• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/01024 GAMBARO - Ai Ministri dell'economia e delle finanze, dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti - Premesso che: per fronteggiare un'irreversibile condizione di...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-01024 presentata da ADELE GAMBARO
giovedì 17 ottobre 2013, seduta n.128

GAMBARO - Ai Ministri dell'economia e delle finanze, dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti - Premesso che:

per fronteggiare un'irreversibile condizione di indebitamento finanziario e uno stato di profonda crisi economica nella quale versava Alitalia nel 2008, il Governo pro tempore, al fine di salvare la compagnia di bandiera del Paese, riuscì a sollecitare l'impegno di una cordata di imprenditori italiani (Cai), tra i quali spiccavano ex concorrenti come Air One e banche come Intesa San Paolo, disposta a rilevare la compagnia e consentirne la sopravvivenza;

la concorrenza vincente delle moderne compagnie low cost continentali, la recessione generalizzata, l'incapacità amministrativa e gestionale dei suoi vertici aziendali di questi anni, hanno spinto ancora una volta Alitalia sull'orlo del fallimento;

l'attuale azionista di riferimento della compagnia con il 25 per cento del suo azionariato, Air France-KLM, terzo gruppo europeo per numero di passeggeri annui, per comprare le restanti quote degli azionisti italiani ormai al collasso ha offerto solo una frazione di quanto era disposto a spendere nel 2008 per rilevarla interamente, e ha chiesto un ridimensionamento complessivo industriale e un piano di tagli concordato con i sindacati;

negli ultimi giorni, in seguito ad articolate trattative tra Governo, banche ed azionisti, si è profilata la possibilità che Alitalia possa essere salvata ancora una volta attraverso l'individuazione di una consistente proposta formale di ricapitalizzazione e rifinanziamento con risorse nazionali;

la manovra di salvataggio necessaria per fornire tale "boccata d'ossigeno" ad Alitalia passerebbe tramite un'iniezione di danaro pubblico di 150 milioni di euro volti a completare l'imprescindibile aumento di capitale degli attuali azionisti;

il 15 ottobre 2013, l'assemblea dei soci Alitalia, rendendo note le dimissioni dei membri del consiglio d'amministrazione in previsione del probabile, ed auspicato dal Presidente del Consiglio dei ministri Letta, mutamento degli assetti proprietari, ha deliberato all'unanimità, in questa prima fase di "assistenza controllata", l'aumento di capitale per una somma pari a 300 milioni di euro da offrire in opzione ai soci proporzionalmente alla quota di capitale posseduta;

per completare il soccorso e attuare il nuovo piano industriale d'emergenza sarà inoltre necessario che Poste italiane versi una quota di soldi pubblici per un totale di 75 milioni di euro, diventando de facto il secondo azionista di Alitalia in quanto detentore del 15 per cento dell'intero pacchetto azionario, che andrebbe a sommarsi all'offerta di garanzia sull'eventuale inoptato proveniente dal binomio bancario Intesa-Unicredit di altri 100 milioni di euro;

considerato che:

gli altri 75 milioni di intervento statale potrebbero pervenire mediante indeterminate forme di garanzie pubbliche sui debiti o sulle obbligazioni ed altri capitali ancora si aspettano da ulteriori prestiti bancari;

i vertici della holding che controlla British Airways, Iberia e Vueling, gruppo concorrente dell'asse Air France-KLM, hanno chiesto l'intervento della UE in quanto si starebbe profilando un'ipotesi di sostegno pubblico manifestamente illegittimo operato dallo Stato italiano in un regime di libera concorrenza privatistica internazionale;

Bruxelles, attraverso una nota del commissario UE per la concorrenza Almunia, ha fatto sapere che: «il semplice fatto che una misura a favore di un'impresa venga da un'impresa pubblica e non da uno Stato non basta a escludere che si tratti di un aiuto di Stato» e che aspetta la notifica delle specifiche condizioni dell'operazione finanziaria appena concordata per avviare il lavoro di analisi della ricapitalizzazione al fine di verificare la regolarità della stessa;

Poste italiane non ha competenze nel trasporto aereo, salvo possedere il 100 per cento di Mistral Air, vettore aeropostale italiano che nel 2012 ha fatto registrare perdite pari a 8,2 milioni di euro, avente una flotta di soli 8 piccoli aerei non paragonabile nemmeno lontanamente alle esigenze e le prospettive di una compagnia come Alitalia;

ancora una volta, al fine di salvare aziende private portate al tracollo finanziario a giudizio dell'interrogante da scriteriate scelte manageriali, lo Stato si assume la responsabilità di intervenire indirettamente con massicce dosi di versamenti, corrisposti da aziende a capitale interamente pubblico, e quindi composti per buona parte dai risparmi dei contribuenti, senza tener alcun conto del debito in crescita, della pessima congiuntura economica attuale e delle continue manovre "lacrime e sangue" di salvataggio dalla crisi imposte agli italiani,

si chiede di sapere:

se il Governo non voglia invece considerare la prospettiva di riconvertire questo cospicuo investimento pubblico in settori più strategici, produttivi ed essenziali dell'economia italiana lasciando che la compagnia venga rilevata da consolidati e floridi gruppi internazionali capaci di garantire medesimi livelli occupazionali e un servizio di trasporti aerei più sicuro, efficiente e utile per gli utenti;

quali misure intenda assumere al fine di garantire ai cittadini che non vadano in fumo, come spesso accaduto in passato, considerevoli quantità di milioni di euro appartenenti alla collettività o che non finiscano dopo qualche anno solo per rimpinguare pacchetti azionari e produrre dividendi per gruppi imprenditoriali privati, il cui managment ha dimostrato di gestire queste risorse in maniera "allegra" e senza alcun vincolo di responsabilità etico-pubblica.

(4-01024)