Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
Atto a cui si riferisce:
C.5/07428 il Consiglio dei ministri è in procinto di adottare lo schema di decreto legislativo per il riordino della governance dei porti, decreto legislativo che, tra gli altri, darà attuazione...
Atto Camera
Interrogazione a risposta in commissione 5-07428presentato daGIACOBBE Annatesto diMercoledì 20 gennaio 2016, seduta n. 551
GIACOBBE, BASSO, CAROCCI e TULLO. —
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
il Consiglio dei ministri è in procinto di adottare lo schema di decreto legislativo per il riordino della governance dei porti, decreto legislativo che, tra gli altri, darà attuazione alla legge delega per riforma della pubblica amministrazione;
notizie di stampa hanno preannunciato i contenuti di tali atti, comprese modifiche nella identificazione delle sedi delle autorità di sistema portuale, e del loro numero;
all'articolo 8, lettera f), della legge n. 124 del 2015, la delega relativa alla «riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della disciplina concernente le autorità portuali di cui alla legge 28 gennaio 1994, n. 84, con particolare riferimento al numero, all'individuazione di autorità di sistema nonché alla governance» fa espresso riferimento alla necessità di tenere conto del ruolo, oltre che delle regioni, anche degli enti locali;
la necessità ineludibile di tenere conto dei diversi livelli istituzionali, pur nel quadro di un disegno organico nazionale di cui le politiche per il sistema logistico portuale hanno un grande bisogno, è stata confermata anche dalla sentenza della Corte Costituzionale 261/2015 del 17 novembre 2015, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 29, comma 1, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133 (Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive), convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, nella parte in cui non prevede che il piano strategico nazionale della portualità e della logistica sia adottato in sede di Conferenza Stato-regioni;
l'Associazione dei comuni d'Italia, Anci, nei mesi scorsi, ha avuto modo di sottolineare quanto sia opportuno rafforzare il ruolo delle città portuali, quali attrattori di investimenti e di traino dello sviluppo: «inoltre, circa i contenuti del piano nazionale per la portualità e la logistica, che introduce nuovi elementi per le occasioni di rilancio del sistema della portualità italiana nel suo complesso», ha evidenziato l'assenza nella formulazione del documento di sufficienti strumenti di «relazione con i Comuni nell'ambito degli strumenti governance» e come ciò non permetta di «dare forza agli interessi di tutela dei territori e delle comunità, in totale controtendenza con le pratiche che con successo si stanno affermando nel resto d'Europa»;
tali questioni si pongono a maggior ragione per la scelta di accorpare le autorità portuali attualmente esistenti: in alcuni casi si tratta di realtà minori, in altri di scali già oggi di dimensioni significative ed in fase di espansione della propria dotazione infrastrutturale e dei traffici conseguenti;
il coinvolgimento degli enti locali non può essere risolto con l'inserimento di rappresentanti dei comuni maggiori nelle sedi di governo dei sistemi portuali: la riforma della governance rimette in questione il rapporto tra la programmazione urbanistica portuale e quella degli enti locali e la relazione tra la vita delle comunità locali e l'impatto delle operazioni portuali;
sarebbe incompatibile con un rapporto virtuoso tra vita e sviluppo economico delle comunità locali e attività portuali significative, collocate nell'ambito di autorità portuali di cui si prevede l'accorpamento ad altre, l'attribuzione alle direzioni di scalo di compiti meramente istruttori e con riferimento a materie di rilievo secondario e locale –:
con quali iniziative, in quali forme e con quali procedure concertative il Ministro intenda coinvolgere, oltre alle regioni, il sistema delle autonomie locali e gli enti locali interessati nella definizione degli strumenti di programmazione, nelle scelte di priorità per gli investimenti e nei criteri per la riforma della governance. (5-07428)