• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00135 premesso che: è da un po’ di mesi che il Governo inglese insiste giustamente nel voler migliorare la salute dei suoi cittadini, in data 19 giugno il dipartimento della salute...



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00135presentato daZACCAGNINI Adrianotesto diGiovedì 17 ottobre 2013, seduta n. 99

La XIII Commissione,
premesso che:
è da un po’ di mesi che il Governo inglese insiste giustamente nel voler migliorare la salute dei suoi cittadini, in data 19 giugno il dipartimento della salute britannico ha annunciato l'introduzione di un nuovo sistema volontario di etichettatura nutrizionale basato sulla colorazione semaforica (verde-giallo-rosso) del packaging dei prodotti alimentari; l'Inghilterra ha deciso di far diminuire l'introito di alcuni nutrienti: grassi, sale e zuccheri, presenti negli alimenti. Il Ministro della salute inglese, Anna Soubry, ha invitato la grande distribuzione e i supermercati del suo Paese a utilizzare, da quest'anno, i colori del semaforo per le indicazioni nutrizionali. Il sistema escogitato risulta il seguente: il colore rosso indica pericolo, il giallo mediamente pericoloso, il verde buono. L'iniziativa britannica ha suscitato non poche preoccupazioni nell'industria agroalimentare italiana, basti pensare che l'olio extravergine, per esempio, si ritroverebbe un grosso bollino rosso di pericolo. La stessa cosa accadrebbe a formaggi, salumi, dolciumi e altro. E gli eccellenti prodotti italiani e quelli dell'Europa meridionale si ritrovano così col semaforo rosso. Sulle etichette però non sono affatto suggerite le quantità giornaliere. Inoltre, le porzioni consigliate dovrebbero indicare il valore delle calorie e dei nutrienti riferiti al fabbisogno giornaliero. In altre parole, le indicazioni troppo generiche dovrebbero essere comprese e applicate da normali persone prive delle conoscenze nutrizionali specialistiche. Per alcuni prodotti, in corrispondenza dei numeri indicanti le quantità di ingredienti sono previste parole come «alto», «medio» e «basso» per segnalare in modo intuitivo se un cibo è ricco di grassi e sale. Questo sistema penalizzante per una sola parte di prodotti era già stato «bocciato» non solo dall'Italia, ma anche dall'intera Unione europea che, saggiamente aveva suggerito di mettere in atto una campagna di educazione alimentare per i cittadini, specialmente nei confronti dei bambini. A partire dal 2016 diventerà obbligatoria in tutta Europa l'etichettatura nutrizionale, vale a dire l'indicazione corretta dei principi nutritivi e del relativo apporto calorico riportata sull'etichetta di ogni prodotto alimentare. L'iniziativa britannica appare avere a giudizio dei firmatari del presente atto, elementi di pressapochismo normativo tali da svantaggiare il made in Italy; infatti sulla base del conteggio dei grassi e degli zuccheri gli alimenti sono etichettati con bollino rosso. Si specifica che la dieta italiana è conosciuta come dieta mediterranea, il cui valore come «patrimonio immateriale dell'umanità» è stato ufficialmente riconosciuto dall'Unesco nel 2010. Oltretutto il sistema a semafori non tiene conto ad esempio del fatto che in un alimento vi siano organismi geneticamente modificati e che nella filiera complessiva agroalimentare siano stati utilizzati mangimi ogm;
la normativa relativa all'etichetta negli alimenti OGM è contenuta nel Regolamento 1830/2003 e nel Regolamento 1829/2003 direttamente applicabili nel nostro ordinamento;
quanto alla normativa nazionale, il decreto legislativo n. 224 del 2003 ha dato attuazione in Italia alla direttiva 2001/18/CE;
in base a ciò quanto contenuto nel sistema a semafori adottato dall'Inghilterra appare carente e penalizzante rispetto ai prodotti agroalimentari italiani;
sarebbe opportuno assumere iniziative affinché i prodotti contengano comunque sull'etichetta la dicitura «free ogm»;
questo permetterebbe di modificare positivamente per il made in Italy, il solo criterio della quantità di grassi e zuccheri presente nell'etichettatura volontaria semaforica, criterio alquanto discutibile se non combinato alle caratteristiche dei regimi alimentari differenti. La tracciabilità nella filiera dell'assenza di ogm valorizzerebbe in tal modo il made in Italy, preservandolo da fini distorsivi del mercato prodotti da etichettature volontarie, là dove sia completamente genuino e garantisca la salute dei consumatori e incentivando, altresì, tutte le imprese agricole e agroalimentari italiane, che producono prodotti locali e allo stesso tempo, non attingendo da derrate alimentari di altri continenti (in particolare, per la mangimistica OGM), salvaguardano la filiera italiana in modo completo,

impegna il Governo:

ad intervenire presso la Commissione europea per una rapida verifica sia sulla compatibilità del suddetto sistema di etichettatura inglese con la normativa europea relativa alle indicazioni nutrizionali degli alimenti, sia sul rispetto da parte del Governo britannico dell'obbligo di previa notifica previsto per l'introduzione di nuove regolamentazioni in materia di etichettatura;
a dare mandato alla rappresentanza permanente italiana a Bruxelles affinché i prodotti contengano sull'etichetta la dicitura «Free Ogm», dicitura ottenuta solo se in tutti i passaggi della filiera alimentare, non siano stati utilizzati organismi geneticamente modificati.
(7-00135) «Zaccagnini».