• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/00442 ROMANI Maurizio, TAVERNA, SIMEONI, RIZZOTTI, PETRAGLIA, LANIECE - Al Ministro della salute - Premesso che, per quanto risulta agli interroganti: gli interventi chirurgici svolti dal...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-00442 presentata da MAURIZIO ROMANI
mercoledì 23 ottobre 2013, seduta n.130

ROMANI Maurizio, TAVERNA, SIMEONI, RIZZOTTI, PETRAGLIA, LANIECE - Al Ministro della salute - Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:

gli interventi chirurgici svolti dal professor Acampora presso la clinica "Villa Erbosa" di Bologna e la clinica "Villa Azzurra" di Terracina (Latina), in seguito alla diagnosi di instabilità lombare e volti all'applicazione nei pazienti di un fissatore interspinoso a memoria di forma denominato "Lumbarfix", non avrebbero risolto molte delle patologie lombari esistenti mentre, al contrario, avrebbero in alcuni casi provocato gravi danni derivati dalla rottura e dalla deformazione delle protesi;

il Lumbafix è prodotto dalla Nitillium Srl, di cui è amministratore unico la moglie del chirurgo Acampora e di cui risultano soci e azionisti i figli;

nonostante il verificarsi recidivo della rottura e della deformazione del dispositivo medico da lui applicato, il professor Acampora non ha provveduto a segnalare la circostanza al Ministero della salute;

alcune vittime hanno intrapreso le opportune iniziative giudiziarie presso le procure competenti;

nel corso delle indagini, i Carabinieri del NAS (Nuclei antisofisticazioni e sanità) hanno registrato un'elevata percentuale di fallimento, tanto che alcuni pazienti sono stati operati più volte, ma sempre con l'inserimento del medesimo dispositivo difettoso;

il 1° luglio 2013 il procuratore della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Bologna ha iscritto nel registro delle notizie di reato Sergio Acampora perché, per colpa generica (negligenza, imprudenza, imperizia) e specifica (violazione delle regole della buona arte medica), ha causato lesioni personali gravi nei pazienti. Ritenendo che vi fosse il concreto pericolo che i reati potessero essere reiterati dallo stesso chirurgo o da colleghi ignari della pericolosità del dispositivo, è stato chiesto il sequestro preventivo di tutti i fissatori interspinosi presenti sul territorio nazionale;

in data 3 ottobre il Sottosegretario di Stato per la salute Paolo Fadda, nel rispondere all'atto di sindacato ispettivo 3-00371 presentato dalla senatrice Rizzotti, ha ammesso come il Ministero non abbia mai ricevuto notizie in ordine al malfunzionamento delle protesi suggerendo ai pazienti di rivolgersi ad una struttura con un'adeguata esperienza nell'espianto di protesi di questo genere, individuando questa struttura nell'ospedale militare Celio di Roma;

in seguito ai suggerimenti del Sottosegretario, risulta agli interroganti che un gruppo composto da 7 pazienti si sia recato nella giornata del 16 ottobre presso il policlinico militare Celio per verificare le possibilità di cura. Ricevuti dal generale D'Anna questi ha tenuto a precisare che il policlinico militare Celio di Roma, in quanto struttura sanitaria militare, deve ricevere disposizioni direttamente dal Ministero della difesa e che l'indicazione di quella struttura da parte del sottosegretario Fadda sarebbe da considerarsi errata,

si chiede di sapere:

quali misure il Ministro in indirizzo di competenza intenda assumere al fine di assicurare ai cittadini coinvolti le terapie necessarie;

quali azioni urgenti intenda porre in essere per individuare le strutture adeguate per le operazioni di espianto delle protesi difettose, al fine di garantire a tutti i pazienti le cure adeguate.

(3-00442)