• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/11328    nel territorio compreso tra Roccasecca, Colfelice, San Giovanni Incarico e Pontecorvo, nella provincia di Frosinone, è presente una situazione estremamente preoccupante per la tutela del...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11328presentato daMAESTRI Andreatesto diMartedì 1 dicembre 2015, seduta n. 533

   ANDREA MAESTRI, BRIGNONE e PASTORINO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   nel territorio compreso tra Roccasecca, Colfelice, San Giovanni Incarico e Pontecorvo, nella provincia di Frosinone, è presente una situazione estremamente preoccupante per la tutela del territorio e per la salute dei cittadini dovuta dalla presenza degli impianti di gestione e trattamento dei rifiuti gestiti dalle società MAD s.r.l. e SAF s.p.a.;
   la discarica di Cerreto, località sita all'estremo margine del comune di Roccasecca, nasce nel 2002, quando il presidente della giunta regionale del Lazio, nella sua qualità di commissario delegato per l'attuazione degli interventi per il superamento dell'emergenza socio-economico-ambientale nel settore dei rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi nel territorio della città di Roma e provincia, nonché nelle province di Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, con ordinanza n. 2 del 28 novembre 2002, approvò il progetto per la realizzazione e la gestione di una discarica provvisoria per rifiuti urbani e assimilati sita in Roccasecca (Frosinone), località Cerreto;
   la suddetta ordinanza disponeva: «con separato decreto l'avvio delle procedure per la progettazione, realizzazione e gestione dell'intera discarica definitiva comprensoriale della provincia di Frosinone che verrà affidata nel rispetto di procedure che, pur adeguando taluni profili operativi all'eccezionalità della situazione, garantiscono, in ogni caso, il necessario confronto concorrenziale tra gli operatori del settore». Il suddetto separato decreto non è stato mai emanato dal presidente della giunta regionale del Lazio, in qualità di commissario delegato;
   in nome dell'emergenza, grazie ai poteri straordinari, ad avviso degli interroganti, si sono di fatto ignorate tutte le leggi di tutela ambientate e alla salute. Ai cittadini residenti nei territori limitrofi agli impianti di Colfelice e Roccasecca si sono imposte decisioni, non è mai stata garantita un'informazione preventiva e mai è stata permessa una partecipazione effettiva nei percorsi di definizione e di attuazione dei piani e dei progetti sulla gestione dei rifiuti;
   dal 2002 ad oggi, sono stati creati ben 4 invasi con due soli risultati: il deturpamento dei territori di Roccasecca, Colfelice, San Giovanni Incarico e dei comuni attigui, e la contaminazione dell'area da sostanze tossiche rischiose per la salute umana, oltre che per l'ambiente;
   all'ingente carico ambientale dovuto dall'attività della discarica Cerreto è necessario aggiungere, inoltre, l'immenso lavoro dell'impianto TMB (trattamento meccanico biologico) di Colfelice, situato ad appena 100 metri dalla discarica, che oltre al trattamento dei rifiuti della Ciociaria, da circa 2 anni riceve anche l'immondizia da Roma;
   il 22 aprile 2015 è apparso sul sito della regione Lazio – sezione ambiente, il progetto per l'ampliamento della discarica di rifiuti non pericolosi Bacino V in Località Cerreto, a Roccasecca (Frosinone). La richiesta avanzata da MAD s.r.l. prevede 4,5 ettari da destinare a discarica, 500 tonnellate al giorno di rifiuti, un volume finale complessivo pari ad 1 milione di metri cubi;
   nella sintesi non tecnica allegata alla richiesta della MAD è scritta una motivazione agghiacciante che ha sollevato preoccupazioni e proteste da parte della popolazione residente. Nella sintesi è così scritto: «Proprio la vicinanza dell'impianto di Colfelice ha rappresentato, e tutt'oggi ancora rappresenta, fattore trainante e di ottima ratio logistica oltre che di ottimizzazione di impatto ambientale piuttosto che non effetto cumulo con accezione “negativa”: come già più volte evidenziato, infatti, la maggior parte delle volumetrie in ingresso all'impianto di Cerreto (che non meno del 50 per cento) sono costituite proprio dai cosiddetti “sovvalli” che rappresentano, in sostanza, lo scarto delle lavorazioni operate presso l'impianto di pretrattamento di Colfelice [...] si riscontrano una serie di elementi di indubbia positività che appaiono chiaramente dare giustificazione ambientalmente ottimale al prospettato intervento. [...] L'intera area di impianto, e quindi anche l'ampliamento di cui trattasi, trovano collocazione all'interno di una realtà territoriale già fortemente compromessa dall'uomo, ancor prima dell'insorgenza delle pioniere realizzazioni impiantistiche. Dal punto di vista della qualità ambientale tale circostanza costituisce, anzitutto e di per sé stessa, un fatto positivo per l'evidente motivo legato al consumo di territorio già compromesso piuttosto che non di altro territorio potenzialmente vocato a sfruttamenti “maggiormente nobili” rispetto a quello di cui trattasi». Come se non bastasse, c’è dell'altro: «Per quanto riguarda, invece, la produzione futura sia di percolato sia di biogas, i quantitativi di tali sostanze potenzialmente impattanti sono inevitabilmente destinati a crescere (p. 71)» e «si può presumere che l'impianto in questione produrrà senz'altro odori, per il tipo specifico di rifiuti smaltiti. [...] In particolare, le esalazioni maleodoranti e mefitiche, provenienti dalle sostanze organiche  depositate, sono dovute a gas prodotti durante la decomposizione delle sostanze stesse»;
   da un recente Rapporto Arpa Lazio sulla discarica MAD viene rilevato che:
    dall'esame dei risultati relativi al campionamento delle acque di prima pioggia in corrispondenza del punto di scarico denominato MI1 effettuato in data 15 gennaio 2013, si evince un valore del parametro «Azoto Ammoniacale» pari a 15.5 mg/l, superiore al valore limite prescritto, fissato dalla Tabella 3 Allegato 5 parte III del decreto legislativo n.152 del 2006 e smi, pari a 15 mg/l per gli scarichi in corpi idrici superficiali;
    è presente uno scarico non autorizzato. Dal campionamento delle acque di scarico nel punto denominato «SF2» effettuato in data 12 novembre 2014 si rileva che il suddetto punto di scarico non risulta autorizzato sulla base della determinazione n. C2099/2010. Trattasi, pertanto, salvo diversa indicazione e valutazione che potrà, allo scopo, fornire la regione Lazio quale autorità competente, di uno scarico in corpo idrico superficiale non autorizzato;
    dall'esame dei risultati delle analisi trasmesse dalla Ditta MAD srl sono stati riscontrati per i parametri «Ferro, Manganese, Arsenico, Nitriti, Solfati» valori di concentrazioni superiori alle concentrazioni soglia di contaminazione nelle acque sotterranee previste dalla legge;
   inoltre, l'Arpa aggiunge che: «Nonostante nel corso dei citati monitoraggi delle acque di falda siano stati riscontrati valori superiori alle concentrazioni soglia di contaminazione previste dalla Tabella 2 – Allegato 5 alla Parte IV del decreto legislativo n. 152 del 2006, non risulta che la Ditta abbia attivato le procedure previste dalla normativa vigente in materia di bonifica dei siti contaminati»;
   il 4 giugno 2015 il NOE (nucleo operativo ecologico) di Roma veniva investito di delega indagini dalla pocura della Repubblica presso il tribunale di Cassino, circa la compromissione delle acque di falda sottostanti la zona sulla quale insistono gli impianti di gestione rifiuti RS, in particolare il sito di discarica gestito dalla società MAD s.r.l. e l'impianto di trattamento TMB gestito dalla società SAF s.p.a.;
   il nucleo operativo ecologico, in seguito a un sopralluogo congiunto con Arpa Lazio, ha confermato i preoccupanti dati già forniti in precedenza dall'agenzia regionale e, in data 3 settembre 2015, ha inviato una comunicazione ai sindaci di Roccasecca, di Colfelice e di San Giovanni Incarico, oltre che alla provincia di Frosinone e alla regione Lazio, comunicando i risultati delle sue indagini. Nella sua relazione dichiara: «I dati ottenuti dalle analisi di laboratorio hanno riscontrato nelle acque sotterranee valori di concentrazione superiori ai valori limite stabiliti pari alle concentrazioni soglie di contaminazione prescritte di cui alla Tabella 2 Allegato 5 al Titolo V alla parte IV del decreto legislativo n. 152 del 2006 e s.m.i. Alla luce di essi l'area in questione è potenzialmente contaminata e presenta degli indici di rischio per la salute umana, oltre che per l'ambiente»;
   sia la relazione dei Noe, sia il precedente rapporto dell'Arpa sono stati messi in dubbio dalla regione Lazio, che ha convocato per il prossimo 4 dicembre 2015 un tavolo tecnico per rivalutare i valori di fondo per verificare l'esattezza dei dati emersi;
   alla luce di quanto emerso, per gli interroganti è incomprensibile pensare di autorizzare un ulteriore ampliamento della discarica Cerreto. Nel 2015 un sistema di rifiuti efficiente non può e non deve essere basato sull'utilizzo delle discariche, che rappresentano un retaggio del passato, altrove ampiamente superato (questa in discussione è per esempio destinata ad esaurirsi in 68 mesi), mentre è prioritario difendere il territorio e proporre modelli di gestione completamente diversi, moderni ed efficienti, in cui i rifiuti possano essere finalmente considerati come una risorsa e la tutela dell'ambiente la condizione imprescindibile per qualsiasi ulteriore discorso –:
   se il Governo sia a conoscenza della situazione oggetto di cui in premessa e delle legittime richieste e preoccupazioni degli abitanti del Frusinate per la propria salute e per la tutela del loro territorio e, nell'ambito delle sue competenze, quali iniziative intendano assumere per approfondire i dati diffusi a seguito del sopralluogo congiunto del nucleo operativo ecologico e dell'Arpa Lazio, messi in dubbio dalla regione Lazio. (4-11328)