• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/02287 il territorio di Monfalcone presenta livelli critici di inquinamento atmosferico, con valori che superano i limiti di legge in particolare in prossimità della centrale termoelettrica di...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02287presentato daGRIMOLDI Paolotesto diGiovedì 24 ottobre 2013, seduta n. 104

GRIMOLDI e FEDRIGA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
il territorio di Monfalcone presenta livelli critici di inquinamento atmosferico, con valori che superano i limiti di legge in particolare in prossimità della centrale termoelettrica di A2A;
i dati sono stati recentemente confermati da un recentissimo studio elaborato a cura degli esperti Nikola Skert e Roberto Grahonja (ARPA FVG) dal titolo «Biomonitoraggio dell'inquinamento da gas fitotossici nella Regione Friuli Venezia Giulia tramite licheni come bioindicatori»;
tale studio illustra un'accurata mappatura della Regione e conferma una realtà di cui si sospettava da tempo, sottolineando, appunto, come il sito monfalconese sia il peggiore a livello di qualità dell'aria mostrando «valori peggiori in prossimità della centrale termoelettrica di Monfalcone»;
i due studiosi sono arrivati al risultato attraverso una tecnica di biomonitoraggio basato «sulla valutazione degli effetti biologici dell'inquinamento, misurando le deviazioni da condizioni normali di componenti degli ecosistemi reattivi all'inquinamento». A tale scopo sono stati utilizzati i licheni epifiti che «sono in grado di fornire informazioni sull'inquinamento atmosferico, in quanto il loro metabolismo dipende essenzialmente dall'atmosfera»;
nello studio di Skert e Grahonja vengono illustrate le carte di Biodiversità Lichenica (BL), ottenute elaborando i dati raccolti e predisponendo opportune scale dove ad un valore alto di Biodiversità Lichenica corrisponde ad un'alta naturalità, mentre a valori bassi un'elevata alterazione. Si evince che su Monfalcone c’è un'alterazione molto alta e si sottolinea che «i minori valori di Biodiversità Lichenica di tutta la Regione si concentrano in prossimità della centrale termoelettrica di Monfalcone, presso la Ferriera di Trieste e Maggia»;
tale studio di ARPA FVG ha riaperto un importante dibattito sul problema inquinamento a Monfalcone, dovuto alla centrale A2A, ripreso poi da stampa e social network;
già nel 1999 era stato fatto uno studio da Enel riguardo i metalli presenti nell'aria ove si sottolineava la presenza di arsenico, cadmio, berillio, cromo, piombo, vanadio e mercurio;
tali anomalie erano a conoscenza sia del comune di Monfalcone che della provincia di Gorizia, la quale, nel 2000, ha incaricato un'università di compiere un apposito studio;
la Centrale Termoelettrica di Monfalcone è costituita da 4 gruppi termoelettrici che funzionano indipendentemente con potenza complessiva di 976 megawatt. Le sezioni 1 e 2, alimentate sia con carbone sia con gasolio per la fasi di avviamento ed aventi potenza di 165 e 171 MW, sono entrate in esercizio rispettivamente nel 1965 e nel 1970, mentre le sezioni 3 e 4, alimentate con olio combustibile e con una potenza di 320 megawatt ciascuna, sono entrate in servizio nel 1983 e nel 1984. Le sezioni 3 e 4 sono state messe fuori servizio alla fine del 2012 e dichiarate non più disponibili per l'esercizio commerciale di erogazione di energia elettrica sulla rete. È attualmente in corso la fase di dismissione dei serbatoi e del parco di stoccaggio dell'olio combustibile. Nei primi mesi del 2008 sono entrati in servizio gli impianti DeSOx per l'ulteriore abbattimento delle emissioni di S02 delle due sezioni a carbone;
nel territorio di Monfalcone si assiste all'aumento di malattie oncologiche, in particolar modo tumori ai polmoni, all'apparato respiratorio, e autoimmuni, malattie che, secondo dati di letteratura, risultano sono strettamente connesse al crescente inquinamento dell'aria, alla presenza di diossina e metalli pesanti; infatti, il connubio fumi della centrale ed amianto posizionano Monfalcone ai primi posti in Europa per tumori polmonari ed alla pleure;
a seguito del citato studio dell'ARPA la popolazione è impaurita e preoccupata in quanto mancano notizie certe sulla situazione ambientale e sanitaria del territorio; in particolare la popolazione desidera conoscere i programmi del Governo sulla riconversione a metano delle vecchie centrali ed in particolare sulla riconversione della centrale di Monfalcone –:
se il Ministro intenda verificare la situazione ambientale del territorio di Monfalcone e la potenziale relazione tra agenti inquinanti dell'atmosfera e incidenza di malattie tumorali nella popolazione per fornire le giuste informazioni alla popolazione, inquadrando la possibile riconversione della centrale a metano nell'ambito delle previsioni del piano energetico nazionale. (4-02287)