Corpo, sul territorio nazionale, 371 persone, sono state elevate 2.142 sanzioni amministrative, per un importo sanzionatorio notificato di 5.326.605 euro e sono stati effettuati 15.650 controlli finalizzati a migliorare l'attività di sicurezza agroambientale e agroalimentare.
      I controlli mirati hanno consentito di iniziare e di sviluppare diverse e complesse indagini. Sono state verificate le infrazioni riconducibili a comportamenti di natura colposa e perseguite le frodi intenzionali commesse al fine di realizzare illeciti profitti. L'utilizzazione sempre più continua di tecnologie sofisticate da parte degli autori dei reati ha permesso un'evoluzione degli stessi, da quelli tradizionali di minore impatto a quelli più complessi da individuare e spesso con gravi effetti sulla sicurezza alimentare, quali l'adulterazione, l'alterazione, la sofisticazione e la contraffazione. Per questo è necessario adeguare sempre più le tecniche e le metodologie di contrasto.


      Le regioni dove sono stati ottenuti i risultati più significativi sono Emilia-Romagna, Campania, Lombardia, Piemonte, Calabria, Puglia, Basilicata, Veneto e Toscana.
      I settori in cui si, è operato in modo più proficuo sono stati quelli delle tipicità alimentari (DOP, IGP, STG e BIO), dell'oleario e della tracciabilità delle carni.
      Di particolare rilievo è stata l'attività effettuata a tutela dei prodotti di qualità certificata, a tutela del «Made in Italy» alimentare, che, proprio per la loro eccellenza, sono più soggetti a essere imitati in modo fraudolento.
      Complessivamente i controlli effettuati nel settore oleario a tutela dell'olio extravergine di oliva, quelli sulle tipicità DOP, in particolare sulla mozzarella di bufala campana, la feta greca e il gorgonzola, sono stati 1.690.
      Va ricordato che la frode in commercio si realizza sia attraverso la contraffazione di prodotto sia attraverso l'utilizzo di un marchio ingannevole che, utilizzando parole, sigle, motivi, disegni, colori o slogan che richiamano il nostro Paese e la qualità dei prodotti che in esso si realizzano, evocano e ingannano i consumatori circa la reale provenienza dei prodotti stessi.
      Il Corpo, al fine di realizzare un'azione operativa sinergica e non sovrapponibile a quella posta in atto dagli altri organismi di controllo, ha spesso privilegiato l'indirizzo investigativo rispetto all'attività di controllo.

Lotta agli incendi boschivi.

      Il fenomeno degli incendi boschivi, nel corso del 2011, ha registrato un sostanziale incremento rispetto all'anno precedente, sia in termini di numero di eventi ( 75 per cento) che di superfici percorse dal fuoco ( 77 per cento), pur constatando invece una netta diminuzione in merito alla superficie media per evento (–25 per cento).
      Tuttavia, va ricordato che il 2010 è stato un anno particolarmente favorevole rispetto alla tendenza del medio periodo. Se, infatti, si confrontano gli andamenti con riferimento alla media del precedente triennio 2008-2010, i dati confermano un aumento più ridotto in termini di numero di eventi ( 53 per cento), unitamente a una sostanziale stabilità delle superfici totali percorse dal fuoco (–1 per cento) e a una più marcata diminuzione delle superfici medie per evento (–35 per cento).
      Quest'ultima indicazione è utile ai fini di una positiva valutazione sull'aumentata efficacia complessiva dell'organizzazione della lotta attiva e del contrasto del fenomeno.
      In termini di dati provvisori, nel 2011 sono stati circa 8.500 gli eventi finora censiti a livello nazionale con una superficie totale stimata percorsa dal fuoco superiore a 60.000 ettari, di cui circa la metà di boschi. Le regioni più interessate dal fenomeno sono state la Campania e la Calabria (entrambe con quasi 1.500 eventi), la Sicilia e la Sardegna (circa 1.000 eventi ciascuna), seguite dalla Toscana, dalla Puglia e dal Lazio (con oltre 500 eventi ciascuna). Il totale degli incendi, in queste regioni, è stato pari all'80 per cento del totale nazionale e le superfici percorse dal fuoco si stimano in oltre l'85 per cento del totale.
      Oltre ad assicurare il proprio contributo in termini di lotta attiva, coordinamento degli interventi di spegnimento e di concorso aereo a livello regionale, il Corpo è impegnato sul fronte delle indagini per l'individuazione e il perseguimento dei reati di incendio boschivo, nelle sue fattispecie dolose e colpose.
      Di tale attività si occupa il Nucleo investigativo antincendi boschivi (NIAB), istituito il 10 agosto 2000, che opera su tutto il territorio nazionale, con esclusione delle regioni a statuto speciale e delle province autonome.
      Il NIAB svolge funzione di coordinamento e di indirizzo delle attività info-investigative, di analisi in materia di incendi boschivi e fornisce supporto operativo,

investigativo e logistico agli uffici territoriali del Corpo, anche attraverso la ricerca dei reperti prelevati nei luoghi degli incendi e l'analisi dei residui degli ordigni e degli inneschi, attività effettuata attraverso il supporto del servizio di polizia scientifica della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato di Roma, per l'esaltazione delle impronte digitali, del Dipartimento di biopatologia e diagnostica per immagini dell'Università degli studi di Roma «Tor Vergata» per l'estrazione del DNA e dell'Istituto per la dinamica dei processi ambientali, servizio analisi cliniche applicate, del Consiglio nazionale delle ricerche, sezione di Padova, per la ricerca di sostanze acceleranti utilizzate come innesco negli incendi boschivi e per la caratterizzazione degli stessi.
      Complessivamente le attività contro i crimini di incendio boschivo, effettuate dai comandi territoriali del Corpo, hanno consentito di segnalare all'autorità giudiziaria, lo scorso anno, 454 persone, di cui 414 per incendi colposi e 40 per incendi dolosi. Di queste 9 sono state tratte in arresto o sono state sottoposte a misure di custodia cautelare per incendio doloso.
      Nel periodo 2000-2011, sono state segnalate complessivamente all'autorità giudiziaria, per incendio boschivo (articolo 423-bis del codice penale), 4.578 persone, di cui 149 tratte in arresto in flagranza di reato o sottoposte a misure di custodia cautelare.
      Inoltre, il Corpo ha intrapreso, nell'ambito delle priorità strategiche, un'indagine conoscitiva a livello nazionale sullo stato di attuazione del catasto comunale degli incendi boschivi, al fine di verificare direttamente presso gli enti locali la corretta imposizione dei vincoli di legge sulle aree boschive percorse dal fuoco previsti dalla legge 21 novembre 2000, n. 353 (la mappatura di questo adempimento a carico dei comuni, che sta evidenziando diverse criticità e disapplicazioni, sarà resa nota a breve, contestualmente a un quadro di azioni che potranno essere intraprese al riguardo per il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla normativa).

Servizio CITES.

      Diverse risoluzioni approvate recentemente dai consessi internazionali ed europei competenti nell'attuazione della Convenzione sul commercio di specie minacciate d'estinzione (CITES) hanno evidenziato l'aumento del rischio dei traffici e delle frodi riguardanti specie tutelate a seguito della diffusione di internet come enorme luogo di scambio di informazioni e di denaro.
      I dati aggiornati all'anno 2010 indicano un numero di utenti connessi a internet pari a oltre 2.200.000.000 a livello mondiale (circa il 33 per cento della popolazione complessiva); mentre per l'Italia risultano circa 30.000.000 gli utilizzatori della rete, pari a oltre il 50 per cento della popolazione (fonte Internet World Stat e Audiweb).
      Anche se le correlazioni tra la diffusione di internet e l'incremento del commercio illegale di specie minacciate sono ancora oggetto di studio, è universalmente acclarata la crescita di siti web in cui vengono offerti i prodotti di derivazione selvatica, spesso con origini chiaramente sospette.
      In questo scenario si sta assistendo alla proliferazione del Wildlife Web Crime: la frode telematica e l'utilizzo della rete per trafficare animali e piante, vivi o morti, loro parti e prodotti derivati.
      Questo fenomeno, peraltro oggetto di importanti investigazioni in corso, riguarda gli annunci di vendita di animali vivi, in particolare tartarughe e rettili, nonché di prodotti derivati, oggetti preziosi in avorio e in corno di rinoceronte.
      Le difficoltà di azione legate al monitoraggio di tale commercio includono: problemi legali connessi ai server ubicati fuori dai confini nazionali; metodi sofisticati utilizzati per evitare l'individuazione; la massa ingente di inserzioni consistenti in tentativi di ingannare i compratori per acquisti di fatto impossibili oppure vietati dalla legge italiana.
      Proprio per dare una prima risposta a tali criticità, il Corpo ha costituito, presso il Servizio CITES centrale, un gruppo di

lavoro specializzato per l'attuazione del monitoraggio sistematico del commercio via web di esemplari di animali e di piante protetti. Lo scopo è quello di capire la dimensione effettiva del fenomeno in Italia, evidenziando quante inserzioni corrispondano a condotte illegali e quante siano il frutto del loro trasferimento sulla rete da parte degli operatori tradizionali.
      Tale iniziativa si inquadra nell'ambito della risoluzione 11.3 della Conferenza degli Stati parte della CITES, come modificata nel 2010, che prevede:

          1) l'istituzione, a livello nazionale, di un'unità dedicata alle investigazioni sui Wildlife Crime connessi a internet;

          2) lo sviluppo di misure interne per assicurare i necessari cambiamenti alle attività di controllo del commercio di specie minacciate e alle relative investigazioni.

      I diversi sequestri di flora e di fauna – e di parti di esse – effettuati dai nuclei del Corpo si inquadrano nello scenario internazionale che vede un notevole incremento della richiesta di queste specie nei mercati asiatici e negli sforzi che le autorità CITES europee stanno portando avanti per contrastare efficacemente i relativi traffici illegali, spesso perpetrati su internet.
      Lo sviluppo successivo delle attività, mediante l'impiego di attrezzature e di software dedicati, sarà finalizzato a sviluppare un sistema di monitoraggio, basato su specifica analisi dei rischi, per individuare le connessioni esistenti tra l'uso di internet e le spedizioni di esemplari con pacchi postali dai Paesi a rischio.

Servizio Meteomont.

      Il Servizio meteomont del Corpo, in collaborazione con le truppe alpine, con il Servizio meteorologico dell'Aeronautica militare e con il Corpo forestale siciliano, è un servizio nazionale di previsione e di prevenzione del rischio di neve e di valanghe.
      Garantisce quotidianamente, nell'intero territorio nazionale montano, la produzione e la divulgazione di dati e di informazioni meteonivologiche in favore della sicurezza degli utenti della montagna, favorendo la gestione delle emergenze connesse alla viabilità stradale, al dissesto idrogeologico e al rischio idrico e meteorologico. Nel 2011, quale attività di monitoraggio, sono stati effettuati da personale qualificato, osservatore ed esperto 31.540 rilievi meteonivometrici, stratigrafici e di stabilità del manto nevoso, prodotti i 1.553.640 dati relativi alle alte quote e 75.560 dati relativi alla neve a bassa quota in favore della viabilità e della mobilità civili nazionali.
      Quale attività di previsione sono stati inoltre analizzati e validati da personale previsore 40.000 modelli e 2.113.678 dati, elaborati 4.740 bollettini di pericolo valanghe e bollettini meteorologici montani e 772.340 previsioni meteorologiche montane. Nell'ambito delle attività di prevenzione (aggiornamento della banca dati nazionale) nel 2011 sono stati archiviati e resi disponibili 1.550.640 dati meteonivometrici, 12.765 dati sul catasto delle valanghe, 195 nuovi eventi valanghivi cartografati, che si vanno ad aggiungere a quelli già inseriti in cinquanta anni di attività (22.932.000 dati meteonivometrici, 5.000 eventi valanghivi censiti, 325.000 dati e informazioni nel catasto delle valanghe).
      In tal senso, degna di nota per l'anno 2011 è stata l'integrazione del Servizio meteomont nel Servizio europeo di prevenzione delle valanghe (EAWS) che rappresenta un riconoscimento e una certificazione di un servizio di nicchia italiano di pubblica utilità che continua a fare sistema tra diverse amministrazioni pubbliche da più di trenta anni.
      Quale attività di vigilanza e di soccorso sulle piste da sci nel corso del 2011 sono stati, inoltre, effettuati 2.250 servizi e 1.230 interventi di soccorso, di cui 40 con l'ausilio dell'elisoccorso.
      Elencando solo alcuni dei settori di competenza e dei risultati conseguiti dal Corpo appare quanto mai chiaro ed evidente il ruolo da protagonista che esso

svolge in funzione della tutela dell'ambiente, interesse primario del nostro Paese, alla luce del rischio di danni, difficilmente quantificabili, conseguenza di fenomeni come il ciclo dei rifiuti, il bracconaggio, gli incendi boschivi, l'agropirateria e il traffico di specie animali e vegetali protette.
      Va però sottolineato che il progressivo incremento dei compiti e degli ambiti di intervento derivanti da nuove norme nazionali e regionali e da accordi convenzionali con gli enti locali, dalla necessità di concorrere in maniera sempre più cospicua in termini di risorse umane nell'espletamento dei servizi di ordine pubblico, dall'aver messo a disposizione della magistratura tra le 400 e le 500 unità tra antimafia e sezioni presso le procure della Repubblica, rendono indispensabile un congruo aumento delle sue dotazioni organiche.
      Infatti, secondo i dati forniti dalla stessa amministrazione forestale, al 1o febbraio 2013 risultano in servizio complessivamente 7.840 unità, che a fatica riescono a mantenere attivi circa 1.150 stazioni dislocate nelle regioni a statuto ordinario e i nuclei investigativi costituiti all'interno di ciascun comando provinciale.
      Un'attenta valutazione, inoltre, non può prescindere dal sapere che all'interno di ogni comando provinciale è stato istituito il nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale con un numero di unità da quattro a sette, a cui è preposto un funzionario del ruolo direttivo, e in ogni comando regionale è presente la centrale operativa regionale, struttura essenziale di raccordo tra la cittadinanza che si avvale del numero di pronto intervento 1515, le istituzioni e le strutture territoriali, per il funzionamento delle quali sono necessarie almeno quattordici unità ciascuna altamente specializzate.
      Nello stesso Ispettorato generale non tutto il personale svolge attività amministrativa: il personale del Nucleo per i controlli agroalimentari e forestali, del NIRDA, del Nucleo operativo antibracconaggio, del Nucleo investigativo centrale di polizia ambientale e forestale, del NIAB, dei servizi di vigilanza e controllo e della Centrale operativa nazionale svolge parimenti ai colleghi delle stazioni, un'attività prevalentemente operativa.
      Proprio per questo, pur nell'ambito di un eventuale e generale ripensamento dell'organizzazione delle Forze di polizia, il personale del Corpo appare oggi in numero decisamente inferiore alle reali esigenze e sicuramente squilibrato nell'ambito della sua organizzazione interna in termini di risorse umane e strumentali impegnate in mansioni operative e direttive, rischiando così di essere meno funzionale in termini di efficacia e di efficienza in relazione allo svolgimento dei moltissimi e importanti compiti istituzionali a esso assegnati.
      Sarebbe, ovviamente, impensabile risolvere tale problema attraverso il trasferimento del personale e delle competenze all'interno di un altro Ministero privo della necessaria cultura ambientalista per garantire una reale autonomia all'attività di polizia ambientale.
      La sicurezza è un bene immateriale ma è essenziale per il rilancio della nostra economia, per attrarre nuovi investitori e per garantire un futuro alle nuove generazioni, alle quali dobbiamo consegnare un ambiente naturale preservato e integro.
      Tutto ciò premesso, si presenta questa proposta di legge che ha l'obiettivo di rafforzare la tutela dell'ambiente e degli ecosistemi agroforestali, nonché di preservare l'esistenza delle strutture operative territoriali nei territori rurali e montani in cui la stazione forestale è l'unico presidio dello Stato a garanzia del rispetto della legalità, mediante la riorganizzazione e l'incremento delle dotazioni organiche del Corpo.
      Con l'articolo 1 si sostituiscono le tabelle A e B allegate al decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 201, che stabiliscono le dotazioni organiche del personale non dirigente e non direttivo del Corpo.
      Con l'articolo 2 si sostituiscono le tabelle A, B e C allegate al decreto legislativo 3 aprile 2011, n. 155, con le quali si stabiliscono, invece, le dotazioni organiche del personale direttivo e dirigente del Corpo.
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PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1.
(Modifiche delle tabelle allegate al decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 201).

      1. La tabella A allegata al decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 201, è sostituita dalla tabella A di cui all'allegato 1 annesso alla presente legge.
      2. La tabella B allegata al decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 201, e successive modificazioni, è sostituita dalla tabella B di cui all'allegato 2 annesso alla presente legge.

Art. 2.
(Modifiche alle tabelle allegate al decreto legislativo 3 aprile 2001, n. 155).

      1. La tabella A allegata al decreto legislativo 3 aprile 2001, n. 155, e successive modificazioni, è sostituita dalla tabella C di cui all'allegato 3 annesso alla presente legge.
      2. La tabella B allegata al decreto legislativo 3 aprile 2001, n. 155, e successive modificazioni, è sostituita dalla tabella D di cui all'allegato 4 annesso alla presente legge.
      3. La tabella C allegata al decreto legislativo 3 aprile 2001, n. 155, e successive modificazioni, è sostituita dalla tabella E di cui all'allegato 5 annesso alla presente legge.


ALLEGATO 1
(Articolo 1, comma 1)

«TABELLA A
(Articolo 1, comma 2)

DOTAZIONI ORGANICHE DEI RUOLI DEGLI ISPETTORI, DEI SOVRINTENDENTI, DEGLI AGENTI ED ASSISTENTI DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO

Ruolo degli ispettori:
Ispettore superiore 570
Ispettore capo, Ispettore, Vice ispettore 1.450

Ruolo dei sovrintendenti:
Sovrintendente capo, Sovrintendente, Vice sovrintendente 1.450

Ruolo degli agenti ed assistenti:
Assistente capo, Assistente,
Agente scelto, Agente allievo agente 6.000».


ALLEGATO 2
(Articolo 1, comma 2)

«TABELLA B
(Articolo 25, comma 1)

DOTAZIONI ORGANICHE DEI RUOLI DEI PERITI, DEI REVISORI, DEGLI OPERATORI E COLLABORATORI DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO

Ruolo dei periti:
Perito superiore 130
Perito capo, Perito, Vice perito 190

Ruolo dei revisori:
Revisore capo, Revisore, Vice revisore 320

Ruolo degli operatori e collaboratori:
Collaboratore capo, Collaboratore,
Operatore scelto, Operatore 420».


ALLEGATO 3
(Articolo 2, comma 1)

«TABELLA A)
(Articolo 1, comma 2)

DOTAZIONE ORGANICA DEL RUOLO DIRETTIVO DEI FUNZIONARI DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO

Commissario forestale (limitatamente alla frequenza
del corso di formazione), Commissario capo forestale,
Vice questore aggiunto forestale 680
Commissario tecnico forestale (limitatamente alla frequenza
del corso di formazione), Commissario capo tecnico
forestale, Vice questore aggiunto tecnico forestale» 40


ALLEGATO 4
(Articolo 2, comma 2)

«TABELLA B
(Articolo 7, comma 2)

DIRIGENTI DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO

Dirigente generale livello B 1
Dirigente generale livello C 4
Dirigente superiore 26
Primo dirigente 130
Dirigente superiore tecnico 1
Primo dirigente tecnico 3».


ALLEGATO 5
(Articolo 2, comma 3)

«TABELLA C
(Articolo 12, comma 2)

RUOLO DIRETTIVO SPECIALE DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO

Vice commissario forestale del ruolo direttivo speciale,
(limitatamente alla frequenza del corso di formazione),
Commissario forestale del ruolo direttivo speciale 40
Commissario capo forestale del ruolo direttivo speciale,
Vice questore aggiunto forestale del ruolo direttivo speciale 20
Vice commissario tecnico forestale del ruolo direttivo speciale
(limitatamente alla frequenza del corso di formazione),
Commissario tecnico forestale del ruolo direttivo speciale 20
Commissario capo tecnico forestale del ruolo direttivo speciale,
Vice questore aggiunto tecnico forestale del ruolo direttivo speciale 10».