Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA
Atto a cui si riferisce:
C.9/01682-A/049 premesso che:
l'articolo 1 comma 4 della Legge 9 dicembre 1998 n. 426 ha individuato tra i siti di Bonifica di Interesse Nazionale quello di Taranto atteso l'insostenibile inquinamento...
Atto Camera
Ordine del Giorno 9/01682-A/049presentato daD'AMBROSIO Giuseppetesto diGiovedì 24 ottobre 2013, seduta n. 104
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 comma 4 della Legge 9 dicembre 1998 n. 426 ha individuato tra i siti di Bonifica di Interesse Nazionale quello di Taranto atteso l'insostenibile inquinamento dei livelli dell'area e l'elevata compromissione delle diverse matrici e conseguente per la salute della collettività;
nella zona industriale di Taranto vi sono delle discariche per rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi localizzate nel perimetro dell'impianto produttivo dell'Ilva di Taranto in area Mater Gratiae, utilizzate nel tempo per smaltire rifiuti speciali provenienti tra l'altro dalle attività industriali;
considerato che:
nella relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse della XVI legislatura, in merito alla relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella Regione Puglia, diverse sono le testimonianze ed eventi accolte nella relazione dalla commissione che destano fondati timori di una cattiva gestione dei rifiuti e nella fattispecie una cattiva gestione delle discariche in merito allo stabilimento Ilva di Taranto, situazione che oggi non permettono di essere in condizione di conoscere la tipologia di rifiuti e codici CER che sono stati smaltiti nelle suddette discariche;
le discariche in area Mater Gratiae non hanno ricevuto Autorizzazione Integrata Ambientale e non risulta esser mai stata effettuata un'attività di ispezione atta a stabilire quali tipi di sostanze fossero smaltite nelle discariche in oggetto;
svariati sono i filoni giudiziari di diverse procure italiane, che indagano sui reati ambientali nell'ambito dello smaltimento dei rifiuti trans-regionali, che vedono coinvolte le discariche di rifiuti speciali della provincia di Taranto;
secondo i dati conoscitivi dell'area industriale di Taranto e Staffe, nella relazione di sintesi del 2008 dell'Arpa Puglia, l'assetto geologico-idrogeologico dell'area industriale di Taranto fa rilevare la presenza di una falda superficiale che si poggia sul letto delle argille del Bradano ed una falda profonda confinata dalle argille che fluisce in acquifero carsico-fessurato della formazione carbonatica del Calcare di Altamura;
sono stati esaminati i risultati delle investigazioni iniziali per la caratterizzazione delle acque sotterranee nell'area ILVA, ENI ed ex-Yard Belleli. Nell'area ILVA sono stati realizzati 257 piezometri per l'analisi della falda superficiale e 145 per l'analisi della falda profonda. Per quanto attiene la falda superficiale risultano superate le CSC per le acque sotterranee sul 7 per cento delle determinazioni analitiche complessive (6682);
i superamenti sono ascrivibili a Manganese, Ferro, Alluminio, Arsenico, Cromo, Cromo esavalente e Cianuri totali per gli inorganici, mentre i contaminanti organici riscontrati sono IPA, BTEXs e diversi composti clorurati (1,2 dicloropropano, Triclorometano, 1,1 Dicloroetilene, Tetracloroetilene, Cloruro di vinile, 1,2 Dicloroetano e Tricloroetilene);
per quanto attiene la falda profonda sono state superate le CSC per il 4 per cento delle determinazioni analitiche complessive (3770);
i superamenti degli inquinanti inorganici sono relativi a Piombo, Ferro, Manganese, Alluminio, Cromo totale, Nichel e Arsenico mentre tra gli inquinanti organici si è avuto il superamento per Triclorometano, Tetracloroetilene, diversi IPA, 1,2 - Dicloropropano e 1,1 Dicloroetilene;
le perizie dei periti chimici nella fase dell'incidente probatorio presso la Procura di Taranto nel 2012 hanno chiarito che nel solo 2010 Ilva ha emesso dai propri camini oltre 4 mila tonnellate di polveri, 11 mila tonnellate di diossido di azoto e 11 mila e 300 tonnellate di anidride solforosa oltre a 7 tonnellate di acido cloridrico, 1 tonnellata e 300 chili di benzene (cancerogeno) e 338,5 chili di IPA (cancerogeni);
la stessa Ilva stima che le sostanze «non convogliate» emesse dal suo stabilimento di Taranto sono quantificate – nell'arco annuale – in 2148 tonnellate di polveri; 8800 chili di IPA; 15 tonnellate e 400 chili di benzene; 130 tonnellate di acido solfidrico; 64 tonnellate di anidride solforosa e 467 tonnellate e 700 chili di Composti Organici Volatili;
secondo le perizie degli epidemiologi per conto della Procura di Taranto del 2012, sarebbero 386 i morti (30 morti per anno) attribuibili alle emissioni industriali in 13 anni. In media più di due decessi al mese,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di programmare entro 60 giorni, tutti gli interventi possibili al fine di definire con precisione quali sostanze siano state smaltite nelle discariche di rifiuti speciali della provincia di Taranto, a cominciare da quelle in località Mater Gratiae.
9/1682-A/49. (Testo modificato nel corso della seduta) D'Ambrosio, De Lorenzis, Scagliusi, De Rosa, Terzoni, Nicola Bianchi, Crippa.