• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/04916 MORRA, DONNO, MONTEVECCHI, MORONESE, PUGLIA, SANTANGELO, PETROCELLI - Ai Ministri dei beni e delle attività culturali e del turismo, dell'economia e delle finanze e dell'ambiente e della...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-04916 presentata da NICOLA MORRA
giovedì 3 dicembre 2015, seduta n.548

MORRA, DONNO, MONTEVECCHI, MORONESE, PUGLIA, SANTANGELO, PETROCELLI - Ai Ministri dei beni e delle attività culturali e del turismo, dell'economia e delle finanze e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:

da articoli apparsi di recente su "La nuova ecologia" on line (magazine di Legambiente) il 13 novembre 2015 e su "Il Foglietto della Ricerca" on line ( del 5 novembre) si apprende che in largo Santa Susanna a Roma fino al 1995 aveva sede il museo geo-paleontologico nazionale (in origine denominato museo agrario geologico), uno dei più prestigiosi e antichi musei di geologia esistenti al mondo, le cui collezioni erano di valore pari, se non superiore, a quelle degli analoghi musei esistenti a Berlino, Londra, San Pietroburgo;

l'edificio, realizzato, su volere del Ministro delle finanze Quintino Sella, dall'ingegnere Raffaele Canevari tra il 1873 e il 1881 e inaugurato il 3 maggio 1885, faceva parte del progetto architettonico per l'insediamento del Ministero dell'agricoltura industria e commercio;

il palazzo, oltre a presentare soluzioni progettuali all'avanguardia per quel tempo, è uno dei più fulgidi esempi di architettura Liberty. Il progettista, facendo ricorso a tecnologie innovative, riutilizzò le strutture murarie seicentesche del convento di S. Maria della vittoria. Gli spazi espositivi vennero realizzati in sale sorrette da pilastri in ghisa, dedicate ad accogliere tutte le collezioni contenute in urne, vetrine e scaffalature appositamente costruite e vi è con uno splendido ballatoio che sormonta un vasto salone di consultazione;

per l'alto livello architettonico all'edificio nel 1991 venne apposto il vincolo architettonico;

nel museo erano contenute in preziose teche, le collezioni paleontologiche e litomineralogiche (oltre 150.000 reperti), la collezione di 17 plastici e la strumentazione tecnica che, dalla seconda metà dell'800 agli anni '70 del '900, è stata utilizzata per la redazione della carta geologica d'Italia. Eseguiti tra il 1875 e il 1915, i plastici hanno grande importanza storica perché fino al 1870 la documentazione cartografica relativa al territorio italiano era pressoché inesistente, specialmente per il meridione d'Italia. I plastici furono la prima rappresentazione dell'assetto demografico e geomorfologico del Paese e risultarono utilissimi in circostanze eccezionali come il terremoto di Casamicciola (Ischia) del 1883;

le collezioni, in origine, erano composte, oltre che da importanti donazioni dei più grandi studiosi di fine '800, anche da reperti e campioni precedentemente esposti presso la regia scuola di applicazione a Torino, il museo di storia naturale di Pisa, il museo di storia naturale di Firenze, il distretto minerario di Caltanissetta e la regia università di Roma;

i reperti paleontologici, circa 100.000 pezzi provenienti principalmente da strati rocciosi della penisola italiana, stanno a testimoniare organismi vissuti nei mari e nei continenti nell'arco di circa 570 milioni di anni;

le collezioni litomineralogiche, oltre 52.500 pezzi provenienti da diversi Paesi, sono suddivise in reperti edilizi e decorativi, reperti litologici e minerali. Note in tutto il mondo, in particolare quelle di marmi antichi "Pescetto" e "De Santis" (acquistate dallo Stato), nell'insieme, consentono di ricostruire la storia del nostro territorio a partire dai 40.000 reperti raccolti per redigere la carta geologica d'Italia, passando per quelli che ricostruiscono il nostro sistema minerario e industriale;

questo prezioso patrimonio in passato venne esposto in vetrine di grande risonanza quali le esposizioni internazionali di Vienna del 1873, di Parigi del 1878, di St. Louis del 1884 e di Anversa del 1885;

collezioni e materiali, cui vanno aggiunti la cartografia storica, la biblioteca (150.000 pubblicazioni e 50.000 cartografie) e la fototeca comprendente 63.000 fotogrammi relativi a coperture aerofotogrammetriche del territorio italiano, sono un unicum che secondo gli esperti vale almeno 5 milioni di euro, e che giace imballato da 20 anni;

con legge n. 349 del 1986, le competenze del servizio geologico con annesso museo passarono dal Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato al nascente Ministero dell'ambiente;

nel 1987 la legge finanziaria stanziò 9 miliardi e 750 milioni di lire per la ristrutturazione e l'ampliamento della sede di largo Santa Susanna e per il potenziamento delle attrezzature del Servizio Geologico Nazionale;

con legge n. 183 del 1989, recante "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo", vennero accorpati i Servizi geologico, idrografico, mareografico, sismico e dighe in un unico Dipartimento per i servizi tecnici nazionali, e posti alle dipendenze della Presidenza del Consiglio dei ministri al cui interno, con il decreto del Presidente della Repubblica n. 85 del 1991, vennero incluse anche le collezioni del museo geo-paleontologico nazionale;

nel 1995, dovendo iniziare i lavori di restauro del museo, il contenuto venne inscatolato e spedito nei depositi della Protezione civile a Castelnuovo di Porto, di Monterotondo scalo e di lungotevere dei Papareschi;

nel 1996 un'esigua selezione delle collezioni venne saltuariamente aperta al pubblico, nella sede del Dipartimento per i servizi tecnici nazionali di via Curtatone 3 (dove rimase fino al 2012);

nelle leggi finanziarie 1996 e 1998 vennero stanziati oltre 9,5 miliardi di lire per i restauri del palazzo che, però, cominciarono soltanto nel 2001;

il progetto approvato, commissionato e affidato allo "studio Valle", prevedeva al piano terra sale multimediali per manifestazioni, convegni, attività didattica; ai primi 2 piani sarebbero state collocate le collezioni paleontologiche e litomineralogiche rese fruibili con il supporto di ausili informatici; gli ultimi 2 piani sarebbero stati destinati alla biblioteca e al patrimonio cartografico riguardante le scienze della Terra;

con decreto legislativo n. 300 del 1999, viene istituita l'Apat (Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici), al cui interno confluiscono il Dipartimento per i servizi tecnici nazionali e l'Anpa (Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente). Il palazzo di largo Santa Susanna non viene più considerato sede del servizio geologico nazionale;

nel 2001 i lavori si fermarono, perché la ditta appaltatrice vantava un credito non soddisfatto di 3 miliardi di lire da parte dell'Agenzia del demanio, a cui era stato reso l'edificio da parte del Governo Berlusconi, insediatosi nel 2001;

nel novembre 2002, scavando per creare un parcheggio sotterraneo venne scoperto un tratto delle mura arcaiche della città risalenti a Servio Tullio, tra il VI e il V secolo a.C., e venne apposto il vincolo archeologico;

nel 2003, il Ministro dell'economia e delle finanze pro tempore Tremonti, individuato un lungo elenco di beni demaniali inutilizzati da cartolarizzare, previo cambio di destinazione d'uso, sottoscrisse una preintesa con il sindaco di Roma Veltroni;

a fine 2005, ottenuta la nuova destinazione a servizi e commercio, palazzo Canevari è stato venduto; le collezioni custodite dall'Apat, dapprima con decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 2002 sono state affidate al Dipartimento difesa del suolo e, successivamente, con delibera 173/2005 del 30 novembre 2005, al Servizio attività museali, nell'ambito del Dipartimento per le attività bibliotecarie documentali e per l'informazione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;

con il decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, viene istituito l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) in cui confluiscono Apat, Icram (Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare) e Infs (Istituto nazionale per la fauna selvatica);

con la chiusura della sede Ispra, di via Curtatone 3, le collezioni del museo geo-paleontologico vengono imballate e immagazzinate in due depositi in via Vitaliano Brancati e in via Paolo Di Dono a Roma e riunite a quelle già trasportate dai magazzini precedentemente utilizzati;

nel frattempo l'edificio di largo di Santa Susanna subisce vari passaggi di proprietà: nel 2005 è di Fintecna SpA (controllata al 100 per cento da Cassa depositi e prestiti SpA, società del Ministero dell'economia) poi divenuta nel 2007 Fintecna Immobiliare SpA; nel 2007, passa a Residenziale immobiliare 2004 Srl che il 14 dicembre 2007 diviene una SpA i cui soci sono al 50 per cento la Fintecna immobiliare SpA e la Finprema SpA (una newco costituita nel 2007, inizialmente partecipata anche da Pirelli Re, dal gruppo Fingen della famiglia Fratini e dalla Maire Investments dell'imprenditore Di Amato). Dal 2015 la proprietà del palazzo Canevari è interamente di CDP immobiliare Srl (controllata al 100 per cento da CDP SpA);

l'operazione immobiliare del 2005 rientrava in un lotto comprendente 4 importanti asset a Roma (l'ex Istituto geologico, lo scalo di San Lorenzo, un'area edificabile a Valcannuta e il Poligrafico a piazza Verdi). Un'operazione del valore complessivo di 368 milioni di euro, ma del valore reale ai prezzi del tempo che per il solo palazzo del Poligrafico venne calcolato in 540 milioni di euro;

considerato che, a parere degli interroganti, in definitiva, per garantire una speculazione privata i cittadini e la comunità scientifica sono stati privati di un inestimabile unicum culturale: la storica sede appositamente edificata e il patrimonio di grande rilevanza e attualità per lo studio delle caratteristiche geologiche del territorio nazionale. E così l'unica collezione geologica dello Stato italiano è custodita (o meglio inscatolata) in garage, ove, restando chiusa, rischia anche di essere danneggiata irreparabilmente;

considerato infine che:

i vertici di Ispra (già Apat), succedutisi dal 1999 in poi, non si sono mai adoperati per reperire un immobile da destinare al museo. Oggi l'unico modo per visionare le collezioni del museo è collegarsi al sito dell'ente ove, dal 2008, esiste un museo virtuale che presenta una selezione delle collezioni geologiche e storiche, mentre i preziosi reperti originali sono rigorosamente imballati e tuttora custoditi nei garage di via Brancati in attesa di essere nuovamente spostati in altri costosi magazzini in locazione;

nella relazione al Parlamento della "Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico", viene riferito che "486.000 delle 700.000 frane in tutta l'Ue sono avvenute in 5.708 comuni italiani";

nei mesi scorsi, sotto l'edificio Liberty di largo Santa Susanna è stato rinvenuto un tempio del VI secolo avanti Cristo, l'epoca dei sette re di Roma. Un ritrovamento talmente importante (per il quale è previsto un progetto di musealizzazione) da ridisegnare la mappa della Roma del tempo;

allo stato, l'immobile è di proprietà di Cassa depositi e prestiti immobiliare Srl (che fa capo alla CDP SpA) che intende realizzarvi uffici per i propri dipendenti, pur facendosi carico degli scavi archeologici e promettendo la fruibilità dei reperti per il pubblico,

si chiede di sapere:

se non si ritenga necessario, considerati i vincoli architettonico e archeologico esistenti sul palazzo Canevari, l'importanza del compendio delle collezioni del museo geo-paleontologico nazionale e l'assenza di un siffatto museo nel Paese, istituire un polo di informazione ambientale, presidio per l'educazione alla tutela di un territorio sempre più soggetto a drammatiche criticità, ricostituendo l'unicum culturaleformato dal palazzo appositamente edificato e dalle collezioni e restituendo così alla cittadinanza la struttura con l'annesso museo come fermamente richiesto da ormai troppi anni da cittadini, scienziati e autorevoli istituzioni tra le quali Unesco, accademia dei Lincei, Società geologica italiana;

a quanto ammontino i costi finora sostenuti per locare i magazzini in cui sono "custodite" le collezioni del museo geo-paleontologico nazionale;

se siano stati effettuati controlli per verificare in quali condizioni si trovino, dopo 20 anni, le collezioni;

se si ritenga, alla luce del fatto che è stato già pagato un progetto per il restauro, di riportare il museo geo-paleontologico nazionale nella sua storica sede;

se si ritenga, infine, contrario ad ogni principio di buona e corretta amministrazione collocare gli uffici di enti pubblici all'interno di un edificio nato come museo, su cui gravano vincoli archeologici e architettonici e insistono importanti scavi.

(4-04916)