• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
S.9/00884/002 premesso che: - il progetto del metanodotto "Trans Adriatic Pipeline" (TAP) prevede, a partire dal Mar Caspio, il trasporto di gas attraverso la Grecia e l'Albania, con attraversamento del...



Atto Senato

Ordine del Giorno 9/884/2 presentato da LOREDANA DE PETRIS
giovedì 17 ottobre 2013, seduta n. 127

Il Senato,
premesso che:
- il progetto del metanodotto "Trans Adriatic Pipeline" (TAP) prevede, a partire dal Mar Caspio, il trasporto di gas attraverso la Grecia e l'Albania, con attraversamento del mar Adriatico, dalla costa centrale dell'Albania fino alla costa meridionale della Puglia;
- è previsto che il gas sia trasportato con una condotta in acciaio lunga circa 800 km (Grecia 478 km, Albania 204 km, mar Adriatico 105 km, Italia 4,9 km nel primo progetto). Per la parte italiana, è prevista la realizzazione di una condotta offshore lunga circa 45 km, dal limite delle acque italiane alla costa, e una condotta onshore lunga circa 5 km, dalla costa al PRT, in comune di Melendugno (LE). La condotta, per la parte italiana avrà un diametro di 36" e una pressione di esercizio pari a 145 bar;
- in Puglia vi sarà quindi, un terminale di ricezione, depressurizzazione e misura fiscale (PRT), da dove avverrà il collegamento alla rete nazionale di metanodotti SNAM;
- la capacità iniziale dovrebbe essere di 10 miliardi di metri cubi per anno, espandibile a 20 miliardi;
- la società Tap dopo aver prodotto una relazione non tecnica e lo studio di impatto ambientale e sociale (ESIA), ha solo recentemente presentato lo studio di Impatto Ambientale;
- il consorzio internazionale Shah Deniz, composto dalla norvegese Statoil, dalla British Petroleum, l'azera Socar e la francese Total assieme alla svizzera Axpo, mentre la tedesca E.ON, ha sicuramente orientato la scelta del progetto TAP come principale corridoio di esportazione del gas azero verso l'Unione europea, mettendo una sordina al progetto Nabucco, che esprimeva una marcata debolezza geopolitica, non disponendo di un peso politico sufficiente ad influenzare la strategia energetica di Bruxelles, in quanto sostenuto da un consorzio composto dalle compagnie come l'austriaca OMV, la rumena Transgaz, l'ungherese MOL, la turca Botas, la bulgara Energy Holding, nonostante il progetto originario fosse considerato "il progetto bandiera" dall'Europa tutta, ma con l'assenza delle principali compagnie energetiche europee come l'Eni, Total, Gaz de France, BP, E.ON, Wintherhall;
- allo stato attuale, poiché il diritto societario svizzero non obbliga le società per azioni a dichiarare gli azionisti, a meno che non siano titolari di proprietà immobiliari nella Confederazione elvetica, stando alle dichiariazioni rilasciate dalla società TAP AG, il pacchetto azionario è detenuto per il 20 per cento dalla British Petroleum, per il 20 per cento dalla Socar (l'azienda azera), per il 20 per cento dalla norvegese Statoil, per il 16 per cento dalla Fluxys belga, per il 10 per cento dalla francese Total, per il 9 per cento dalla E.ON Ruhrgas tedesca e per il 5 per cento dalla Axpo. Esiste quindi una palese discrepanza tra quanto affermato nella relazione e le dichiarazioni della società che non detiene il 42,5 per cento delle quote azionarie, come indicato dalla relazione, ma solo il 5 per cento;
- una delle motivazioni principali che hanno influito sulla scelta del gasdotto transadriatico, quindi, è di natura neo-geopolitica, insita cioè nell'influenza esercitata da attori non statali come le compagnie energetiche;
- riguardo alla strategicità del progetto emergono le prime contraddizioni. Tap chiarisce, sin dalla relazione non tecnica, che il gas
è destinato esclusivamente al mercato dell'Europa nord-occidentale. Il Governo italiano e alcuni esponenti politici territoriali dei partiti della maggioranza presentano, invece, il progetto come strategico per l'approvvigionamento del Paese. In realtà, l'Italia al momento sembra al riparo da eventuali riduzioni dell'offerta di gas dai fornitori: a fronte di un consumo annuo di circa 78 miliardi di metri cubi, nella rete nazionale circolano infatti circa 117 miliardi di metri cubi (molti dei quali già destinati al nord Europa). Nell'ottica europea di differenziazione dell'approvvigionamento energetico, l'Italia dunque dà già il proprio contributo nel settore gas;
- sino ad ora, lo sviluppo pratico del progetto è stato diretto in prima persona, con obiettivi di carattere eminentemente tecnico, dal consorzio TAP ed ha visto l'assenza dei necessari coinvolgimenti delle istituzioni pubbliche, come le Regioni, gli Enti locali, le università, gli enti di ricerca e le strutture tecniche competenti come l'ARPA;
- il progetto, già nella fase iniziale, ha provocato tensioni nelle comunità interessate. La Tap, come riportato nel rapporto dell'ESIA, a pag. 326, paventa potenziali tensioni sociali per l'insufficiente risposta alle aspettative occupazionali delle popolazioni locali, ma la stessa Tap alimenta tali aspettative, sostenendo che la realizzazione dell'opera porterà circa 2.170 posti di lavoro in 15 anni;
- benché Tap, in tutti i documenti, prospetti un impatto ambientale nullo, la Procura della Repubblica di Lecce, con l'ausilio dei Carabinieri del NOE, indaga per i danni prodotti al fondale e ai pescatori di San Foca, già durante le operazioni di prospezione effettuate dal 25 dicembre 2012 al 28 febbraio 2013;
considerato che:
- è stato recentemente presentato, sia alla Regione che al Ministero dell'ambiente, lo studio di impatto ambientale (VIA) che è ancora al vaglio sia del comitato regionale di VIA che della Commissione del Ministero;
- da informazioni non ufficiali lo studio di impatto ambientale presenta una modifica del progetto di carattere marginale, in quanto si riferisce al solo spostamento di poche centinaia di metri del terminale del gasdotto proveniente dall'Albania, lasciando inalterate tutte le criticità sopra indicate;
- appare inspiegabile come la presenza italiana in tutto il progetto si limiti esclusivamente a fornire il territorio e le infrastrutture per il passaggio del gas, senza minimamente entrare nella composizione azionaria della società TAP AG che, negli ultimi due mesi, ha pur visto un così vorticoso cambio del proprio azionariato, con l'entrata delle più grandi società europee del settore;
- il progetto di gasdotto presentato appare in contraddizione con la strategia energetica nazionale (SEN), approvata recentemente, e che richiede il prioritario investimento in energie rinnovabili per rendere l'Italia tendenzialmente autosufficiente dal punto di vista energetico;
- il nostro Paese ha ratificato, per progetti che hanno un impatto rilevante sull'ambiente, le direttive europee sulla valutazione di impatto ambientale (VIA), sulla valutazione ambientale strategia (VAS) e verso le quali ogni nuovo progetto di rilevante effetto ambientale dovrà conformarsi,
impegna il Governo:
- ad applicare rigorosamente la normativa nazionale ed europea relativa alla valutazione di impatto ambientale (VIA) e alla valutazione ambientale strategica (VAS), non escludendo nell'iter decisionale anche la possibilità dell'opzione zero con l'annullamento del progetto stesso;
- a richiedere al Consorzio TAP, preventivamente, la sospensione dell'attuale progetto e la revisione condivisa del tracciato attraverso il coinvolgimento delle istituzioni regionali e degli enti locali, delle istituzioni tecniche e delle popolazioni locali;
- a intervenire con tutti gli strumenti normativi necessari per affermarsi come attore principale in tutti i processi decisionali, tecnici e politici, che coinvolgono la parte di progetto di gasdotto che interessa e attraversa il suolo italiano;
- stante l'esorbitante trasporto di gas, molto superiore alle esigenze nazionali, a valutare quali possibili contropartite economiche debbano essere chieste all'Europa per il passaggio del gasdotto sul nostro territorio.
(numerazione resoconto Senato G200)
(9/884/2)
DE PETRIS, STEFANO, DE CRISTOFARO, DE PIN, GAMBARO, BAROZZINO, CERVELLINI, PETRAGLIA, URAS