• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/04943 MAZZONI - Ai Ministri della difesa e degli affari esteri e della cooperazione internazionale - Premesso che: nel corso delle audizioni svoltesi nell'Ufficio di presidenza della 4ª...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-04943 presentata da RICCARDO MAZZONI
mercoledì 9 dicembre 2015, seduta n.550

MAZZONI - Ai Ministri della difesa e degli affari esteri e della cooperazione internazionale - Premesso che:

nel corso delle audizioni svoltesi nell'Ufficio di presidenza della 4ª Commissione permanente (Difesa) del Senato e nella Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani il Ministro dell'interno dei peshmerga del Kurdistan iracheno Karim Sinjari ha ringraziato l'Italia per il supporto militare e logistico avuto nella difficilissima opera di contrasto ai terroristi di Daesh, ma ha anche chiesto nuovi e urgenti aiuti;

in un'intervista al quotidiano "Huffington Post" lo stesso ministro ha detto: «"Se potessi rivolgermi direttamente al presidente Matteo Renzi, gli direi come ad un amico che i Peshmerga curdi non stanno combattendo solo per la loro libertà, ma per la libertà di tutto il mondo dalla minaccia dello Stato Islamico. Gli direi che in questo momento stiamo difendendo dieci milioni di persone e un quarto del territorio dell'Iraq. E gli direi che noi siamo disposti a continuare fino alla fine, ma per vincere questa battaglia abbiamo bisogno di ben altro che un po' di fucili. Ci servono carri armati, blindati, artiglieria pesante, equipaggiamenti contro gli attacchi chimici e armi controcarro. Ci serve tutto quello che può consentirci di affrontare l'Isis alla pari. Il resto, il coraggio sul campo, ce lo mettiamo noi"»;

la recente riconquista della città di Sinjar è stata fondamentale perché, riprendendo quella città e il controllo dell'autostrada 47 che collega l'Iraq alla Siria, è stata tagliata la via dei rifornimenti e il commercio di viveri, petrolio e armamenti di Daesh;

il fronte su cui si combatte la guerra è lungo 1.050 chilometri e non c'è notte che i terroristi di Daesh non tentino un'azione contro i peshmerga con bombe, attacchi suicidi con kamikaze o auto imbottite di tritolo;

i terroristi di Daesh hanno già utilizzato almeno 4 volte armi chimiche contro i peshmerga curdi cianuro a gennaio e iprite l'11 agosto a sud di Erbil. Ci sono stati 37 peshmerga colpiti e le analisi condotte in laboratori della coalizione alleata hanno confermato la presenza di questi gas nelle cariche di mortaio esplose. Sono gli stessi composti che Saddam utilizzò per la strage che fece 5.000 vittime nel villaggio curdo di Halabja il 16 marzo 1988;

il Governo iracheno ha un pesante arretrato col Kurdistan iracheno, non versando da un anno e mezzo il 17 per cento dello spettante budget nazionale, una cifra che supera i 15 miliardi di dollari;

nel conflitto in atto i peshmerga sono caricati di un'enorme responsabilità, ma a questa responsabilità non corrisponde, da parte degli alleati, tutto l'aiuto di cui avrebbero bisogno, perché le armi che Daesh ha a disposizione sono molto più sofisticate;

nel territorio del Kurdistan iracheno sono attualmente ospitati 1.700.000 rifugiati e la popolazione è aumentata del 28 per cento. È gente che ha bisogno dei più elementari mezzi di sopravvivenza. Gente di ogni etnia e religione: musulmani, cristiani, sunniti, sciiti, yazidi che in Kurdistan hanno ritrovato le radici di una convivenza pacifica;

per questa immane emergenza umanitaria, la situazione economica del Kurdistan iracheno è praticamente al collasso e, se l'Unione europea non interviene, i profughi potrebbero cercare altre vie di fuga, proprio verso l'Europa;

per questo servono urgentemente nuove risorse economiche e militari;

considerato che l'Unione europea ha stanziato in favore della Turchia 3 miliardi di euro per aiutare il Governo di Ankara a ospitare i 2 milioni di profughi attualmente presenti a causa del conflitto in Siria e in Iraq per impedire un nuovo afflusso di profughi verso l'Europa,

si chiede di sapere:

se il Governo abbia intenzione di garantire al Governo del Kurdistan iracheno nuovi rifornimenti militari, a partire dalle munizioni di cui i peshmerga sono attualmente sprovvisti;

se sia pronto a garantire nuove risorse economiche e interventi per scongiurare una catastrofe umanitaria;

se abbia intenzione di assicurare assistenza sanitaria ai peshmerga feriti e di curare nelle strutture sanitarie italiane i feriti più gravi, come richiesto sia dal ministro Sinjar che dall'alto rappresentante del Kurdistan iracheno in Italia Rezan Kader;

se abbia intenzione di attivarsi presso l'Unione europea perché uno stanziamento straordinario di importo simile a quello attivato per la Turchia venga indirizzato anche in favore del Kurdistan iracheno, che, in un territorio molto più piccolo, ospita 1.700.000 profughi.

(4-04943)