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Atto a cui si riferisce:
S.1/00169 [Rafforzamento della politica comune europea in materia di immigrazione]



Atto Senato

Mozione 1-00169 presentata da LUIGI MANCONI
mercoledì 23 ottobre 2013, seduta n.130

MANCONI, ALICATA, AMATI, CHIAVAROLI, CONTE, DE PIN, DI BIAGIO, DONNO, FATTORINI, FERRARA Elena, GOTOR, LO GIUDICE, MAZZONI, PALERMO, ROMANO, SERRA, SIMEONI, GHEDINI Rita, BATTISTA, BERTOROTTA, BIGNAMI, BLUNDO, BOTTICI, BORIOLI, CAPACCHIONE, CAPPELLETTI, CARRARO, CASTALDI, CERONI, CHITI, CIRINNA', COCIANCICH, CORSINI, CRIMI, CUCCA, D'ALI', D'ADDA, DEL BARBA, DI GIORGI, ENDRIZZI, ESPOSITO Giuseppe, FABBRI, FEDELI, FISSORE, FORMIGONI, GAETTI, GIACOBBE, GIROTTO, GUALDANI, IURLARO, LAI, LEZZI, LIUZZI, LONGO Eva, LUCHERINI, LUCIDI, MANASSERO, MANCUSO, MARIN, MANDELLI, MANGILI, MARGIOTTA, MARTON, MATTESINI, MINEO, MINZOLINI, MOLINARI, MONTEVECCHI, MORONESE, MORRA, MUSSINI, ORELLANA, PAGLIARI, PAGNONCELLI, PEGORER, PELINO, PEZZOPANE, PUGLIA, PUGLISI, RAZZI, ROSSI Luciano, SAGGESE, SCALIA, SCIBONA, SCOMA, SOLLO, TAVERNA, VACCIANO, VATTUONE, ZUFFADA, ORRU' - Il Senato,

premesso che:

nel corso del 2012 circa 500 migranti provenienti dall'Africa hanno perso la vita nel mare Mediterraneo, nel tentativo di raggiungere le coste dell'Italia e dell'Europa. Nel corso del 2011, le vittime sono state oltre 2.000, vale a dire 5 o 6 persone al giorno. Dal 1988 sono circa 19.000, più di due al giorno, le persone disperse o il cui corpo è stato ritrovato privo di vita;

nei primi mesi del 2013 sono stati registrati almeno 200 morti e 1.408 dispersi; tale drammatico dato è destinato purtroppo a salire dopo il tragico ultimo naufragio a Lampedusa e il drammatico recupero di 13 corpi senza vita spiagge del ragusano di appena una settimana fa;

la tragedia di Lampedusa mostra con grande evidenza la necessità di rivedere la normativa in materia di immigrazione e l'urgenza di un deciso impegno dell'intera comunità internazionale nonché di un intervento più efficace e diretto dell'Unione europea;

solo pochi giorni fa il Consiglio d'Europa ha nuovamente condannato l'Italia sulle politiche relative all'immigrazione giudicando negativamente le misure adottate negli ultimi anni per gestire i flussi migratori;

premesso inoltre che:

il diritto di asilo è sancito solennemente dalla Costituzione italiana;

il riconoscimento dello status di rifugiato è entrato nel nostro ordinamento con l'adesione alla Convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951, ratificata nel 1954, e con la Convenzione di Dublino del 15 giugno 1990, sulla determinazione dello Stato competente per l'esame di una domanda di asilo presentata in uno degli Stati membri della Comunità europea;

la Carta europea dei diritti dell'uomo sancisce il diritto d'asilo con riferimento ai principi e gli standard della Convenzione di Ginevra e del protocollo del 1967;

nel febbraio 2010, l'Italia è stata oggetto del meccanismo di "esame periodico universale" del Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite; gli elementi di criticità del sistema italiano in materia di asilo sono stati evidenziati tra le 92 raccomandazioni rivolte all'Italia; peraltro, il prossimo esame periodico per Italia avrà luogo nel 2014;

la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha condannato in più occasioni l'Italia per violazione della Convenzione europea sui diritti dell'uomo in materia d'asilo;

dinanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo pendono oltre 1.000 casi da un lato contro Belgio, Paesi bassi, Finlandia e Francia in quanto Paesi di invio; dall'altro contro Grecia e Italia in quanto Paesi di destinazione, con riferimento all'applicazione del regolamento "Dublino II", il che mette in evidenza come sia urgente procedere ad una rivisitazione delle politiche d'asilo dei Paesi dell'Unione europea;

tenuto conto che:

la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, nel corso della XVI Legislatura, si è occupata attivamente della questione immigrazione in particolare, approvando all'unanimità (il 6 marzo 2012) un rapporto dedicato all'accoglienza e al trattenimento dei migranti nel nostro Paese;

il 24 settembre 2013, la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani ha ascoltato in audizione il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, la quale ha evidenziato l'estrema gravità ed emergenza della situazione dell'isola, sottolineando tra l'altro che più dell'80 per cento delle persone giunte negli ultimi 5 anni hanno ottenuto poi lo status di rifugiato o la protezione internazionale, che attualmente i migranti provengono quasi esclusivamente dall'Africa subsahariana e dalla Siria e, cosa ancor più preoccupante, che si tratta soprattutto di famiglie, donne e minori non accompagnati.

il sindaco Nicolini ha inoltre segnalato che i migranti sbarcati nell'isola si rifiutano di farsi identificare attraverso le impronte digitali poiché questo implicherebbe un obbligo a fare richiesta di asilo in Italia, secondo quanto stabilisce il regolamento di Dublino, mentre la maggior parte di loro aspirerebbe a proseguire verso altre destinazioni ove spesso già si trovano persone a loro congiunte;

per azzerare o almeno limitare il numero delle vittime, è indispensabile che siano accelerati e portati a buon fine i negoziati per istituire, nei Paesi di partenza dei migranti ed in quelli di transito, presidi presso i quali possa essere presentata domanda di asilo e che consentano l'organizzazione di viaggi regolari sottratti al mercato illegale gestito dai trafficanti di esseri umani; tali presidi potrebbero essere posti sotto l'egida dell'UNHCR con l'eventuale partecipazione di altre istituzioni internazionali,

impegna il Governo:

1) ad adoperarsi presso l'Unione europea e in ambito internazionale per l'adozione di decisioni urgenti volte ad assicurare, in condivisione degli oneri, quella protezione umanitaria cui i profughi provenienti dalle zone di guerra ormai endemica, come nel caso dei Paesi del Corno d'Africa, ad esempio Etiopia, Eritrea, Somalia, nonché la Siria, attualmente, hanno diritto;

2) a chiedere all'Unione europea il superamento del regolamento di Dublino e più in generale un riorientamento in chiave umanitaria dell'attività dell'Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea (FRONTEX);

3) a lavorare nell'ambito dell'Unione europea affinché il Sistema di sorveglianza delle frontiere esterne (EUROSUR) che prenderà avvio alla fine del 2013, costituisca uno strumento realmente efficace per l'individuazione e il soccorso delle imbarcazioni con migranti a bordo;

4) a rafforzare i piani di azione di tutela dei diritti umani e di gestione delle politiche migratorie e dell'asilo in Paesi terzi fortemente interessati dal transito di migranti verso l'Unione europea, piani già previsti dal programma di Stoccolma;

5) a favorire il pieno coinvolgimento delle organizzazioni internazionali, a cominciare dall'alto Commissariato ONU per i rifugiati, con la collaborazione dei Paesi di transito, come ad esempio Libia e Egitto, per attrezzare sulle coste africani presidi nei quali sia possibile ricevere ed esaminare le domande di asilo e all'interno dei quali poter fornire assistenza umanitaria;

6) ad impegnarsi concretamente e a investire maggiori risorse anche in uomini e mezzi, d'intesa con gli altri Paesi europei, in un'efficace e capillare azione preventiva e di contrasto rispetto ad ogni attività criminale legata al transito marittimo e via terra della popolazione migrante;

7) ad aprire corridoi umanitari e garantire alle persone in fuga da situazioni di conflitto viaggi sicuri e accoglienza in un quadro di condivisione degli oneri da parte dei Paesi dell'Unione europea;

8) a procedere ad una rapida ricognizione dell'identità e dello status dei migranti già sbarcati in Italia, garantendo priorità e tutela ai richiedenti asilo politico e ai profughi di guerra; la concessione del permesso temporaneo, come previsto dalla testo unico sull'immigrazione di cui al decreto legislativo n. 286 del 1998, rappresenta anche una garanzia per meglio gestire la presenza di immigrati in territorio italiano;

9) a garantire il rinnovo del progetto "Praesidium" assicurando ad esso piena continuità operativa in modo che costituisca una soluzione strutturale e non emergenziale.

(1-00169 p. a.)